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Abusi sui minori: cala la copertura mediatica in Italia (+15,8%)

- di: Barbara Leone
 
Abusi sui minori: cala la copertura mediatica in Italia (+15,8%)

Nel 2024, i riflettori dei media italiani sembrano essersi leggermente spostati da uno dei temi più delicati e urgenti: gli abusi sui minori. A rivelarlo è l’analisi “Abusi sui minori nelle notizie italiane”, curata da Volocom per Telefono Azzurro, presentata ieri a Palazzo Chigi durante l’evento “Diamo voce al silenzio”. L’occasione era la Giornata internazionale per la protezione dei minori contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale, una data che punta a ricordare quanto ancora ci sia da fare per proteggere i più vulnerabili. Tra gennaio e ottobre 2024, stampa e web italiani hanno prodotto 129.500 articoli sul tema, un dato in calo del 15,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando i pezzi pubblicati erano stati oltre 153.000. Una flessione che, secondo i curatori dell’analisi, non corrisponde a un reale calo dei casi di abuso, ma piuttosto a una minore attenzione mediatica. Una tendenza preoccupante, poiché l’informazione gioca un ruolo cruciale non solo nella sensibilizzazione, ma anche nella prevenzione.

Abusi sui minori: cala la copertura mediatica in Italia (+15,8%)

Se la copertura complessiva cala, c’è però un dato che merita di essere sottolineato: cresce l’attenzione verso i reati legati all’universo digitale. Fenomeni come la pedopornografia e il revenge porn sono sempre più presenti nei titoli e nelle analisi giornalistiche, con un totale di 15.942 articoli dedicati alla prima e 8.312 al secondo. Anche il grooming e la sextortion iniziano a trovare spazio nell’agenda mediatica, seguendo un trend che rispecchia la crescente pervasività delle tecnologie nella vita quotidiana dei più giovani. Tuttavia, gli abusi offline continuano a rappresentare la maggioranza delle notizie pubblicate, con 67.587 articoli nel 2024. Questo dato conferma come, nonostante l’emergere delle nuove minacce digitali, le forme più “tradizionali” di abuso, come quelle legate alla pedofilia e allo sfruttamento sessuale, restino predominanti. Ciò che cambia è il volume: nel primo trimestre del 2024, gli articoli sugli abusi offline sono diminuiti dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre quelli sugli abusi online hanno registrato un incremento del 17%.

Quando si parla di abusi sui minori, il contesto familiare rimane il più rappresentato nei media. Tra il 2019 e il 2024, oltre 100.000 articoli hanno trattato storie di violenze e abusi avvenuti in ambito domestico. Tuttavia, anche qui si osserva una flessione: nel primo trimestre del 2024, il numero di articoli dedicati alla famiglia è diminuito rispetto all’anno precedente. Al contrario, aumenta l’attenzione verso i pericoli legati ai social network, che continuano a emergere come ambienti a rischio per i minori. Questo incremento è accompagnato da una diminuzione della copertura mediatica relativa a scuola e sport, due contesti che negli anni passati avevano spesso rappresentato temi centrali nel dibattito pubblico. Anche il gaming, pur essendo meno trattato rispetto ad altri ambienti, viene identificato come un’area di rischio in crescita. L’analisi di Volocom sottolinea inoltre la comparsa di temi emergenti nella narrazione mediatica italiana. Tra questi, il child sexual exploitation material (CSEM) e il live distance child abuse, fenomeni che richiedono strumenti sempre più sofisticati per essere compresi, monitorati e contrastati.

L’esistenza stessa di queste pratiche dimostra quanto sia complesso il panorama degli abusi oggi, e quanto sia necessario mantenere alta l’attenzione mediatica perché il rischio è quello di abbassare anche la guardia della società civile. L’informazione non è solo un mezzo per raccontare il presente, ma anche un motore per orientare il futuro, e il silenzio – quando si parla di abusi sui minori – rischia di tradursi in un terreno fertile per la violenza. La lotta per proteggere i più giovani, dunque, passa anche da qui: dalla capacità di dare voce al silenzio, affinché nessuna storia resti nell’ombra.

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