Inflazione: come previsto, il dato torna a salire a marzo

- di: Claudia Loizzi
 

Torna a salire (+0,1% su base mensile e +1,3% su base annua) l'inflazione a marzo: le stime preliminari Istat, che mostrano come l'inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi abbia accelerato da +2,3% a +2,4% e che quella al netto dei soli beni energetici abbia rallentato da 2,6% a 2,5%, spiegano che la salita risenta dell'attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-10,8% da -17,3% di febbraio), sia per la componente regolamentata che non regolamentata e, in misura minore, alla crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,4%).

Inflazione: come previsto, il dato torna a salire a marzo

Frena invece la dinamica su base annua per i cosiddetti prodotti del carrello della spesa: i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +3,4% a +3%. Stessa tendenza anche per quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto da +2,8% di febbraio a +2,7%.

L'inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6% per l'indice generale e a +1,3% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta di 1,2% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) non tiene conto, e dell'1,3% su base annua (da +0,8% di febbraio).

L'Ufficio Studi Confcommercio ha così commentato: "La risalita dell’inflazione era largamente attesa – la nostra valutazione era di un +1,5% - e non deve destare particolari allarmi. Infatti, al di là di alcuni effetti stagionali, come l’aumento dei prezzi di alcuni servizi di trasporto e turistici, l’aumento su base annua è strettamente correlato al confronto con un periodo in cui i prezzi degli energetici erano in forte e repentino calo, tanto da determinare a marzo del 2023 una riduzione dello 0,4% dell’inflazione in termini congiunturali. Va sottolineato il progressivo rallentamento dei prezzi degli alimentari (guidato dal comparto del non trasformato) e, più in generale, dei prodotti che le famiglie acquistano con maggior frequenza, ciò che ne determina le percezioni su prezzi e potere d’acquisto. Che il quadro sia confortante sotto il profilo dell’inflazione, si desume sinteticamente dal fatto che la componente core si riduce nella metrica dell’indice armonizzato (da 2,6% a 2,5% di marzo). Il dato di oggi è peraltro coerente con l’ipotesi di un’inflazione, nella media dell’intero 2024, prossima o di poco superiore all’1%, dato decisamente inferiore al target della BCE".

Confesercenti ha rilasciato una nota: "Il rientro dell’inflazione si conferma più lungo del previsto e preoccupa, in prospettiva, il ritorno delle tensioni sugli energetici: il dato Istat, relativo alle anticipazioni dell’inflazione di marzo, mostra infatti il riaffacciarsi della problematica legata ai prezzi delle materie prime energetiche, in parte già prevista, considerando la situazione di crisi in diverse aree geografiche ampiamente legate al petrolio, innanzitutto, ma in grado di condizionare tutto l’insieme dei trasporti a livello internazionale, in particolare quelli che usano il Mediterraneo. Risale dell’1,3% – dallo 0,8% di febbraio – l’indice medio, nonostante la riduzione della crescita dei prezzi dei beni alimentari, soprattutto non lavorati. Mentre si registra un aumento anche dell’inflazione di fondo e il dato medio acquisito è 0,6%. Se da un lato, dunque, l’avvicinarsi della stagione estiva più calda limiterà, di per sé, l’impatto di alcune bollette energetiche per le tasche di famiglie ed imprese – innanzitutto quelle del gas – dall’altro bisognerà monitorare con attenzione le dinamiche dei prezzi per predisporre, eventualmente, con tempestività adeguati ammortizzatori per i bilanci familiari: non si arresta, infatti, l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie – confermato recentemente da più indicatori economici – che sono in difficoltà".
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