Fine della proroga, si chiude l’era dello smart working

- di: Barbara Bizzari
 

La proroga dello smart working garantito dalle procedure semplificate attivate durante la pandemia è scaduta il 31 marzo: riguardava i lavoratori affetti da determinate patologie e i genitori di minori sotto i 14 anni nel settore privato. Ma, da questo momento in poi, l’applicazione dello smart working sarà regolata esclusivamente da accordi individuali tra azienda e lavoratori. Infatti, è stato respinto un emendamento al Decreto Milleproroghe che avrebbe esteso ulteriormente la scadenza per lo smart working: di conseguenza, non sarà più possibile usufruire dello smart working per le persone immunodepresse, affette da patologie croniche e per i genitori di minori sotto i 14 anni in base a procedure semplificate.

Fine della proroga, si chiude l’era dello smart working

I dati raccolti dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, evidenziano che, nel 2023, il numero di lavoratori in smart working in Italia ha raggiunto i 3,585 milioni, registrando una leggera crescita rispetto ai 3,570 milioni del 2022 e un notevole aumento del 541% rispetto al periodo pre-Covid, mentre per quanto riguarda il 2024, si stima che il numero di smart worker in Italia raggiungerà quota 3,65 milioni.

Da ora in poi, il lavoro a distanza, precedentemente garantito dalle procedure semplificate, rientrerà nella normativa ordinaria prevista dalla legge 81 del 2017. Questo significa che l’utilizzo dello smart working dipenderà dalla stipula di accordi individuali tra datore di lavoro e dipendente e non sarà più considerato un “diritto” per il lavoratore, bensì una “modalità di esecuzione della prestazione”.

Nel settore privato, fino al 31 marzo, lo smart working semplificato poteva essere richiesto dai dipendenti con figli sotto i 14 anni o dai lavoratori fragili, previa certificazione medica. Tuttavia, dal primo aprile, la possibilità di fruire dello smart working dipenderà esclusivamente da accordi tra le parti, senza criteri di priorità nell’accesso.

Nel settore pubblico, il diritto allo smart working per i lavoratori fragili è terminato il 31 dicembre 2023. Restano valide le misure previste dalla direttiva del ministro Paolo Zangrillo del 29 dicembre 2023, che permette ai dirigenti responsabili di individuare le misure organizzative necessarie per proteggere i dipendenti più esposti a rischi per la salute attraverso accordi individuali.

Si tratta di un cambiamento che segna il ritorno al modello stabilito nel 2017 per lo smart working in Italia. Nonostante il significativo aumento nell’uso dello smart working durante il periodo di emergenza sanitaria, si è deciso di tornare a una modalità di applicazione più tradizionale, basata su accordi tra le parti.

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