Intercettate 13 navi dirette a Gaza: attivisti trasferiti ad Ashdod. Cortei e blocchi a Roma, Napoli, Milano; sindacati verso lo sciopero generale.
Nel tratto di Mediterraneo verso Gaza, la voce della marina israeliana ha intimato lo stop: “State entrando in una zona di combattimento. Cambiate rotta”. Pochi minuti e l’orizzonte delle barche della Flotilla si è riempito di gommoni e motovedette. La scena è stata rapida: abbordaggi in sequenza, cannoni ad acqua, granate stordenti a illuminare il cielo. Gli equipaggi, con le mani alzate e i documenti pronti, non hanno opposto resistenza.
La dinamica dell’abbordaggio
L’ammiraglia Alma è stata la prima ad essere affiancata. Secondo i racconti degli attivisti una barca è stata urtata di prua; non risultano feriti. Le unità israeliane hanno circondato e rallentato i natanti, intimando di consegnare telefoni e passaporti. Le navi civili sono state quindi prese in consegna e instradate verso Ashdod. A bordo, tra gli altri, la climattivista Greta Thunberg e diversi parlamentari europei.
Chi c’era a bordo
In mare un eterogeneo gruppo di circa 500 persone da 44 Paesi: volontari, giuristi, parlamentari, amministratori locali. Dall’Italia una delegazione numerosa con esponenti di più forze politiche. La missione trasportava aiuti non letali – alimenti, beni essenziali – diretti alla Striscia.
Le voci dal ponte
Gli equipaggi hanno descritto fasi concitate ma senza colpi d’arma da fuoco. In più messaggi gli attivisti hanno ribadito: “Siamo una missione di pace”. Dal lato israeliano, la comunicazione ufficiale ha parlato di zona di guerra e della disponibilità a convogliare gli aiuti per vie controllate. In serata fonti diplomatiche hanno fatto sapere che gli attivisti sono stati trasferiti e sottoposti a verifiche.
Il dopo in Italia: piazze piene e blocchi
La notizia dell’intercettazione ha innescato manifestazioni immediate in molte città italiane. A Roma migliaia di persone hanno sfilato fino alle stazioni e in centro; a Napoli si sono registrati blocchi del trasporto e presidi alla stazione; a Milano cortei spontanei hanno attraversato il centro. Presidi e assemblee anche a Bologna, Torino, Pisa, Firenze, Genova. Diversi sindacati di base e confederali hanno annunciato o sostenuto una giornata di sciopero e mobilitazioni con iniziative nei porti e nelle principali arterie del Paese.
Il quadro internazionale
In parallelo, nuove pressioni diplomatiche sono arrivate da capitali europee e latinoamericane. In più Paesi si sono tenuti sit-in davanti alle ambasciate israeliane. Il tema è diventato immediatamente politico, tra richieste di chiarimenti sulle procedure adottate in mare e appelli a garantire tutela legale ai fermati.
Cosa succede ora
Con le imbarcazioni scortate verso Ashdod, l’attenzione si sposta su identificazione, rilascio e eventuali espulsioni. Il governo italiano segue gli sviluppi attraverso l’unità di crisi, mentre associazioni e reti di supporto si organizzano per l’assistenza legale. Nel frattempo la protesta cresce nelle piazze e promette di proseguire nei prossimi giorni.
Il punto politico: la Flotilla non ha raggiunto Gaza, ma ha rimesso al centro il nodo dell’accesso umanitario e la battaglia globale per i corridori di aiuti. Qualunque sarà l’esito giudiziario per gli attivisti, la giornata segna un salto di intensità nel confronto internazionale sul blocco navale.