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Generali, numeri record nei nove mesi 2025: utile e Danni in crescita

- di: Bruno Coletta
 
Generali, numeri record nei nove mesi 2025: utile e Danni in crescita

Premi in aumento, margini migliori e un bilancio più robusto spingono il Leone verso i target del piano strategico.

(Foto: il Ceo di Generali, Philippe Donnet).

Il Leone di Trieste archivia i primi nove mesi del 2025 con numeri da stagione record. I premi lordi salgono a circa 73,1 miliardi di euro, in progresso di oltre il 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con il segmento Danni in prima linea e il Vita che continua a macinare nuova raccolta di qualità. In parallelo, il risultato operativo supera i 5,9 miliardi di euro, mentre l’utile netto normalizzato tocca quota 3,3 miliardi, con una crescita a doppia cifra.

In sintesi, la fotografia è quella di un gruppo che continua a spingere sull’acceleratore: più redditività, più solidità patrimoniale e una profilazione del business sempre più orientata ai rami a maggiore valore aggiunto, in linea con il piano “Lifetime Partner 27: Driving Excellence”.

Numeri chiave: premi a 73,1 miliardi e utile normalizzato in forte crescita

Nei primi nove mesi del 2025 i premi lordi complessivi di Generali raggiungono circa 73,1 miliardi di euro, in aumento di circa il 3,7%. A spingere il dato è soprattutto il segmento Danni, che cresce di oltre il 7%, confermando il cambio di passo degli ultimi anni verso prodotti più tecnici, tariffazione più sofisticata e un miglior controllo del rischio.

Sul fronte del Vita, la raccolta netta sale a circa 10,4 miliardi di euro, concentrata prevalentemente nelle linee considerate prioritarie dal gruppo: coperture di puro rischio e malattia e soluzioni ibride e unit-linked. Meno peso, quindi, alle tradizionali polizze a capitale garantito, più impattate da tassi in movimento e vincoli regolamentari.

Il risultato operativo si attesta a circa 5,9 miliardi di euro, in crescita di oltre il 10%. L’aumento non è solo una questione di volume, ma soprattutto di margini: il gruppo riesce a migliorare la qualità tecnica del portafoglio e a mantenere sotto controllo i costi, pur continuando a investire in tecnologia, distribuzione e integrazione delle acquisizioni.

L’utile netto normalizzato arriva a circa 3,3 miliardi di euro, con un incremento nell’ordine del 14% rispetto ai primi nove mesi del 2024. Anche l’utile netto riportato sfiora i 3,2 miliardi, in crescita rispetto ai circa 3 miliardi del 2024, nonostante la mancanza di alcune componenti non ricorrenti che avevano gonfiato i conti del periodo di confronto (in particolare plusvalenze legate a dismissioni).

Danni sempre più centrale: combined ratio in netto miglioramento

Il cuore pulsante della trimestrale allargata ai nove mesi è il segmento Danni, che continua a rafforzarsi sia in termini di volumi sia di redditività. I premi lordi Danni raggiungono circa 26,8 miliardi di euro, con una crescita di circa il 7,2% su base annua.

Ancora più significativo è il dato del combined ratio, indicatore chiave della profittabilità tecnica nei rami Danni, che si porta intorno al 92,3%, in miglioramento di quasi 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente. In pratica, per ogni 100 euro di premi incassati, Generali ne spende poco più di 92 tra sinistri e costi, mantenendo un margine tecnico molto confortevole.

A beneficiarne è soprattutto il risultato operativo Danni, che sale a circa 2,7 miliardi di euro, in crescita di quasi il 24%. Il progresso è legato a un mix di fattori:

  • Riallineamento tecnico dei portafogli, con revisioni tariffarie e maggiore selettività nella sottoscrizione.
  • Gestione più efficiente dei sinistri, favorita anche dall’uso di analisi dati e strumenti digitali.
  • Limitato impatto delle catastrofi naturali nel periodo, che riduce le pressioni sulla sinistrosità.

La minore incidenza delle catastrofi ha permesso di rafforzare ulteriormente il bilancio, riducendo il ricorso a rilasci di riserve dai portafogli di generazioni precedenti e lasciando più cuscinetto per eventi futuri.

