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Ex Ilva, ora della verità: scenari, offerte e sfide future si aspetta la mezzanotte

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ex Ilva, ora della verità: scenari, offerte e sfide future si aspetta la mezzanotte
Il 10 gennaio 2025 rappresenta una data cruciale per il futuro dell'ex Ilva di Taranto, simbolo controverso della siderurgia italiana. Alla mezzanotte scadranno i termini per presentare le offerte vincolanti per l'acquisizione di Acciaierie d’Italia. Dopo una proroga rispetto alla scadenza iniziale del 30 novembre 2024 , i Commissari straordinari riceveranno le proposte, aprendo una nuova fase di trattative che definirà il destino del colosso industriale.

Ex Ilva, ora della verità: scenari, offerte e sfide future si aspetta la mezzanotte

L'ex Ilva è oggi un gigante ferito: produzioni a livelli minimi, altiforni quasi spenti, cassa integrazione per migliaia di lavoratori. Gli investimenti per decarbonizzare e rilanciare sono immensi, ma necessari per garantire una transizione verso un modello sostenibile, come richiesto dal governo italiano. Il decreto Milleproroghe ha incrementato di ulteriori 100 milioni di euro il prestito ponte nei confronti di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, portandolo da 320 a 420 milioni, per sostenere l'azienda in questa fase critica .

Chi sono i contendenti?

I nomi sul tavolo riflettono un mix di ambizioni globali e interessi nazionali. Tra i principali candidati emergono Vulcan Green Steel, parte del gruppo indiano Jindal Steel International, e l’azienda siderurgica azera Baku Steel Company . Delegazioni di entrambe le aziende hanno visitato gli impianti di Taranto, mostrando un forte interesse per l’acquisizione. Al contrario, Metinvest e Stelco sembrano essersi defilate, lasciando campo libero alle altre realtà internazionali . I sindacati restano in allerta, temendo uno 'spezzatino' che spaccherebbe i siti produttivi, preferendo invece un'acquisizione unitaria che garantisca la continuità industriale e occupazionale.

I lavoratori al centro del dibattito

Con oltre 3.000 dipendenti in cassa integrazione e prospettive incerte, il nodo occupazionale resta centrale. A novembre 2024, 2.534 dipendenti diretti sono stati collocati in cassa integrazione straordinaria . La ripresa degli altiforni e l’avvio del nuovo impianto di riduzione diretta sono passi obbligati per riportare l’ex Ilva a livelli competitivi. Nel frattempo, Acciaierie d’Italia ha raggiunto l'obiettivo di 2 milioni di tonnellate d’acciaio prodotte, prevedendo un bonus per i lavoratori con lo stipendio di gennaio, che sarà pagato il 12 febbraio . Inoltre, è stato siglato un accordo per l'introduzione dello smart working, che coinvolgerà 2.200 dipendenti su circa 10.000, in via sperimentale per il periodo 1 gennaio-31 dicembre 2025 .

Le incognite energetiche

Un ulteriore elemento di complessità è rappresentato dal costo dell'energia, che rischia di condizionare l’esito della gara. Gli acquirenti chiedono incentivi per l'energia, considerando l'impatto significativo dei prezzi energetici sulla competitività dell'acciaieria . Il governo italiano dovrà affrontare questa sfida, bilanciando le esigenze degli investitori con le politiche energetiche nazionali.

Che ne sarà dell'Ilva?


Il futuro dell'ex Ilva dipenderà dalla capacità di coniugare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e tutela sociale. La posta in gioco non è solo industriale: è un test per il sistema Paese, chiamato a bilanciare sviluppo economico e responsabilità collettiva. Le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane saranno determinanti per il rilancio di un asset strategico per l'Italia e per la salvaguardia dei livelli occupazionali in un'area già segnata da profonde crisi economiche, sociali ed ambientali.
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