Israele-Gaza: notti di ferro e di lacrime
La terra martoriata della Striscia di Gaza è oggi teatro di una nuova escalation drammatica. Il 23 agosto 2025 i carri armati israeliani hanno continuato l’avanzata nel cuore di Gaza City. Dall’alba si contano almeno 51 morti, tra cui otto bambini, colpiti tra le tende degli sfollati — alcune distrutte dall’artiglieria israeliana nell’area di Asdaa, a nordovest di Khan Younis — e in un raid nella zona di Jabalia an-Nazla.
Scontri interni al governo di Israele, parole dure e tensioni crescenti
All’interno del governo israeliano, scontro aperto tra il capo di stato maggiore Eyal Zamir e i ministri dell’estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Smotrich avrebbe dichiarato: “Chi non evacua… può morire di fame o arrendersi”. In serata, migliaia di cittadini si sono riversati nelle piazze di Tel Aviv per protestare, mentre il malcontento verso l’esecutivo cresce in maniera esponenziale.
L’offerta di Gantz: un governo per gli ostaggi
Benny Gantz ha lanciato una proposta politica forte: formare un “governo per la liberazione degli ostaggi”, con un mandato di sei mesi che eviti elezioni anticipate. Il suo appello — rivolto a Netanyahu, Lapid e Liberman — prevede l’adesione temporanea del centrismo al governo in carica per concentrare le forze sulla liberazione dei rapiti. Gantz ha affermato: “Non voglio salvare Netanyahu, ma gli ostaggi”.
La risposta non si è fatta attendere: Avigdor Liberman ha escluso “accordi di resa con Hamas”, mentre Itamar Ben Gvir ha chiesto una “vittoria assoluta”.
La guerra non si interrompe: numeri terribili sul terreno
Nonostante le spinte diplomatiche, la campagna militare continua senza sosta. Dall’inizio della giornata, la Striscia di Gaza registra oltre 50 vittime, con sei bambini uccisi e diversi altri feriti negli attacchi di artiglieria nelle tende degli sfollati ad Asdaa e a Jabalia an-Nazla.
Contesto più ampio: ostaggi, negoziati e rassegnazione pubblica
Il tema degli ostaggi è stato centrale fin dall’inizio del conflitto: a gennaio 2025, un armistizio suddiviso in tre fasi ha portato a scambi tra prigionieri israeliani e palestinesi, sotto la mediazione di Stati Uniti, Egitto e Qatar, con approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Tuttavia, gli scambi successivi sono rallentati da reciproche accuse di violazione degli accordi.
Secondo dati aggiornati a giugno 2025, su 251 ostaggi presi durante l’attacco del 7 ottobre 2023, circa 148 sono stati rilasciati (inclusi alcuni deceduti), 49 recuperati morti, e restano circa 50 persone nelle mani di Hamas, tra cui alcuni ritenuti già morti.
Un quadro di disperazione
Quello di oggi è un quadro di disperazione e di confronto politico feroce. Gaza è un campo di battaglia, ma anche un dramma umano dove fuggono allarmi silenziosi nelle tende strappate dalle bombe. In Israele, Gantz propone un’alternativa alla guerra: un governo d’emergenza capace di salvare vite. L’estrema destra risponde con fermezza ideologica, rifiutando qualsiasi compromesso.
E intanto i bambini cadono, gli sfollati piangono, e la guerra non lascia spazio alla tregua.