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L’Etna torna a farsi sentire: nuove eruzioni e colate laviche nella notte

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
L’Etna torna a farsi sentire: nuove eruzioni e colate laviche nella notte

L’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, ha dato nuovamente spettacolo nella notte con una serie di eruzioni e colate laviche partite dal Cratere di Sud-Est. L’attività, già segnalata nei giorni scorsi con un progressivo aumento della pressione magmatica, si è intensificata nelle prime ore del mattino, generando fontane di lava pulsanti che hanno raggiunto i 200-300 metri di altezza. La scena, visibile anche da Catania e da numerosi comuni etnei, ha attirato l’attenzione di esperti, cittadini e curiosi.

L’Etna torna a farsi sentire: nuove eruzioni e colate laviche nella notte

Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), la fase eruttiva è ancora in corso ma al momento non presenta elementi di rischio per la popolazione. Le colate laviche si dirigono verso la Valle del Bove, un’area disabitata e da tempo considerata “zona di contenimento naturale” delle emissioni vulcaniche. I centri abitati più vicini, come Zafferana Etnea e Nicolosi, non sono stati coinvolti né evacuati.

Cenere e rumore: notte agitata nei paesi etnei

Oltre allo spettacolo visivo, l’eruzione ha provocato anche un’intensa attività sonora, con boati e tremori avvertiti distintamente in un raggio di decine di chilometri. In diversi comuni pedemontani, la popolazione ha riferito di vibrazioni alle finestre e di un rumore simile a un tuono prolungato, tanto da far pensare a una scossa sismica. Al mattino, uno spesso strato di cenere vulcanica ha coperto tetti, strade e automobili, rendendo necessario l’intervento dei servizi comunali per la pulizia e la messa in sicurezza della viabilità.

Aeroporti e linee ferroviarie, finora, non hanno subito disagi significativi. L’aeroporto di Catania Fontanarossa resta operativo, ma le autorità stanno monitorando l’evoluzione della nube vulcanica per valutare eventuali sospensioni temporanee dei voli. L’unità di crisi è stata attivata, come da protocollo, per coordinare ogni eventuale misura di emergenza.

L’analisi degli esperti: “Un’eruzione nella norma, ma va seguita”


I vulcanologi dell’INGV hanno classificato l’attuale fase eruttiva come “moderata ma in evoluzione”. Il Cratere di Sud-Est, già protagonista delle eruzioni del 2021 e del 2022, si conferma il più attivo e dinamico del sistema etneo. “Non ci troviamo davanti a un evento eccezionale – ha spiegato il vulcanologo Boris Behnckema la velocità con cui l’attività è aumentata impone un’attenzione continua. Al momento, i segnali sismici e termici restano stabili, ma non possiamo escludere nuove fasi esplosive nelle prossime ore o giorni”.

L’Etna è uno dei vulcani più monitorati al mondo, con una rete capillare di sensori e telecamere che permette di seguire in tempo reale ogni variazione. Tuttavia, proprio l’imprevedibilità delle sue dinamiche interne rende necessaria una vigilanza costante, soprattutto nei periodi di transizione tra fasi esplosive e quiescenti.

L’impatto sul territorio e il fascino del vulcano

L’eruzione ha riacceso anche il dibattito sull’impatto delle attività vulcaniche sul tessuto economico e ambientale della regione. Per i coltivatori, la ricaduta di cenere rappresenta un danno immediato, in particolare per i frutteti e i vigneti di alta quota, mentre per il turismo l’Etna continua a essere una fonte di attrazione unica. Nelle prossime ore, salvo peggioramenti, le guide alpine torneranno a offrire escursioni controllate nelle zone perimetrali, con accesso regolato e divieto assoluto di avvicinarsi alle bocche attive.

Il Parco dell’Etna ha emesso un avviso di allerta gialla, raccomandando prudenza ai residenti e ai visitatori, ma confermando che non ci sono al momento motivi per un’interdizione estesa. I sindaci dei comuni interessati stanno coordinando gli interventi di protezione civile e aggiornando costantemente la popolazione.

Un gigante vivo nel cuore della Sicilia

L’Etna, patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2013, si conferma ancora una volta come un simbolo potente e imprevedibile della Sicilia. Con oltre 3.300 metri di altezza e una superficie di 1.190 km², rappresenta non solo una realtà geologica unica ma anche un elemento centrale dell’identità territoriale. Ogni sua eruzione, pur tra timori e disagi, rinnova un legame millenario tra l’uomo e la natura, fatto di rispetto, adattamento e resilienza.

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