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Eni e A2A puntano su consolidamento e quotazioni: futuro green

- di: Matteo Borrelli
 
Eni e A2A puntano su consolidamento e quotazioni: futuro green
Descalzi (foto) rilancia Plenitude ed Enilive, Mazzoncini spinge fusioni e rinnovabili: energia e finanza tra crescita, opportunità e sfide geopolitiche.

Eni, due gambe verdi pronte a entrare in Borsa

L’intervista-rivelazione di Eni e A2A al Sustainable Future Energy Summit di Milano illumina la strategia di due giganti italiani dell’energia: crescita organica, razionalizzazione del settore e preparativi per la Borsa. Ma dietro scenari avvincenti si nascondono complessità geopolitiche e competitive.

Claudio Descalzi, ad di Eni, conferma che la quotazione di Plenitude e Enilive non è un miraggio, ma richiederà prima robustezza operativa: “bisogna farle crescere, consolidarle, dimostrare … che siano gambe solide di Eni per poi quotarle”.

Oggi Eni detiene il 70% di Plenitude – con EIP e Ares che già partecipano al 30% – e il 70% di Enilive, il 30% in mano a KKR.

Descalzi ambisce a un salto nell’Ebitda: dai €2 miliardi attuali a €5 miliardi entro il 2030 tra le due società. A quel punto, “sarà più semplice … entrare in Borsa”.

È parte di una strategia di satellite strategy, già testata con successo: EIP ha recentemente alzato la sua quota in Plenitude al 10% e KKR ha investito 30% in Enilive, generando circa €3,7 mld di cash. Un altro fondo USA, Ares, sarebbe in trattativa per acquisire il 20% di Plenitude, valorizzandola oltre €12 mld.

Parallelamente, Eni progetta una nuova controllata, Eni Industrial Evolution (EIE), per gestire raffinerie e logistica tradizionale: una mossa per isolare i business legacy e amplificare il focus sul green.

A2A: fusioni e rinnovabili, ma niente nucleare

Renato Mazzoncini, ad di A2A, punta decisamente su consolidamento e relazioni strategiche: “nel nostro settore … è necessario … consolidamento … vedremo nei prossimi mesi se c’è qualche opportunità interessante”.

Il gruppo rappresenta il 20 % dell’elettricità consumata dalle imprese in Italia, con 20 TWh su 110 TWh.

A2A rafforza anche il welfare aziendale (70 milioni di euro all’anno) e investe su data center, rinnovabili locali e teleriscaldamento. Il costo dell’energia elettrica è “di gran lunga il più basso tra il mix energetico delle famiglie”. A Brescia, grazie a termoutilizzatori smart, energia termica extra serve 12.500 famiglie, riducendo emissioni del 40%.

Nonostante il dibattito sul nucleare, A2A per ora non intende investire in centrali: “il focus deve restare sulle rinnovabili e l’autonomia energetica”.

Prezzi gas, geopolitica e governance dei mercati

Nel contesto turbolento dei prezzi energetici, Descalzi sottolinea che gli aumenti tariffari hanno pesato più delle guerre o delle dichiarazioni OPEC sulla domanda.

Agostino Scornajenchi (Snam) chiede una riforma del mercato gas italiano: “importiamo l’80%, serve manutenzione del sistema”. Anche Confindustria lavora a soluzioni che prevedono il disaccoppiamento tra i prezzi di gas ed elettricità.

Nel frattempo, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin invita a monitorare gli effetti dei dazi UE-USA: “un mancato accordo … impone una valutazione molto attenta”.

Verso una nuova mappa del settore

Il quadro delineato è di un’Italia dell’energia che si ristruttura. Eni spinge per quotazioni strategiche su vette verdi, mentre A2A incarna la rinnovata centralità delle utility integrate. In ambedue i casi, il consolidamento – interno o con M&A – è una tappa obbligata.

Una traiettoria ambiziosa, sostenuta da investitori globali, attenta all’impatto geopolitico e alle sfide del climate e price risk.

Il quadro

  • Eni e Ares discutono la cessione del 20% di Plenitude, valore stimato oltre €12 mld.
  • A2A amplia il welfare aziendale con €70 milioni/anno e potenzia il teleriscaldamento a Brescia.
  • Nasce Eni Industrial Evolution per riorganizzare raffinerie e logistica.
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