Sostenibilità, Deloitte: "L’informativa climate dovrà entrare nei bilanci delle imprese al più presto"

- di: Daniele Minuti
 
Il trend ormai è evidente: in questi ultimi anni, le imprese stanno acquisendo sempre più consapevolezza riguardo l'importanza di temi come sostenibilità e cambiamento climatico, che non devono essere argomenti trattati a livello di comportamenti sociali e generalizzati, ma come parte integrante del business per aziende moderne.

A conferma di questa tendenza, sono arrivate le parole di Stefano Dell'Orto (in foto), Audit & Assurance Leader di Deloitte Italia, che ha presentato il paper di Deloitte Climate Change - Un'opportunità per veicolare un'informativa consapevole e responsabile al mercato: "Le aziende avranno un ruolo molto importante nella lotta al cambiamento climatico, anche perché può avere conseguenze su operatività, strategia e organizzazione delle imprese. Per questo è auspicabile che un’adeguata informativa climate venga riflessa nei bilanci quanto prima. Ci sarà bisogno di cambiare i propri modelli di business per essere all'altezza di sfide come sostenibilità e climate change, le aziende devono essere pronte per un'integrazione della rendicontazione finanziaria e non: far trasparire la propria strategia in risposta al cambiamento climatico anche dal bilancio sarà importante per le imprese di successo".

Dall'analisi traspare che le aziende italiane quotate stiano mostrando una sensibilità crescente sull'informativa climate: nel 2019, il 42% delle relazioni finanziare delle 226 società analizzate nel report includeva un'informativa sul cambiamento climatico mentre il restante 58% ne era sprovvista. Numeri che, secondo Dell'Orto, sono "destinati a cambiare nel futuro prossimo perché la sensibilità di consumatori, investitori, legislatori e enti regolatori sta mutando velocemente. Le aziende che vogliono un futuro devono adottare una strategia di sostenibilità e imparare a comunicarla anche tramite i bilanci. Secondo le stime di BlackRock, nel 2020 gli investitori in fondi comuni e ETF hanno investito 288 miliardi di dollari in asset sostenibili, con un aumento del 96% rispetto all'anno precedente. La parola d'ordine per chi si occupa di bilancio deve essere "consapevolezza" rispetto ai temi correlati al cambiamento climatico rilevanti per l'azienda, con la responsabilità di capirne gli effetti nel processo di generazione dell'informativa finanziaria e di darne disclosure".

Oltre alle parole di Dell'Orto, arrivano quelle del Leader Sustainability di Deloitte, Franco Amelio (nella foto sotto), che descrive come strumento indispensabile per reperire informazioni affidabili e chiare sul tema dei rischi climatici la guida Task Force on Climate-related Financial Disclosures. Con la quale è possibile individuare raccomandazioni sulla rendicontazione di rischi e opportunità che il cambiamento climatico può dare alle aziende, classificando i rischi in due macro-categorie: quelli fisici, cioè legati a danni o interruzioni che eventi climatici estremi possono portare alle attività di un'impresa, e quelli di transizione, legati al processo di transizione dalla situazione attuale a quella in cui l'aumento della temperatura globale dovrà essere limitato come prospettato dagli accordi di Parigi.



"Il contraltare di un contesto di rischio" - Spiega Amelio - "è l'innesco di opportunità che il cambiamento può dare come suggerisce il TCFD identificando aree di opportunità come l'efficienza nell’uso delle risorse ed il conseguente risparmio di costi; la conversione di fonti di energia in energia alternativa, c; il ritorno generato dal processo di innovazione del prodotto e dei servizi, l’accesso a nuovi mercati o il riposizionamento in mercati già esistenti, la resilienza climatica o la capacità di adattamento per rispondere ai cambiamenti climatici in modo da poter rispondere in modo migliore ai rischi emergenti".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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