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Epstein files, bufera senza fine: carte mancanti e accuse politiche

- di: Vittorio Massi
 
Epstein files, bufera senza fine: carte mancanti e accuse politiche
Epstein files, bufera senza fine: carte mancanti e accuse politiche
Tra censure, documenti spariti e pressioni sul Dipartimento di Giustizia.

La tempesta sugli Epstein files non accenna a placarsi. Anzi, cresce di intensità e si trasforma in un caso politico di primo piano negli Stati Uniti. Dopo la pubblicazione parziale dei documenti legati al finanziere accusato di traffico sessuale di minori, emergono accuse di violazioni di legge, richieste di indagini parlamentari e sospetti di una censura pensata per proteggere personaggi potenti.

Un rilascio contestato fin dal primo giorno

La diffusione delle carte, avvenuta a metà dicembre 2025, avrebbe dovuto garantire trasparenza. Invece ha acceso lo scontro. Il Dipartimento di Giustizia ha sostenuto che le ampie parti oscurate fossero necessarie per tutelare le vittime e le loro famiglie. Ma una parte significativa del Congresso, insieme ad alcune delle donne abusate da Epstein e dalla sua storica collaboratrice Ghislaine Maxwell, non è convinta.

Secondo i critici, le censure avrebbero avuto un obiettivo diverso: evitare imbarazzi a figure politiche ed economiche di primo piano. Una tesi rilanciata da media statunitensi come il New York Times e il Washington Post tra il 20 e il 22 dicembre 2025, analizzando le discrepanze tra i documenti annunciati e quelli effettivamente pubblicati.

Il Congresso passa al contrattacco

La reazione del Congresso non si è fatta attendere. Dopo un’iniziativa bipartisan promossa dai deputati Ro Khanna e Thomas Massie, è intervenuto anche il leader democratico alla Camera, Hakeem Jeffries. La divulgazione, ha dichiarato il 21 dicembre 2025, “non rispetta quanto previsto dalla legge”.

Il riferimento è all’Epstein Files Transparency Act, che impone al Dipartimento di Giustizia di fornire al Congresso un resoconto dettagliato di ciò che viene pubblicato e di ciò che viene omesso, comprese le motivazioni delle censure. Una spiegazione scritta è stata formalmente richiesta e attesa entro pochi giorni.

“Una violazione della legge federale”

Ancora più duro il senatore Dick Durbin, membro di spicco della commissione Giustizia del Senato. In una nota diffusa il 22 dicembre 2025, ha parlato apertamente di violazione della legge federale, accusando l’amministrazione di aver agito per proteggere “ricchi e potenti”.

Durbin ha anche evocato un possibile scontro frontale: indagini formali e, nei casi più estremi, persino ipotesi di impeachment per i vertici del Dipartimento coinvolti nella gestione dei dossier.

La retromarcia: 119 pagine ripubblicate

Sotto la pressione politica e mediatica, il Dipartimento di Giustizia ha fatto un passo indietro. Il 22 dicembre 2025 sono state ripubblicate 119 pagine relative al processo del 2021 contro Ghislaine Maxwell a New York, questa volta con “censure minime”.

In un messaggio pubblicato sul social X, il Dipartimento ha ribadito che l’esame dei documenti proseguirà “con la massima cautela” e nel rispetto della legge, sottolineando la centralità della tutela delle vittime.

I documenti scomparsi e la foto che fa discutere

Resta però un altro nodo irrisolto: almeno 16 documenti sarebbero scomparsi dal sito ufficiale dedicato al caso Epstein. Lo hanno segnalato, tra il 21 e il 23 dicembre 2025, diverse testate americane, tra cui CNN e Politico.

Tra i file rimossi figurerebbero anche fotografie già note al pubblico, comprese immagini di dipinti e una foto che ritrae Donald Trump insieme a Epstein, Melania Trump e Ghislaine Maxwell. Una foto circolata da anni, ma ora improvvisamente assente dall’archivio ufficiale.

La difesa del Dipartimento

A difendere la linea della censura è intervenuto il vice procuratore generale Todd Blanche in un’intervista televisiva a NBC, andata in onda il 22 dicembre 2025. Secondo Blanche, l’oscuramento non ha nulla di politico: “Serve esclusivamente a proteggere le vittime”.

Blanche ha assicurato che nessuna informazione rilevante su Donald Trump verrà occultata, a meno che non sia espressamente vietato dalla legge, come nel caso di dati sensibili o coperti da segreto professionale.

Una vicenda tutt’altro che chiusa

Il caso Epstein, a distanza di anni dalla morte del finanziere, continua dunque a produrre onde d’urto. La combinazione di documenti mancanti, censure controverse e tensioni politiche lascia presagire nuovi sviluppi.

Secondo analisti politici intervistati da Reuters il 23 dicembre 2025, la partita ora si gioca tutta sul terreno della trasparenza: se il Dipartimento di Giustizia non fornirà spiegazioni convincenti, il Congresso potrebbe davvero aprire un’indagine formale.

E la bufera, a quel punto, è destinata a diventare tempesta.

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