Vita, asset management e banca: contributi differenziati ma coerenti

Il segmento Vita registra un risultato operativo di poco superiore ai 3 miliardi di euro, in leggero progresso rispetto all’anno precedente. Il valore della nuova produzione (New Business Value) si colloca oltre i 2,2 miliardi, sostenuto da un miglioramento della redditività e da volumi in ripresa, nonostante il contesto di mercato ancora complesso sul fronte tassi e volatilità.

Buono anche il contributo dell’Asset & Wealth Management, con un risultato operativo che sfiora gli 850 milioni di euro. In quest’area pesa in positivo l’apporto dell’asset management puro, anche grazie all’integrazione di nuove piattaforme internazionali, mentre la componente bancaria risente di margini di intermediazione e commissioni più volatili rispetto ai picchi degli anni scorsi.

Resta in territorio negativo, ma sotto controllo, il contributo della voce Holding e altre attività, con un risultato operativo intorno a -400 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il profilo di costi di una grande capogruppo internazionale impegnata in progetti strategici, digitalizzazione e semplificazione societaria.

Solvency II al 214%: cuscinetto di capitale per dividendi e crescita

Un altro tassello decisivo del quadro è la solidità patrimoniale. Il Solvency II Ratio di Generali si attesta intorno al 214%, in aumento rispetto al poco più del 210% registrato a fine 2024. Un livello che conferma un ampio margine rispetto ai requisiti regolamentari e che lascia spazio a politica di remunerazione degli azionisti generosa e a nuove opportunità di crescita.

Il rafforzamento del capitale è frutto di una solida generazione organica di risorse, in grado di assorbire senza traumi il dividendo distribuito nel 2025 e il programma di buyback lanciato sul mercato, pur tenendo conto delle oscillazioni dei tassi e dei mercati finanziari.

Anche il patrimonio netto di gruppo si mantiene sopra i 30 miliardi di euro, nonostante il peso dei dividendi e delle operazioni sul capitale già eseguite, segno che il bilancio resta complessivamente ben bilanciato tra crescita, remunerazione e prudenza.

Piano “Lifetime Partner 27” e aspettative su utili e dividendo

Tutti questi numeri vanno letti dentro il perimetro del piano strategico “Lifetime Partner 27: Driving Excellence”, che punta a una crescita media dell’utile per azione tra l’8% e il 10% annuo e a dividendi cumulati superiori ai 7 miliardi di euro lungo l’orizzonte del piano. I risultati dei nove mesi 2025 vanno in questa direzione, con un EPS normalizzato in robusto aumento e una generazione di capitale superiore al costo del capitale stesso.

Le stime degli analisti per l’intero 2025 indicano, in media, premi lordi vicino alla soglia dei 100 miliardi di euro, un risultato operativo che si avvicina agli 8 miliardi e un utile netto rettificato superiore ai 4 miliardi. Sul fronte della remunerazione, il dividendo 2026 (relativo all’esercizio 2025) è atteso su livelli in ulteriore crescita rispetto all’anno precedente, con un range indicativo che, nelle ipotesi di mercato, si colloca in area 1,5–1,6 euro per azione.

L’andamento dei conti dei nove mesi, con premi in crescita, utile operativo sopra le attese e Solvency Ratio in ulteriore rafforzamento, tende a confermare queste prospettive, pur in un contesto di tassi in fase di riassestamento e di mercati finanziari che restano sensibili ai segnali delle banche centrali.

Prospettive: il Leone punta su qualità e selettività

Guardando avanti, la strategia di Generali sembra già tracciata: più business a maggiore redditività, più personalizzazione dell’offerta verso famiglie e imprese e un ruolo crescente nell’asset management per intercettare il risparmio gestito in Europa e nel mondo.

Il segmento Danni resta il vero motore di crescita, grazie a prodotti ad alto contenuto di servizio e alla spinta su soluzioni legate alla protezione della persona, alla mobilità e al mondo corporate. Il Vita continua a muoversi verso formule più flessibili, con una componente crescente di rischio finanziario condiviso con il cliente, mentre il Wealth Management ha l’obiettivo di consolidare il proprio ruolo di piattaforma paneuropea di investimento e consulenza.

Per gli investitori, i conti dei primi nove mesi del 2025 offrono il ritratto di un gruppo che ha già lasciato alle spalle la fase di riassetto societario e ora punta a consolidare la propria posizione tra i principali player assicurativi europei, con una combinazione di crescita, redditività e disciplina sul capitale che, almeno per ora, sembra funzionare.

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