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L’intesa da 15 miliardi che ridisegna il potere nell’IA: cosa c’è davvero dietro l’asse Microsoft–Nvidia–Anthropic

- di: Alberto Vicini
 
L’intesa da 15 miliardi che ridisegna il potere nell’IA: cosa c’è davvero dietro l’asse Microsoft–Nvidia–Anthropic

La notizia dell’investimento congiunto, fino a 15 miliardi di dollari, di Microsoft e Nvidia in Anthropic non è un semplice capitolo dell’espansione dell’intelligenza artificiale. È il segnale più evidente che la competizione globale sull’AI sta assumendo la forma di un oligopolio interconnesso, in cui fornitori di chip, colossi del cloud e sviluppatori di modelli linguistici si sostengono e si vincolano a vicenda.

IA: cosa c’è davvero dietro l’asse Microsoft–Nvidia–Anthropic

Anthropic – la startup guidata da Dario Amodei, nata come alternativa “più sicura” rispetto a OpenAI – ha contestualmente annunciato un impegno senza precedenti: acquisterà 30 miliardi di dollari in capacità di calcolo da Microsoft Azure, che a sua volta utilizza infrastrutture basate sulle GPU più avanzate di Nvidia.

Le distanze politiche si assottigliano davanti al business
Il triangolo non è scontato. Amodei, ex vicepresidente della ricerca di OpenAI, è stato spesso percepito come l’antitesi del fronte “tech-liberista” che ha appoggiato Donald Trump, rappresentato da figure come Sam Altman, Tim Cook o David Sacks. Eppure l’ideologia svanisce quando il mercato richiede alleanze industriali di scala.
Nonostante in passato Amodei e il CEO di Nvidia Jensen Huang si siano scontrati su temi come le esportazioni di chip o il rischio occupazionale legato all’IA, i due si ritrovano ora partner strategici. La realtà è che la sopravvivenza degli sviluppatori di modelli dipende dall’accesso ai clienti dei grandi cloud provider – Microsoft, Amazon Web Services e Google – e nessuno può permettersi di rimanere fuori dal circuito.

Un ecosistema «circolare» che alimenta dubbi
La dichiarazione di Satya Nadella è illuminante: «Diventeremo sempre più clienti l’uno dell’altro».
Azure mette in campo centinaia di migliaia di GPU Nvidia per addestrare modelli di nuova generazione, che a loro volta arricchiscono l’offerta Microsoft; i modelli Anthropic entrano nell’ecosistema Azure e attirano nuovi clienti; Nvidia beneficia di un ciclo continuo di domanda per i suoi chip, alimentato dagli stessi player che investono nelle startup.
È un meccanismo interdipendente che ricorda da vicino quello che, alla fine degli anni Novanta, sostenne la bolla delle dot-com: finanziamenti che si autoalimentano, valutazioni stellari, ricavi ancora incerti. Oggi la scala è enormemente più grande e la complessità più profonda, ma il dubbio resta.

La grande domanda irrisolta: dove sono i profitti?
La corsa agli LLM richiede capitali mai visti. L’investimento in capacità di calcolo – 30 miliardi per Anthropic – è già di per sé il segno di un settore che brucia liquidità a ritmi incompatibili con i modelli di business attuali.
Gli analisti osservano che pochi prodotti basati sull’IA generano ricavi proporzionati ai costi: il rischio è che la crescita dell’intero comparto sia sostenuta da un finanziamento circolare che tiene insieme chipmaker, cloud provider e startup, senza che la domanda reale sia ancora definita.
L’ipotesi di una possibile “bolla dell’AI” non nasce dunque da un eccesso di scetticismo, ma dalla mancanza di un’evidenza chiara che gli enormi investimenti siano già in grado di trasformarsi in flussi di cassa sostenibili.

Un settore che corre più veloce delle sue regole
L’altra questione riguarda il potere. Se Anthropic venisse integrata in modo troppo profondo nelle infrastrutture Microsoft e Nvidia, il mercato globale dell’AI si stringerebbe ulteriormente nelle mani di tre attori già dominanti.
La Commissione europea e la Federal Trade Commission statunitense guardano con crescente attenzione a queste operazioni: i modelli avanzati diventano asset strategici, e la loro concentrazione potrebbe influenzare non solo la concorrenza ma anche la sicurezza informatica e l’autonomia tecnologica.

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