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Tra corsi anti-arresti e valigie pronte, la paura soffoca Harvard

- di: Bruno Coletta
 
Tra corsi anti-arresti e valigie pronte, la paura soffoca Harvard

Cronache sulla svolta autoritaria di Washington, negazione della libertà della scienza, istruzione deportata. Luci accese fino a tardi nei dormitori di Harvard, c'è aria di arresti. Serve una mobilitazione mondiale molto forte e determinata. Con questa amministrazione USA Einstein sarebbe stato cacciato alla frontiera.

 Le luci restano accese fino a tardi nei dormitori di Harvard, ma non per studiare. “Stanotte non ho chiuso occhio,” racconta, con voce rotta, una studentessa europea iscritta alla facoltà di legge. “Temo che l’ICE bussi alla mia porta.”. Da pochi giorni, per effetto diretto di un decreto esecutivo firmato da Donald Trump, ogni studente internazionale non in regola con il nuovo visto federale è considerato “inadempiente” e soggetto a espulsione immediata.

Senza preavviso, con un ordine che ha fatto il giro del mondo il 22 maggio, l’amministrazione ha revocato a Harvard la certificazione necessaria a ospitare studenti stranieri. Il provvedimento, motivato con presunti “fallimenti nella lotta all’antisemitismo” e “infiltrazioni antiamericane”, ha scatenato il panico tra i quasi 7.000 iscritti internazionali dell’ateneo più famoso d’America.
“Mi sento braccata,” aggiunge la studentessa. “Avevo un futuro qui. Ora, solo incubi.” Le sue parole sono raccolte ai piedi della Widener Library, tempio della conoscenza ora presidiato da agenti federali in borghese. Un luogo che fino a ieri era simbolo di accoglienza globale, oggi è attraversato da sguardi bassi e zaini pronti a partire.
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Manuali contro l’arresto e hotline legali
Le autorità universitarie hanno reagito in fretta: corsi d’emergenza spiegano come affrontare un fermo di polizia, come rispondere a interrogatori, cosa fare in caso di sequestro del cellulare. L’università ha attivato una hotline legale disponibile h24 e ha distribuito un manuale multilingue con istruzioni per richiedere assistenza legale in caso di arresto.
Un dottorando della Graduate School of Design racconta: “Hanno simulato scenari con agenti che irrompono nella stanza. Ci insegnano persino a non reagire se veniamo immobilizzati.” Secondo fonti interne, ci sarebbero già stati almeno sei casi di studenti bloccati in aeroporto a Boston e New York e rimandati nel Paese d’origine senza spiegazioni. La Harvard Immigration and Refugee Clinic ha fatto ricorso in tre casi.
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Il fronte accademico: “Non ci pieghiamo al ricatto”
Il 23 maggio Harvard ha annunciato l’apertura di un contenzioso legale contro l’amministrazione federale. Alan Garber, presidente ad interim dell’ateneo, è categorico: “Questo è un attacco deliberato alla nostra autonomia e alla nostra identità. Non resteremo in silenzio.”
Il professor Michael Sandel, uno dei pensatori politici più rispettati degli Stati Uniti, ha commentato così: “Non è solo repressione. È un tentativo di ridefinire cosa sia un’università americana, piegandola al potere. Harvard resiste e resisterà.”
L’università ha chiesto una sospensione d’urgenza al Tribunale federale del Massachusetts. Il giudice Allison Burroughs ha concesso un’ordinanza temporanea, ma l’udienza cruciale si terrà il 27 maggio. “Siamo solo all’inizio,” ha dichiarato David J. Barron, decano della Law School.
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Trump attacca: “Università covo di estremisti”
Da settimane, Trump accusa Harvard di non tutelare gli studenti ebrei dalle proteste anti-israeliane organizzate nel campus. “Non possiamo finanziare l’odio con i soldi dei contribuenti,” ha scritto su Truth Social.
Ma l’accusa non regge, secondo numerose testimonianze. Cameron Snowden, dottorando in storia, replica: “Queste proteste non hanno nulla a che vedere con antisemitismo. È un pretesto per screditare un’università che non si piega.”
John Corcoran, neolaureato in medicina, racconta la frustrazione: Sognavo di lavorare a un progetto contro il cancro. Ma i laboratori sono a corto di fondi: la Casa Bianca li ha tagliati. Non riesco a capire: che vantaggio c’è nel cacciare i talenti?” E conclude: “Con questo governo, Einstein sarebbe stato respinto alla frontiera.”
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Una strategia antiscientifica e autoritaria
Cresce l’allarme tra studiosi e commentatori. In un editoriale del 24 maggio, il New York Times denuncia “una strategia di epurazione che ricorda altri tempi, quando i regimi volevano controllare il sapere per controllare il popolo.” Il Guardian parla apertamente di “guerra contro l’intelligenza.”
La giornalista premio Pulitzer Nikole Hannah-Jones ha definito la manovra “una vendetta di Trump contro un’istituzione che rappresenta tutto ciò che lui odia: libertà, eccellenza, diversità.” E ha lanciato un appello: “Difendere Harvard significa difendere ogni università minacciata.”
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L’Europa osserva e si mobilita
La vicenda ha avuto risonanza anche oltre Atlantico. L’ambasciata belga ha contattato direttamente il Dipartimento di Stato per ottenere chiarimenti sullo status della principessa Elisabetta, iscritta al primo anno. Anche i governi di Francia, Germania e Italia si sono mossi. A Bruxelles il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas ha chiesto “una posizione comune dell’Ue per tutelare studenti e libertà accademica.”
Carlo Giannone, presidente dell’Harvard European Students Club, non nasconde l’ansia: “Abbiamo investito anni, denaro, sogni. Ora temiamo di essere usati come strumenti politici. Ma continueremo a farci sentire.”
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Una sfida aperta per l’America
Mentre Harvard si prepara alla battaglia legale, il mondo accademico si stringe in difesa dell’ateneo. Più di cinquanta università – tra cui Yale, Stanford, Princeton – hanno firmato una lettera congiunta:L’attacco a uno è un attacco a tutti.”
Nel campus, intanto, la vita continua tra tensioni e speranze. I corridoi sono pieni di manifesti: Knowledge is not a crime”, “We belong here”.
Ma la sensazione più diffusa è che questa non sia solo una crisi di Harvard. È un crocevia per l’identità americana. Come ha scritto ieri il Washington Post in prima pagina: Se la conoscenza diventa colpevole, nessuno sarà più innocente.”



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