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Fisco 2025: entrate record ma Irpef giù e lotta all’evasione accelera

- di: Marta Giannoni
 
Fisco 2025: entrate record ma Irpef giù e lotta all’evasione accelera
Come lo Stato incassa di più — e cosa cambia per contribuenti e imprese.

È un bilancio sorprendente, quello che il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) presenta oggi: nei primi dieci mesi del 2025 le entrate tributarie erariali raggiungono quota 471,6 miliardi di euro, con un +2 % rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a un aumento di circa 9,3 miliardi.

Imposte indirette in volo, Irpef frenata

È il «mondo delle imposte indirette» a trainare il risultato. Queste ultime superano i 205,4 miliardi, con un +4,3 % su base annua.
In primo piano c’è l’Imposta sul valore aggiunto (Iva), beneficiata dall’inflazione e da consumi ancora sostenuti: solo l’aumento dell’Iva pesa per diversi miliardi in più rispetto al 2024.

Altre imposte indirette – come l’imposta di bollo, le accise, i canoni per radio e tv, le concessioni governative – segnano incrementi consistenti. Ad esempio, il bollo sulle transazioni e contratti, l’accisa sui prodotti energetici e le concessioni governative contribuiscono sensibilmente al surplus.

Sul versante opposto, le imposte dirette – quelle legate al reddito e ai profitti societari – procedono con molto più cautela: il totale si ferma a circa 266,2 miliardi, con un incremento marginale di +0,4 % rispetto ai primi dieci mesi dell’anno precedente.

In particolare l’IRPEF (la tassa sui redditi delle persone fisiche) registra un calo significativo, attestandosi a circa 187,9 miliardi: una contrazione che riflette il taglio del cuneo fiscale reso permanente.

Risparmi, plusvalenze e fondi pensione: il ruolo delle imposte sostitutive

A compensare in parte la minore pressione su Irpef e Ires c’è un robusto incremento delle imposte sostitutive legate al risparmio gestito, ai redditi da capitale e alle plusvalenze: il gettito in questi settori cresce a doppia/tripla cifra rispetto al 2024.

Anche l’imposta sostitutiva legata ai fondi pensione fa un balzo, trainata dal versamento del saldo del 2024: un dato che sottolinea quanto il mercato finanziario e previdenziale continui a pesare nelle entrate dello Stato.

Controlli e accertamenti: l’arma anti-evasione che produce risultati

Un altro pilastro del successo fiscale del 2025 è il rafforzamento dell’attività di accertamento e controllo. Nei primi dieci mesi dell’anno, il gettito derivante da queste attività supera i 12,8 miliardi di euro, con un aumento di circa 1,1 miliardi (+9,6 %) rispetto al 2024.

Secondo il Mef, questo dimostra che il contrasto all’evasione non è un tema puramente simbolico: sta contribuendo concretamente a finanziare parte della spesa pubblica, in tempi di taglio del cuneo e riforma fiscale.

Cosa significa per famiglie, lavoratori e imprese

  • Consumatori e acquisti quotidiani: l’aumento dell’Iva e delle imposte indirette incoraggia lo Stato a puntare sui consumi come fonte stabile di gettito. Ciò può aumentare il peso fiscale sui beni e servizi.
  • Lavoratori dipendenti: grazie al taglio del cuneo, l’Irpef è diminuita — per loro si traduce in netti più alti, ma con un gettito minore per le casse pubbliche.
  • Risparmiatori e investitori: l’incremento delle imposte sui redditi da capitale, fondi e plusvalenze rende più conveniente il risparmio gestito, aumentandone il contributo al bilancio pubblico.
  • Chi evade: i controlli rafforzati non lasciano tregua: gli incassi da accertamenti dimostrano che lo Stato punta forte sulla lotta all’evasione come leva fiscale.

Quali scenari si aprono per la manovra 2026

Il risultato convincente dei primi dieci mesi dà al Governo un margine di manovra più ampio. Anche se le imposte dirette arrancano, l’aumento dell’Iva, dei prelievi sul risparmio e i controlli anti-evasione possono rappresentare una base stabile per nuove misure sul fisco, il welfare, o gli investimenti pubblici. Molti guardano con attenzione all’evoluzione del gettito da risparmio gestito e fondi pensione come fonte potenziale per future coperture.

D’altro canto, le imprese e i contribuenti attendono chiarimenti su come verranno modellate le prossime manovre: operativo un mix tra equilibrio dei conti e sostenibilità sociale.

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