Tempesta e venti contrari: taglio tassi in forse a ottobre.
Jerome Powell (foto) spegne gli entusiasmi su un nuovo taglio dei tassi a ottobre e richiama gli investitori alla prudenza. Davanti alla platea della Greater Providence Chamber of Commerce, il presidente della Federal Reserve ha evocato “mari in tempesta e forti venti trasversali” che complicano la rotta della politica monetaria, precisando che “i prezzi delle azioni sono piuttosto elevati”.
L’indicazione è netta: niente automatismi. La Fed manterrà un approccio dipendente dai dati, valutando di volta in volta inflazione, mercato del lavoro e condizioni finanziarie. Non c’è, nelle parole di Powell, un allarme di stabilità sistemica, ma un chiaro invito a misurare le aspettative.
Il passaggio chiave del discorso
Nel presentare l’outlook economico, Powell ha ribadito che non esiste un sentiero privo di rischi. La banca centrale deve bilanciare due pericoli: da un lato il ritorno di pressioni sui prezzi, dall’altro l’eccessiva stretta su crescita e occupazione. In questo contesto, le valutazioni azionarie “tirate” aumentano la sensibilità del mercato a sorprese negative.
“Non ci impegniamo a un percorso predeterminato: agiremo con prudenza, guidati dalle evidenze”, ha scandito il numero uno della Fed, lasciando intendere che ogni riunione resterà aperta a molteplici esiti.
Come reagiscono i mercati
Il tono più cauto di Powell ha innescato una rapida rimodulazione delle scommesse sui Fed funds: l’ipotesi di un taglio immediato perde forza, mentre cresce la probabilità di un percorso più diluito. Gli indici statunitensi hanno registrato una fase di debolezza, con particolare pressione sui comparti a multipli più elevati, mentre una parte dei flussi si è orientata verso segmenti difensivi.
La volatilità potrebbe restare elevata a ridosso delle prossime letture su PCE core, buste paga non agricole, richieste di sussidi e indagini sulle aspettative di inflazione. In primo piano anche la stagione delle trimestrali, banco di prova per utili e guidance.
I tre snodi che contano
Inflazione. La discesa prosegue ma non è ancora del tutto consolidata. Shock su energia, tariffe o salari possono riaccendere le pressioni.
Condizioni finanziarie. Valutazioni elevate e credito più selettivo impongono cautela: mosse troppo aggressive potrebbero amplificare gli squilibri.
Tempistica dei tagli. Un allentamento rimane possibile più avanti, ma non è scontato a ottobre. La Fed vuole mantenere flessibilità tattica.
Cosa aspettarsi ora
Nel breve, lo scenario più probabile è una navigazione a vista: decisioni riunione per riunione, comunicazione prudente e reattività ai dati. Per gli investitori, l’indicazione è di gestire il rischio: diversificazione, attenzione alla qualità degli utili e verifica dei fondamentali a supporto delle valutazioni.
Se le pressioni sui prezzi dovessero attenuarsi con maggiore convinzione e l’attività economica raffreddarsi, la finestra per tagli graduali potrebbe riaprirsi. In caso contrario, è plausibile una pausa più lunga, con mercati sensibili agli scarti tra attese e realtà.