Si è spento a 68 anni, nella sua abitazione romana, Francesco Trapani, figura di primo piano dell’imprenditoria italiana e internazionale. Discendente della storica famiglia Bulgari, Trapani ha dedicato la sua vita professionale al mondo del lusso, legando indissolubilmente il proprio nome alla maison fondata nel 1884 e trasformata, sotto la sua guida, in uno dei protagonisti globali della gioielleria e dell’alta moda.
Addio a Francesco Trapani, per trent’anni alla guida della maison Bulgari
La notizia della morte ha suscitato un’ondata di cordoglio nel mondo economico e finanziario, oltre che nel settore creativo, dove la sua visione manageriale è stata riconosciuta come determinante per l’espansione del brand.
L’ascesa alla direzione
Trapani ha assunto la carica di amministratore delegato di Bulgari nel 1984, in una fase delicata per il marchio, che pur vantando una tradizione consolidata necessitava di una strategia moderna per affrontare i mercati internazionali. Con pragmatismo e spirito innovativo, Trapani ha saputo imprimere un’accelerazione decisiva all’internazionalizzazione delle attività. La sua gestione ha portato all’apertura di nuove boutique in capitali strategiche e alla diversificazione dei settori, spaziando dall’orologeria alle fragranze, dalla pelletteria fino all’ospitalità di lusso. Una visione che ha fatto scuola nel panorama del made in Italy e che ha consolidato Bulgari come sinonimo di eccellenza riconosciuta a livello globale.
La quotazione in Borsa e la sfida della finanza
Uno dei momenti più significativi della carriera di Trapani è stato il 1995, quando decise di portare Bulgari alla quotazione alla Borsa di Milano. Una scelta che all’epoca apparve coraggiosa e innovativa per un marchio del lusso, abituato a muoversi in circuiti più tradizionali e riservati. L’operazione consentì all’azienda di raccogliere capitali importanti per sostenere l’espansione internazionale e rappresentò un modello seguito successivamente da altre realtà del settore. Per oltre quindici anni, fino al 2011, Bulgari rimase quotata, affrontando con successo le sfide della finanza globale e confermando la capacità del management di coniugare tradizione artigianale e dinamiche di mercato.
L’ingresso in LVMH
Il 2011 segnò un’altra tappa cruciale con l’ingresso del marchio nel gruppo francese LVMH, colosso mondiale del lusso. Trapani fu protagonista di quella complessa operazione, che segnò un passaggio storico per la maison e garantì a Bulgari la possibilità di crescere ulteriormente grazie alla forza e alla capillarità del network internazionale del gruppo. In quella fase, la sua figura emerse come ponte tra la tradizione familiare e le logiche dei grandi conglomerati globali. Per anni continuò a ricoprire incarichi di rilievo all’interno del gruppo, contribuendo a orientare le strategie nel settore gioielliero e mantenendo salda la reputazione di manager di talento.
L’imprenditore e il manager
Al di là dei traguardi aziendali, Trapani è stato un uomo capace di coniugare la passione imprenditoriale con la competenza manageriale. Attento alle tendenze del mercato ma anche alla cura del dettaglio, si è distinto per uno stile di leadership che puntava sull’innovazione senza rinunciare all’identità del marchio. Il suo nome è stato associato non solo alla crescita di Bulgari ma anche a una stagione di trasformazione del settore del lusso in Italia, con un approccio sempre più orientato alla competizione globale.
Il ricordo e l’eredità
La notizia della sua scomparsa ha suscitato reazioni commosse da parte di colleghi, collaboratori e rappresentanti del mondo economico. Molti hanno ricordato la sua capacità di visione, l’attenzione ai giovani talenti e la determinazione con cui ha portato avanti la sua missione di valorizzare il lusso italiano. L’eredità di Francesco Trapani rimane nelle strategie che hanno reso Bulgari un marchio mondiale e nell’esempio di un manager che ha saputo tenere insieme radici familiari e apertura internazionale.