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Trump contro Putin: “Sta uccidendo innocenti, è impazzito”

- di: Bruno Legni
 
Trump contro Putin: “Sta uccidendo innocenti, è impazzito”
Il presidente USA minaccia sanzioni a Mosca e attacca anche Zelensky. Intanto i negoziati sulla guerra sembrano al punto morto.
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Trump volta le spalle a Putin: “Non mi piace quello che sta facendo”
Donald Trump rompe con Vladimir Putin. Dopo anni di dichiarazioni ambigue, strizzatine d’occhio e toni concilianti, il presidente americano è andato all’attacco: “Sta uccidendo molte persone. Non mi piace per niente quello che sta facendo”, ha detto parlando ai giornalisti fuori dal suo resort di Morristown, in New Jersey. “Lo conosco da tanto tempo, siamo sempre andati d’accordo, ma ora sta lanciando missili sulle città, su Kiev, e io sono molto sorpreso, molto deluso”, ha aggiunto. Le sue parole sono arrivate dopo l’ennesima offensiva russa, con 367 tra missili e droni abbattutisi sull’Ucraina: almeno 12 morti e decine di feriti, secondo i media locali.
A sorpresa, Trump ha anche ventilato la possibilità di sanzioni: “Le sto certamente valutando”, ha detto. Una frase che segna un cambio di tono netto rispetto ai mesi precedenti, in cui aveva definito l’invasione russa “un problema europeo” e aveva perfino ipotizzato di fermare gli aiuti a Kiev.
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La svolta: dai toni concilianti alle minacce
Trump non è nuovo a uscite teatrali, ma il suo affondo contro Putin arriva in un momento chiave. La pressione internazionale sulla Russia è crescente, ma le trattative per un cessate il fuoco sembrano paralizzate. L’Unione Europea ha appena approvato il 17º pacchetto di sanzioni e anche il Regno Unito ha annunciato nuove misure restrittive. Gli Stati Uniti, invece, sono stati finora più prudenti, anche per volontà dello stesso Trump, che ha ridimensionato il coinvolgimento americano nel conflitto.
Questa volta però qualcosa è cambiato. Fonti della Casa Bianca, riportate da Reuters e The Times, parlano di “irritazione crescente” da parte di Trump, che si sarebbe sentito “tradito” da Putin dopo una lunga telefonata andata male. Lo stesso presidente ha confermato di aver parlato con il leader russo, ma ha spiegato che l’atmosfera era “tutt’altro che costruttiva”.
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L’attacco a Zelensky: “Ogni parola che dice è un problema”
Trump ha poi rivolto la sua rabbia anche contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che pure gli aveva espresso apertura a un dialogo. “Tutto quello che esce dalla sua bocca crea problemi”, ha dichiarato, senza entrare nei dettagli. L’accusa implicita è che l’Ucraina stia sabotando i negoziati con toni troppo intransigenti.
È un attacco che suona paradossale: mentre Trump condanna Putin per le stragi, punta il dito anche contro la vittima dell’invasione. Ma nel suo schema, tipicamente negoziale, la strategia sembra quella di colpire entrambi per poi presentarsi come l’unico mediatore possibile. “Sono l’unico che può chiudere questa guerra in 24 ore”, ha ripetuto anche in questa occasione, come già fece durante la campagna elettorale.
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Sanzioni sul tavolo, ma mancano dettagli
La possibilità di nuove sanzioni americane resta al momento solo un’ipotesi. “Ci stiamo lavorando, ma dipenderà da come si evolverà la situazione”, ha detto un funzionario del Dipartimento di Stato al Washington Post, chiedendo l’anonimato. Un pacchetto sanzionatorio bipartisan, il “Sanctioning Russia Act of 2025”, è intanto all’esame del Congresso. Il disegno di legge prevede il blocco delle importazioni energetiche russe e sanzioni secondarie per chi continua a fare affari con Mosca. Il testo è sostenuto da alcuni repubblicani della vecchia guardia, ma osteggiato dalla destra più vicina a Trump.
Anche il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, in visita a Varsavia, ha dichiarato cge "ogni nuova escalation da parte russa avvicina Mosca a un isolamento economico totale”. Ma alla Casa Bianca si lavora ancora con cautela: Trump vuole tenere aperto un canale con Putin, seppure incrinato.
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L’Europa osserva, Pechino tace
A Bruxelles, le dichiarazioni del presidente americano sono state accolte con prudente ottimismo. “È un segnale che gli Stati Uniti non resteranno inerti davanti a questa nuova ondata di violenza”, ha commentato l’Alto rappresentante Josep Borrell. Ma non tutti sono convinti della coerenza strategica americana. “Domani Trump potrebbe dire l’esatto contrario”, ha detto un diplomatico europeo al Financial Times, sintetizzando il sentimento di molti.
La Cina, per ora, resta silenziosa. Xi Jinping non ha commentato le parole di Trump, ma i media ufficiali cinesi hanno sottolineato come “l’America non sia più un attore affidabile sullo scenario globale”. Una frecciata che riassume lo scetticismo asiatico verso l’approccio ondivago dell’attuale amministrazione USA.
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I colloqui? “Un teatro diplomatico”
A dispetto dei proclami, i colloqui di pace restano in alto mare. Lo stesso Trump ha parlato di “negoziati in corso”, ma senza fornire dettagli. “Putin continua a bombardare, è difficile discutere mentre volano i missili”, ha ammesso.
Secondo il New York Times gli unici canali attivi sarebbero quelli militari e dell’intelligence, che continuano a scambiarsi informazioni per evitare incidenti diretti tra forze americane e russe. Ma sul piano politico, tutto è fermo. Il vertice che si era ipotizzato a Ginevra tra le due delegazioni è stato rinviato a data da destinarsi.
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Una mossa elettorale?
Per molti analisti le parole di Trump nascondono un obiettivo tutto interno: rafforzare la sua immagine pensando già alle elezioni di mid-term.Vuole apparire come leader forte, ma anche come uomo di pace”, spiega Fiona Hill, ex consigliera per la Russia alla Casa Bianca, ora al Brookings Institution. “Attaccare Putin gli consente di rispondere alle accuse di complicità e al tempo stesso rilanciare la sua figura di negoziatore duro”.
Ma la mossa è rischiosa. L’elettorato di destra che lo sostiene in parte simpatizza per la Russia o è comunque contrario a ogni coinvolgimento nel conflitto. Alzare i toni potrebbe costargli qualche voto, ma anche rafforzare la sua immagine internazionale. E in una campagna giocata tutta sulla percezione, anche una frase – detta o smentita – può cambiare il destino di una guerra.

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