Il 2024 si è chiuso per Eni con un utile netto adjusted pari a 5,3 miliardi di euro, dato in calo di 37 punti percentuali su base annua. Un dato influenzato dallo sfavorevole contesto economico, come quello dei ricavi, in discesa del 5% fino a 88.8 miliardi di euro, nonostante una produzione di idrocarburi salita dell'8% fino a 1,71 milioni di boe/giorno.
Eni: utile netto adjusted pari a 5,2 miliardi nel 2024
L'utile operativo adjusted cala del 25%, fino a 10,35 miliardi di euro, con utile operativo proforma pari a 14,32 miliardi. Il risultato netto adjusted è positivo per 5,26 miliardi ma in calo di oltre 3 miliardi sul dato del 2023. Il risultato netto è positivo per 2,64 miliardi, con l'utile per azione adjusted che si attesta a 0,79 euro.
Eni ha comunque spiegato, nella nota ufficiale, che l’accelerazione del programma di valorizzazione del portafoglio e il contributo maggiore rispetto alle stime ha permesso di distribuire 5,1 miliardi di euro di cassa agli azionisti tramite i dividendi e l'esecuzione di un programma di acquisto di azioni proprie completato all'80% e a 2 miliardi di euro.
Claudio Descalzi, AD di Eni (nella foto), ha commentato: "Nel 2024, crescita e creazione di valore hanno raggiunto un livello di eccellenza, supportati dalla nostra struttura finanziaria e dalla disciplina nei costi. La nostra posizione di leadership nell’industria è frutto della competitività del portafoglio di attività e del coerente disegno gestionale e finanziario del modello satellitare, che ha concretizzato oltre 21 miliardi di euro di valore d’impresa nel corso dell’anno. Continuiamo a estrarre valore dal nostro portafoglio di risorse, con E&P che ha conseguito un incremento del 3% nella produzione di gas e petrolio guidato dagli avvii di progetti organici e dall’integrazione di Neptune. Ne abbiamo accresciuto il valore attraverso la creazione di un nuovo satellite geograficamente focalizzato in combinazione con Ithaca Energy nel Mare del Nord, portando nel contempo avanti la dismissione di attività mature e non strategiche. La nostra esplorazione ha proseguito nel proprio percorso di risultati di assoluto rilievo, con 1,2 miliardi di euro di boe di nuove risorse, che costituiscono la base per lo sviluppo futuro e aprono opportunità di monetizzazione anticipata delle scoperte, in linea con il nostro dual model. Il business della chimica, impattato dalle debolezze strutturali dell’industria europea, ha avviato un processo di ristrutturazione e di trasformazione che farà leva sulle nostre competenze tecnologiche nel costruire business caratterizzati da vantaggi competitivi nella transizione energetica e nell’economia circolare".
"Plenitude ed Enilive" - prosegue l'AD - "hanno entrambe conseguito gli obiettivi annuali in termini di EBITDA, nonostante il contesto di mercato sfidante, evidenziando il valore del nostro approccio focalizzato sul lungo termine. I risultati operativi sono stati eccellenti, come evidenziano la crescita della capacità installata di rinnovabili e delle lavorazioni. Applicando il nostro consolidato modello satellitare, stiamo avanzando nella realizzazione dei progetti CCS in Italia e nel Regno Unito, ponendo le basi per la creazione di un nuovo satellite legato alla transizione, facendo leva sulle nostre competenze distintive e sul posizionamento dei nostri asset. Questi eccellenti progressi strategici e operativi hanno consentito di realizzare 14,3 miliardi di euro di utile operativo proforma adjusted e 13,6 miliardi di euro di flusso di cassa adjusted, entrambi ben superiori alle nostre previsioni".
Descalzi conclude: "Dopo aver finanziato 8,8 miliardi di euro di investimenti organici, livello minore rispetto alle stime iniziali, la gestione ha reso disponibile un avanzo pari a circa 5 miliardi di euro, in grado di coprire la remunerazione degli azionisti, che comprende un dividendo incrementato rispetto al 2023 e un ritmo accelerato nel programma di riacquisto di azioni proprie quasi raddoppiato a 2 miliardi di euro. Inoltre, le nostre operazioni di portafoglio hanno consentito di traguardare un minimo storico nel rapporto d’indebitamento attestatosi su base proforma al 15%, che ci assicura la flessibilità finanziaria per continuare a investire nel business e a remunerare i nostri azionisti attraverso i cicli dell’industria".