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Ferrero vicina all’acquisizione di Kellogg: operazione da 3 miliardi di dollari

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ferrero vicina all’acquisizione di Kellogg: operazione da 3 miliardi di dollari

Il gruppo Ferrero, fiore all’occhiello dell’industria alimentare italiana, è in fase avanzata per l’acquisizione di Kellogg, storico produttore americano di cereali da colazione. La notizia, riportata dal Wall Street Journal, ha fatto rapidamente il giro del mondo finanziario, aprendo scenari di portata globale per il futuro assetto del settore food & beverage. Secondo fonti vicine al dossier, l’operazione si attesterebbe intorno ai 3 miliardi di dollari e potrebbe essere annunciata ufficialmente già nelle prossime settimane.

Ferrero vicina all’acquisizione di Kellogg: operazione da 3 miliardi di dollari

Quella in corso non è una semplice manovra industriale, ma un atto di forza che conferma la strategia di Ferrero di consolidare la propria presenza sul mercato nordamericano e, più in generale, nel segmento della prima colazione. Dopo le precedenti acquisizioni di Nestlé USA, Keebler e parte del business dolciario di Kellogg stesso, il gruppo guidato da Giovanni Ferrero mostra di voler spingere ancora più in là i confini del proprio impero commerciale. L’obiettivo è chiaro: diventare leader globale nel mercato alimentare dolce, superando i giganti statunitensi e portando l’eccellenza italiana nei prodotti di largo consumo a una nuova scala.

Il valore simbolico dell’operazione

L’acquisizione di un marchio come Kellogg, noto in tutto il mondo per icone come Corn Flakes e Frosties, ha un valore che va ben oltre la dimensione economica. Si tratta di una conquista simbolica che conferma la credibilità internazionale del capitalismo familiare italiano, capace di reggere la concorrenza delle multinazionali americane e asiatiche. In un momento in cui l’Italia fatica a imporsi in altri settori strategici, l’industria alimentare continua a rappresentare una delle eccellenze esportabili, e Ferrero ne è l’emblema più compiuto.

Una partita anche geopolitica
L’operazione si inserisce in un contesto globale in cui le politiche protezionistiche, in particolare quelle varate dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, stanno ridisegnando gli equilibri commerciali tra i blocchi economici. Nonostante il clima di maggior cautela verso le acquisizioni straniere, Ferrero gode di una reputazione consolidata negli Stati Uniti e di una struttura societaria che ha sempre privilegiato il rispetto delle regole locali. L’affare potrebbe dunque essere ben visto anche da Washington, in quanto rafforza una filiera produttiva interna già esistente.

Il peso dell’innovazione e della sostenibilità

Dietro l’espansione di Ferrero si cela anche una strategia industriale fondata su innovazione e sostenibilità. Il gruppo ha investito massicciamente nella ricerca di soluzioni a basso impatto ambientale e nella diversificazione dei prodotti. L’integrazione con Kellogg consentirebbe di unire l’esperienza americana nella colazione con la creatività e la qualità dei processi europei. Inoltre, la combinazione delle due aziende permetterebbe sinergie logistiche e distributive su scala continentale, aprendo anche nuove vie di sviluppo in Asia e Africa.

Una scommessa su scala globale
Se confermata, l’operazione Ferrero-Kellogg diventerebbe una delle più importanti acquisizioni italiane all’estero degli ultimi dieci anni. Per il gruppo di Alba, si tratterebbe di un salto definitivo nel club dei protagonisti mondiali del food, mentre per Kellogg sarebbe l’inizio di una nuova fase dopo anni di stagnazione. Il matrimonio tra due giganti della colazione potrebbe ridisegnare le abitudini alimentari di milioni di consumatori e rilanciare il marchio italiano in un settore in continua evoluzione.

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