• Futuro in Corso
  • Vota per Noi
  • Scopri il Podcast
  • Fai un Preventivo

Eni: al via l’export di olio vegetale dal Kenya per la bioraffinazione

- di: Barbara Leone
 
Eni: al via l’export di olio vegetale dal Kenya per la bioraffinazione
È partito dal porto di Mombasa ed è il primo cargo di olio vegetale per la bioraffinazione prodotto da Eni in Kenya. Direzione: bioraffineria di Gela. Prende dunque il via il sistema di trasporto e logistica che supporterà la catena del valore nel Paese, partendo da una produzione di 2.500 tonnellate entro la fine del 2022, per poi salire rapidamente a 20.000 tonnellate nel 2023. L’olio vegetale è prodotto nell’agri-hub di Makueni, l’impianto inaugurato dall'azienda a luglio 2022, dove avviene la spremitura di sementi di ricino, di croton e di cotone.

Eni: al via l’export di olio vegetale dal Kenya per la bioraffinazione

Sono agri-feedstock non in competizione con la filiera alimentare, coltivati in aree degradate, raccolti da alberi spontanei o risultanti dalla valorizzazione di sotto-prodotti agricoli, offrendo opportunità di reddito e accesso al mercato a migliaia di agricoltori. Nel centro, inoltre, si producono anche mangimi e bio-fertilizzanti, derivati dalla componente proteica dei semi, a beneficio delle produzioni zootecniche, contribuendo così alla sicurezza alimentare.

“A soli tre mesi dallo startup di Makueni - ha detto Claudio Descalzi, Amministratore delegato di Eni - inizia l’export di olio vegetale per le bioraffinerie, attraverso un modello di integrazione verticale che consente di promuovere uno sviluppo locale sostenibile e di valorizzare la filiera per la produzione di biocarburanti. Questi - ha aggiunto - sono i semi di una nuova energia, un passo concreto per decarbonizzare i trasporti con un approccio innovativo che a partire dalla produzione del Kenya si estenderà l’anno prossimo al Congo, e successivamente agli altri Paesi africani e alle aree geografiche in cui stiamo portando avanti questi progetti”.

Eni Kenya, la sua filiera e tutti gli agri-feedstock sviluppati sono certificati secondo lo schema di sostenibilità Iscc-Eu (International sustainability and Carbon certification), uno dei principali standard volontari riconosciuti dalla Commissione europea per la certificazione di biocarburanti (Red II). Eni è stata la prima azienda al mondo a certificare il ricino e il croton e a permettere a un cotonificio africano di raggiungere tali standard di garanzia, offrendo nuove opportunità di mercato agli agricoltori locali per questa materia prima. La società ha lanciato il progetto in Kenya nel 2021, a valle della firma del memorandum d’intesa con le istituzioni keniote. L’iniziativa prevede la costruzione di altri agri-hub, con il secondo che entrerà in esercizio già nel 2023, e l’aumento della produzione con il coinvolgimento di decine di migliaia di agricoltori, contribuendo in maniera significativa a promuovere lo sviluppo rurale del Paese e alla creazione di valore nel lungo periodo.

In aggiunta all’ olio vegetale, Eni pianifica di esportare anche l’olio da cucina usato (Uco) raccolto nelle catene di hotel, nei ristoranti e nei bar di Nairobi, tramite un progetto già avviato che promuove la cultura del riciclo, sensibilizzando gli operatori economici sui benefici ambientali e sanitari del corretto smaltimento degli oli usati, generando reddito da un rifiuto. Il Kenya fa dunque da apripista per le iniziative di Eni nella catena agro-industriale, che al momento includono Congo, Mozambico, Angola, Costa d’Avorio, Benin, Ruanda e Kazakistan. Per questi Paesi, così come per l’Italia, sono stati avviati studi di fattibilità con l’obiettivo di condurre nelle realtà più mature una prima fase di attività agricola a partire dal 2022, per poi procedere con la costruzione di impianti di spremitura di semi per la bioraffinazione. Il primo carico di olio vegetale è destinato alla bioraffineria Eni di Gela. Avviata nel 2019, con una capacità autorizzata di 750mila tonnellate/anno, è tra i più innovativi impianti in Europa e presenta un’elevata flessibilità operativa, riuscendo a trattare diversi tipi di cariche. Entro il 2025, l’azienda punta a coprire il 35% dell’approvvigionamento delle proprie bioraffinerie grazie all’integrazione verticale della filiera degli agri-feedstock e waste&residue, che permetterà di assicurare volumi di olio vegetale in un contesto sfidante in termini di prezzi, domanda crescente di energia e disponibilità di oli sostenibili.
Notizie dello stesso argomento
Trovati 86 record
05/11/2025
Borse europee in rebound, Milano corre con Fineco e Moncler
Seduta in rialzo per i listini Ue. Milano positiva con Fineco e Moncler, Nexi affonda. Mid...
05/11/2025
Stefano Aggravi eletto presidente del Consiglio Valle
L’Assemblea sceglie il nuovo vertice con 22 voti favorevoli
05/11/2025
Snam: utile netto ed EBITDA in crescita nei primi nove mesi 2025, migliora la Guidance 2025
Sono molto positivi i risultati registrati da Snam nei primi nove mesi del 2025
05/11/2025
De Felice (Intesa Sanpaolo): “Stiamo vivendo una fase di grandi cambiamenti, dobbiamo cogliere le sfide”
Gregorio De Felice, chief economist del Research Department di Intesa Sanpaolo, ha parlato...
05/11/2025
Fabi lancia “Money Talk”: nove lezioni per capire davvero il denaro
Dal risparmio ai mutui, fino alle pensioni e alle criptovalute. Sileoni: “Chi capisce come...
05/11/2025
AbiFormazione lancia “ABILearning”: nuova piattaforma digitale con IA
Percorsi su misura per giovani e professionisti. Al Salone dei Pagamenti di Milano l’educa...
Trovati 86 record
  • EDISON nov25 300
  • ADR25 300
  • Mundys Ott25 300
  • POSTE25 sett 720