L’ombra dei dazi si allunga sull’Europa e l’Italia si trova a dover giocare una partita complessa tra diplomazia e competitività industriale. Con l’annuncio di Donald Trump su nuove tariffe commerciali, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, smorza i toni allarmistici e richiama la necessità di un’azione concreta da parte dell’Unione Europea.
L'Italia tra Dazi, Industria e Competitività: la sfida di Urso alla UE
«L’Europa deve dotarsi immediatamente di una vera politica industriale, come chiediamo da oltre due anni, per recuperare competitività rispetto agli attori globali» afferma Urso in un’intervista rilasciata a Il Messaggero. Il pericolo di una guerra commerciale con gli Stati Uniti preoccupa, ma il ministro assicura che l’Italia può giocare un ruolo di mediazione: «Dobbiamo, parallelamente, scongiurare la guerra commerciale, che sarebbe dannosa per tutti».
Un danno che, secondo Urso, colpirebbe in particolar modo il nostro Paese, che nel 2024 ha raggiunto la quarta posizione mondiale come Paese esportatore, superando Giappone e Corea del Sud, con un surplus commerciale di 42 miliardi nei confronti degli Stati Uniti.
L'industria italiana tra recessione tedesca e Green Deal
L’industria italiana arretra da 23 mesi e il ministro non ha dubbi sulle cause: la recessione tedesca e la crisi del comparto auto. «La Germania è il nostro primo partner commerciale e il suo rallentamento sta avendo ripercussioni dirette su tutta la nostra economia» spiega Urso. A pesare è anche il Green Deal europeo, che il governo Meloni considera troppo penalizzante per i settori strategici: «L’Italia ha denunciato le follie del Green Deal e promosso un ampio processo di riforme delle regole europee su auto e industrie energivore, come siderurgia, chimica e vetro, i settori in maggiore difficoltà».
E mentre la Commissione Europea vara il Competitiveness Compass, il governo italiano chiede misure più incisive. «Non bastano dichiarazioni d'intenti né misure tampone. Serve una politica industriale europea forte» avverte Urso.
Dazi sull’acciaio? "Il vero problema è l'UE"
Nel giorno in cui si conoscerà il destino dell’ex Ilva, il ministro minimizza i rischi delle tariffe americane sull’acciaio: «Esportiamo negli Usa appena 160mila tonnellate di acciaio, altri sono i nostri mercati. Il problema non sono i dazi americani, ma la politica europea».
Il governo ha presentato un "non paper" per rivedere il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), il meccanismo europeo che impone un prezzo alle emissioni di carbonio: «Vogliamo sostenere le industrie energivore nella loro sfida ambientale. La transizione ecologica deve essere sostenibile non solo per l'ambiente, ma anche per l'industria».
Auto e Moda: le sfide del Made in Italy
Tra i settori più in crisi, l’automotive è al centro di un braccio di ferro con Bruxelles. Il governo ha ottenuto un risultato importante con il Piano Italia di Stellantis, che prevede 2 miliardi di investimenti negli stabilimenti italiani e 6 miliardi di acquisti da fornitori domestici per il 2025.
Ma Urso punta a un intervento europeo: «Ogni tecnologia che contribuisce alla decarbonizzazione deve essere considerata al pari dell’elettrico: biocarburanti e idrogeno non possono essere esclusi dalla transizione».
Anche la moda soffre, e il governo ha stanziato 250 milioni di euro per il 2025 attraverso contratti di sviluppo e altri strumenti finanziari, con l’obiettivo di rafforzare le PMI del settore.
Energia, Industria 5.0 e il nodo del nucleare
Sul fronte energia, Urso conferma che il governo sta lavorando con il ministro Gilberto Pichetto Fratin a un pacchetto di misure per le 4mila imprese energivore, mentre per il lungo termine si guarda al nucleare di nuova generazione: «A breve il DDL sarà approvato dal Consiglio dei Ministri».
Nessuna apertura, invece, alla richiesta di Carlo Calenda di spostare fondi da Transizione 5.0 a Industria 4.0: «Non è percorribile, perché il 5.0 è finanziato con risorse del PNRR destinate al risparmio energetico, mentre il 4.0 riguarda solo la digitalizzazione».
Piaggio Aero e l'asse con la Turchia
Infine, Urso conferma che oggi sarà negli stabilimenti Piaggio Aero, dopo l'accordo con Baykar, colosso turco della difesa: «L'Italia può diventare un protagonista nella produzione di droni. Stiamo studiando alleanze con aziende come Leonardo per rafforzare il nostro comparto aerospaziale». Martedì il ministro volerà a Istanbul per discutere nuove collaborazioni.
Una partita, quella dell’industria italiana, che si gioca tra Bruxelles e Washington, con un governo deciso a portare avanti le proprie battaglie su commercio, energia e competitività.