L’Unione Europea ha tracciato le regole per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale negli istituti scolastici, con linee guida pubblicate il 4 febbraio 2025. Un punto fermo è il divieto generale del riconoscimento delle emozioni da parte di sistemi di IA in ambito educativo, salvo eccezioni per motivi medici o di sicurezza. Un esempio emblematico riguarda il tracciamento oculare durante esami online: consentito se serve a individuare tentativi di copia, ma vietato se utilizzato per dedurre stati emotivi come ansia o stress.
IA a scuola, ecco le linee guida per un uso sicuro e consapevole
In Italia, il primo documento organico arriva dal Friuli-Venezia Giulia, dove una rete di 55 scuole ha elaborato una guida dedicata all’IA generativa. Divisa in sezioni tematiche – dalla personalizzazione della didattica alla valutazione, fino alla tutela della privacy – la guida mira a introdurre l’IA in aula in modo responsabile e creativo. L’obiettivo è fornire agli insegnanti uno strumento pratico per capire come integrare le nuove tecnologie senza snaturare il ruolo educativo.
L’approccio “ibrido” di Bolzano
La Provincia Autonoma di Bolzano ha inserito nel Piano Provinciale Scuola Digitale 2023–2026 il concetto di “ibridazione tecnologica consapevole”: l’IA non sostituisce il docente, ma lo affianca, potenziando le metodologie di insegnamento. Le linee guida raccomandano l’uso responsabile degli strumenti digitali, la formazione continua dei docenti e un’attenzione particolare alla cybersecurity, per garantire ambienti di apprendimento sicuri.
Formazione dei docenti come priorità
Tutti i documenti concordano su un punto: senza insegnanti preparati, l’IA a scuola rischia di diventare un fattore di disuguaglianza. La formazione deve coprire competenze tecniche, aspetti etici e capacità di gestione pedagogica degli strumenti. Questo approccio mira a evitare che la tecnologia prenda il sopravvento sulla relazione educativa, mantenendo centrale il ruolo umano nella trasmissione del sapere.
Alfabetizzazione all’IA: una nuova competenza di base
Il concetto di AI literacy – alfabetizzazione all’intelligenza artificiale – è ormai parte integrante delle competenze richieste a studenti e docenti. Significa saper comprendere, usare, monitorare e valutare criticamente i sistemi di IA. L’AI Act europeo prevede che tutte le istituzioni scolastiche, in quanto “utenti” di IA, garantiscano un livello adeguato di formazione, proporzionato ai rischi degli strumenti utilizzati. L’obbligo formale è già in vigore dal 2 febbraio 2025, ma l’applicazione pratica inizierà dal 3 agosto 2026.
Una sfida tra innovazione e sicurezza
L’introduzione dell’IA a scuola apre opportunità enormi: personalizzazione dell’apprendimento, supporto alla valutazione, strumenti creativi per studenti e insegnanti. Ma porta con sé rischi di sorveglianza indebita, violazioni della privacy e squilibri nell’accesso alle tecnologie. Le linee guida, nazionali e regionali, puntano a bilanciare innovazione e tutela, creando un quadro in cui la tecnologia diventi un alleato e non un pericolo.
Il futuro dell’IA in classe
Nei prossimi anni, l’efficacia di queste regole dipenderà dalla loro applicazione concreta e dalla capacità delle scuole di adattarsi. La sfida sarà garantire che ogni studente possa beneficiare delle potenzialità dell’IA, senza essere esposto a rischi inutili. La strada è tracciata: ora serve un impegno congiunto di istituzioni, insegnanti e famiglie per trasformare l’IA da oggetto di discussione a strumento educativo sicuro e utile.