Le inchieste giudiziarie offuscheranno la stella di Fincantieri?

- di: Redazione
 
Fincantieri è sempre stato un fiore all'occhiello della nostra azienda cantieristica, toccando un'eccellenza riconosciuta a livello globale sotto la guida di Giuseppe Bono, che per vent'anni l'ha plasmata a sua somiglianza, come modello di efficienza e affidabilità, filtrate attraverso il gusto e lo stile italiano.
Una immagine forte, consolidata che però oggi è offuscata da indagini giudiziarie che, su Fincantieri e le aziende che intorno ad essa gravitano, gettano ombre relativamente ai meccanismi retributivi attivati al loro interno.

Le inchieste giudiziarie offuscheranno la stella di Fincantieri?

Ombre che si sono materializzate proprio nelle settimane in cui Fincantieri ha fatto uscire dai suoi cantieri di Monfalcone l'ultimo gioiello della cantieristica nazionale, la Sun Princess, la più grande nave da crociera mai varata da un cantiere italiano. La nave, con le sue 175.500 tonnellate di stazza, i 340 metri di lunghezza, le 2.150 cabine e che può ospitare 4.300 persone, andrà, a gennaio del prossimo anno, ad arricchire la flotta della compagnia californiana Princess Cruises.
Questo è il lato della medaglia che riempie d'orgoglio, ma poi c'è l'altro che riguarda il lavoro dei magistrati inquirenti di Venezia che hanno cercato di venire a capo dell'intricato dossier dei contratti relativi alle maestranze impiegate nei cantieri. E ad emergere è stato un quadro inquietante che ha portato al rinvio a giudizio di una trentina di persone impiegate a varie livello di responsabilità (dirigenti, quadri e dipendenti) nei cantieri di Porto Marghera, insieme ai titolari di ditte che, in appalto, hanno avuto assegnati i lavori di costruzioni di singole componenti.

Una notizia del genere è stata musica celestiale alle orecchie dell'Usb di Monfalcone, che da tempo lamenta una gestione a suo avviso lacunosa delle buste paga (in questo caso di quasi duemila lavoratori dell'indotto, sulle cui posizioni la Guardia di Finanza ha indagato, rilevando irregolarità, a seguito di una denuncia presentata nel 2018 dalla Fiom-Cgil).
Il meccanismo irregolare, secondo le indagini, colpiva le maestranze - provenienti in gran parte dall’Europa dell’Est, dal Bangladesh e dal Sud Italia - alle quali veniva applicato un meccanismo di “paga globale”, conteggiando in essa ferie, permessi, TFR e indennità di trasferta.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno indotto la procura di Venezia a sostenere che nei cedolini delle retribuzioni mensili venivano inserite voci non rispondenti alla realtà, come ''anticipo stipendio'', ''indennità buono pasto'' e bonus, che invece non venivano pagate, ma erano un mezzo per ottenere notevoli sgravi fiscali.
La difesa di Fincantieri verte sul fatto che nel 2017 ha firmato un accordo con il ministero dell’Interno, al fine di garantire trasparenza e legalità degli appalti. Sostiene di esser venuta a conoscenza delle indagini già nel 2019, garantendo piena collaborazione con le forze dell’ordine e con la magistratura, costituendosi parte civile nel processo.
Per i magistrati veneziani, la produzione di Fincantieri si basa sul metodo del ''work breakdown structure'', spacchettando la costruzione di una nave in singole parti, affidando ognuna di esse a una società appaltante.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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