Fashion & Luxury, Deloitte: Italia continua a crescere ma non agguanta la Top 10

- di: Barbara Leone
 
Il lusso Made in Italy continua a crescere, anche se fatichiamo ad entrare nell’Olimpo dei Gruppi che macinano miliardi. È quanto emerge dalla Global Powers of Luxury Goods 2022, che evidenzia come il podio della Top 10 dei big del lusso mondiale sia ormai consolidato. Per il quinto anno consecutivo, infatti, i colossi francesi Lvmh Moët Hennessy Louis Vuitton e Kering, insieme alla statunitense The Estée Lauder Companies, guidano la classifica. Mentre con otto conglomerati in classifica, di cui quattro nella Top 10, la Francia è il Paese che ha conseguito complessivamente performance migliori.

Fashion & Luxury, Deloitte: Italia continua a crescere ma non agguanta la Top 10

Per quanto riguarda noi, l’Italia con il suo Made in Italy si conferma comunque il primo Paese del lusso a livello mondiale, almeno per numero di realtà presenti in classifica. E in questo conteggio non vengono presi in esame i brand italiani controllati da conglomerati francesi. Stando al report di Deloitte, che ogni anno esamina e classifica i 100 Top player del settore Fashion & Luxury a livello globale, quasi tutte le società italiane in classifica (21 su 23) hanno registrato una crescita a due cifre delle vendite di beni di lusso, compresa tra il 17,3% e il 49,3%, con una crescita composita anno su anno superiore alla media del 27,2%. Quasi tutte le aziende hanno registrato profitti, con Moncler, Max Mara, Valentino e Marcolin che hanno registrato margini di utile netto a due cifre.

Golden Goose, Moncler ed Euroitalia rientrano tra le aziende a crescita più rapida, rispettivamente al terzo, decimo e sedicesimo posto, grazie ai Cagr a doppia cifra per il periodo FY2018-2021 (rispettivamente 27,2%, 12,9% e 10,9%). Il Gruppo Prada, Moncler e Giorgio Armani sono i tre principali player italiani in classifica e, in forma aggregata, rappresentano il 35% delle vendite di beni di lusso realizzate nel FY21 dalle aziende italiane presenti nel ranking. Il Gruppo Marcolin ha registrato il net profit margin più alto dell’intera classifica: 33,4%, seguito da Hermès con 27,3%. “In questo periodo di cambiamento ed incertezza, l'appeal delle aziende del settore lusso si è riconfermato – ha commentato Giovanni Faccioli, Deloitte Global Fashion & Luxury Practice Leader -. Il comparto è stato capace di re-inventarsi ed avviare un processo di trasformazione considerevole, portando concetti quali sostenibilità, economia circolare, innovazione, al centro delle proprie strategie di crescita per i prossimi anni. Oggi più che mai - ha aggiunto Faccioli - le aziende di questo settore sono in grado di essere vicine ai consumatori in termini di servizio, produzione, ascolto e condivisione dei medesimi valori”.

Secondo il report, il fatturato generato nell’anno fiscale dalle vendite di beni di lusso da parte dei 100 Gruppi è pari a 305 miliardi di dollari: non solo 53 miliardi in più rispetto al 2020, ma in crescita (+8,5%) rispetto ai livelli pre-pandemia. A tassi di cambio costanti, i primi 100 player sono cresciuti complessivamente del 21,5%, con un margine di profitto netto del 12,2% (+7.1 punti percentuali rispetto allo scorso anno). L’importanza dei grandi conglomerati del lusso è testimoniata dalla Francia che con solo otto aziende in classifica, di cui quattro in top 10, è il Paese che ha conseguito complessivamente performance migliori: le vendite sono cresciute del 42,4% (risultato migliore riuscito solo alle aziende spagnole con una crescita anno su anno del 45,2%). L’utile netto è a doppia cifra, del 20%, il più alto tra i Paesi. Anche il tasso di crescita per il periodo 2018-2021 è stato il migliore, al 13%. Economia circolare e metaverso sono invece i trend principali del mondo Luxury. Sulla scia della pandemia e dei cambiamenti nei valori e nelle abitudini di acquisto, le aziende di beni di lusso si trovano ora di fronte a nuove opportunità derivanti da transizione ecologica ed economia circolare. Assieme alla rivoluzione digitale portata dal metaverso e dal Web3, si tratta dei due grandi trend che stanno guidando l’innovazione nell'industria del lusso.

“Dopo anni di critiche ai propri modelli di business - afferma al riguardo Faccioli -, le aziende del settore stanno portando avanti le istanze della sostenibilità e si avviano sempre più verso l’adozione di un sistema di economia circolare per ridurre concretamente il proprio impatto ambientale, modificando i processi di produzione e promuovendo nuove pratiche di consumo. La sostenibilità e i principi Esg - ha aggiunto in conclusione - sono sempre più incorporati nelle strategie delle aziende, che si avvalgono del prezioso supporto delle nuove tecnologie per sviluppare nuovi materiali rispettosi dell'ambiente e per migliorare il design, la produzione, la distribuzione e la comunicazione dei loro prodotti”.

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