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Imprese, 5 consigli per gestire i flussi di cassa aziendali a fine anno

- di: Barbara Bizzarri
 
Imprese, 5 consigli per gestire i flussi di cassa aziendali a fine anno

A fine anno sono previsti molteplici versamenti per le imprese, avverte  Finanza.tech, Società Benefit e fintech company quotata su Euronext Growth Milan, che in vista della fine del 2024 ha stilato cinque consigli utili alle imprese per amministrare al meglio le risorse grazie alle potenzialità del digitale e, in particolare, del Supply Chain Finance, le cui soluzioni sono sempre più adottate dalle aziende in Italia.

Imprese, 5 consigli per gestire i flussi di cassa aziendali a fine anno

Le società che hanno deciso di rateizzare il pagamento delle imposte legate alla dichiarazione dei redditi in 6 o 7 rate, infatti, a novembre e dicembre si troveranno a dover saldare le ultime rate in coincidenza con altre scadenze, tra le quali il versamento dell’IVA periodica (il 18 novembre e il 16 dicembre), dei contributi fissi INPS (il 18 novembre), del saldo IMU 2024 (il 16 dicembre), senza dimenticare il pagamento delle 13esime ai dipendenti. In questo scenario, è fondamentale per le aziende prepararsi sin da ora per gestire al meglio la liquidità, facendo scelte oculate.

“Il Supply Chain Finance sta acquisendo un ruolo sempre più strategico per l’accesso al credito delle imprese italiane, permettendo loro di finanziare il capitale circolante che, a causa della coincidenza di molteplici adempimenti fiscali, a novembre e dicembre potrebbe essere messo a dura prova - spiega Giovanni MarrazzoResponsabile Amministrazione, Finanza e Controllo di Finanza.tech -. Grazie al digitale, le aziende oggi hanno la possibilità di fruire in modo semplice e veloce di queste e altre soluzioni per affrontare le sfide di fine 2024: un periodo da gestire efficacemente, facendo leva sui benefici garantiti dalla tecnologia e sul supporto di professionisti in grado di garantire in outsourcing quelle competenze finanziarie utili alle PMI per operare al meglio”.

Nell’ultimo anno, la stretta creditizia sul comparto produttivo ha comportato un taglio alla concessione di prestiti alle aziende erogati dalle banche, che sono diminuiti, secondo gli ultimi dati elaborati dal Centro Studi di Unimpresa, da 636,74 miliardi di euro a 611,17 miliardi di euro, con una contrazione pari al -4,02%. In questo scenario, l’accesso a fonti di finanziamento rappresenta un aspetto fondamentale per le PMI al fine di affrontare situazioni di bassa liquidità in modo tempestivo. La tecnologia, grazie all’applicazione dell’intelligenza artificiale e di strumenti di business information, oggi offre alle aziende molteplici possibilità di credito differenti dalle soluzioni tradizionali, consentendo loro di accedere ai mercati dei capitali nelle forme e nei tempi più coerenti con le loro reali necessità tramite servizi finanziari mirati.

Dopo aver registrato un incremento del +10,2% nel 2022, il mercato potenziale del credito di filiera in Italia ha proseguito la sua espansione lo scorso anno, con una crescita stimata tra lo 0,5% e il 3%, per attestarsi su un valore tra i 563-575 miliardi di euro di crediti commerciali complessivi. A dirlo è l’edizione 2023/2024 dell’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano secondo cui, tra le diverse soluzioni in questo ambito, la più utilizzata dalle aziende italiane nel 2023 è stata il factoring, ovvero la cessione di crediti commerciali a operatori specializzati, che ha raggiunto un valore di 60,4 miliardi di euro. Il factoring, in situazioni congiunturali sensibili come quella che caratterizzerà i mesi di novembre e dicembre, è in grado di offrire alle imprese liquidità in tempi rapidi. Anche in questo caso, l’incontro tra domanda e offerta trova nel digitale un importante alleato, in grado di abilitare il trasferimento di questi crediti in modo semplice e veloce ai giusti referenti.

Discorso identico vale per i crediti fiscali: in caso il loro importo sia superiore al proprio fabbisogno, l’impresa può decidere di cederli a un soggetto terzo. Questa operazione consente di monetizzare la loro cessione con un tasso di sconto utile a portare avanti l’operatività dell’impresa nel ‘day by day’ disponendo di nuove risorse finanziarie in tempi brevi. Il digitale, grazie a piattaforme facilmente accessibili da Internet, oggi permette a qualsiasi azienda di valutare il proprio credito fiscale in pochi istanti e di ricevere la migliore quotazione in fase di cessione a seconda della tipologia, delle annualità e della somma del credito.

Anche acquistare crediti fiscali può aiutare l’impresa a finanziare il capitale circolante ottimizzando le uscite di cassa derivanti dall'adempimento degli obblighi fiscali. L’acquisto di crediti fiscali, infatti, permette all’azienda di ridurre immediatamente il proprio debito nei confronti dell’erario, liberando risorse utili per altre attività funzionali e strategiche alla continuità operativa dell’impresa. L'acquisto di crediti fiscali oggi è un processo semplice che, tramite soluzioni intuitive fruibili dal web, permette ad aziende e professionisti di acquistare crediti di terze parti in pochi click. Il tutto, con un tasso di sconto interessante e vantaggioso.  

Il noleggio operativo è una forma di locazione di beni strumentali che, a differenza dell’acquisto, viene utilizzato dalle aziende per evitare di immobilizzare i capitali. Facilmente accessibile tramite servizi digitali offerti da operatori specializzati, rappresenta un servizio cui sempre più imprese si affidano per aggiornare frequentemente le loro attrezzature e tecnologie. Questo strumento, infatti, consente all’azienda di evitare l’obsolescenza degli strumenti in uso e di adottare sempre soluzioni di ultima generazione, hardware e software, utili a ottimizzare i processi interni. Non solo: da un punto di vista      finanziario, il noleggio operativo rappresenta un’operazione di risparmio fiscale dal momento che il relativo canone può essere dedotto come spesa operativa. Questo consente all’impresa di migliorare la gestione della liquidità e di sfruttare le risorse risparmiate per investimenti in altre aree, oltre che per far fronte a periodi particolarmente sfidanti in termini di uscite di cassa come quello che caratterizzerà la fine del 2024.

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