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Istat: disoccupazione ferma al 6%, ma tra i giovani sale al 19,3%

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Istat: disoccupazione ferma al 6%, ma tra i giovani sale al 19,3%

Il mercato del lavoro italiano tiene, ma i giovani faticano sempre di più a trovare un’occupazione. È questo il quadro che emerge dai dati provvisori diffusi oggi dall’Istat: ad agosto 2025 il tasso di disoccupazione complessivo resta stabile al 6%, mentre quello dei giovani tra i 15 e i 24 anni sale al 19,3%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese di luglio.

Istat: disoccupazione ferma al 6%, ma tra i giovani sale al 19,3%

Un rialzo che, sebbene modesto, preoccupa economisti e osservatori. “Il mercato tiene, ma la componente giovanile resta il tallone d’Achille del Paese”, spiegano dall’Istat. La fotografia è quella di un’Italia che dopo anni di crisi e riprese discontinue fatica a creare opportunità solide per i più giovani.

Un equilibrio che scricchiola

I dati di agosto indicano un mercato che resiste alle turbolenze economiche globali, ma che nasconde fragilità strutturali. Il tasso di occupazione resta intorno al 62%, praticamente invariato rispetto a luglio. A preoccupare è il leggero aumento degli inattivi, persone che hanno smesso di cercare lavoro.

“Non è solo un dato statistico – spiega un economista – ma un segnale di sfiducia: molti giovani pensano che non valga la pena cercare un impiego perché le opportunità sono scarse o troppo precarie”.

Giovani più colpiti

L’incremento della disoccupazione giovanile si traduce in circa 20mila ragazzi e ragazze in più senza lavoro nel giro di un mese. È un dato che riporta indietro le lancette e ricorda la stagione difficile successiva alla crisi del 2008, quando l’Italia aveva toccato punte vicine al 40% per i giovani.

Gli esperti spiegano che la transizione scuola-lavoro resta uno dei problemi più gravi. Molti ragazzi si fermano dopo i primi contratti a termine, senza passare a posizioni stabili. “Senza un ricambio generazionale – aggiunge un docente di economia del lavoro – la produttività del Paese rischia di restare ferma e i giovani perdono fiducia”.

Divari territoriali e di genere
Dietro le medie nazionali ci sono differenze che raccontano storie diverse. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione giovanile resta ben sopra la media italiana, e il tasso di occupazione femminile continua a essere tra i più bassi d’Europa.

“Non possiamo parlare di vera crescita – osserva un sindacalista – finché metà del Paese resta ai margini e le ragazze hanno meno opportunità di entrare e restare nel mercato del lavoro”.

La politica si muove

Il governo sta mettendo a punto la legge di bilancio, e il tema dell’occupazione giovanile è uno dei punti sul tavolo. Tra le misure allo studio ci sono nuovi incentivi per l’assunzione stabile di under 36 e donne, e più fondi per i centri per l’impiego e la formazione.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ribadito che i conti pubblici impongono prudenza, ma ha assicurato che ci sarà “un’attenzione particolare al lavoro dei giovani e delle donne, indispensabile per far crescere il Paese”.

Lo sguardo degli economisti
L’incremento del tasso giovanile, avvertono gli esperti, non va sottovalutato. “Quando un giovane resta disoccupato a lungo – sottolinea un ricercatore – non perde solo reddito, ma competenze e motivazione. E più tardi entrerà nel mercato, più difficile sarà recuperare il terreno”.

Gli analisti chiedono di investire di più in formazione tecnica, digitale e in politiche attive per collegare meglio scuola, università e imprese. “Senza un piano serio per l’occupazione giovanile – avverte un economista – rischiamo di compromettere il futuro produttivo del Paese”.

L’appuntamento con StatisticAll 2025

Dal 16 al 19 ottobre il tema del lavoro sarà al centro del Festival StatisticAll 2025, promosso da Istat, Società Italiana di Statistica e Comune di Treviso. Un’occasione per discutere di come i dati possano orientare le scelte politiche e aiutare a comprendere i cambiamenti in atto.

Secondo l’Istat, i numeri non devono restare tabelle nei rapporti ma “diventare strumenti di consapevolezza per cittadini e decisori”.

Una sfida per il futuro

L’Italia ha compiuto progressi negli ultimi anni, riportando il tasso di disoccupazione complessivo sotto il 7%, ma il nodo giovanile resta irrisolto. Il dato di agosto dimostra che basta poco per invertire la tendenza.

“Ogni punto di disoccupazione giovanile in più
– commenta un economista – non è solo una cifra nei grafici: è un pezzo di futuro che rischiamo di perdere”.

Per questo gli esperti chiedono che le misure in arrivo non siano solo incentivi temporanei, ma parte di un piano a lungo termine che renda il mercato del lavoro più inclusivo e più capace di offrire a ragazzi e ragazze non solo un’occupazione, ma un percorso di crescita stabile.

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