Reazioni all’intesa Israele-Hamas: applausi, critiche e incertezze
Mentre Netanyahu esulta, sul piano internazionale e dentro Israele monta il dibattito. Trump mediatore chiave
Il premier israeliano in primo piano
Benjamin Netanyahu ha accolto l’accordo annunciato da Trump con una dichiarazione dal tono quasi trionfale: “Con l’aiuto di Dio, riporteremo tutti gli ostaggi a casa”. Il primo ministro ha definito la fase iniziale come una “vittoria diplomatica e morale” per lo Stato di Israele, annunciando che chiederà al governo la ratifica dell’intesa. Tuttavia, dietro l’entusiasmo si nasconde una rete di tensioni politiche interne: alcune figure della destra radicale israeliana esprimono riserve sull’idea che Hamas possa mantenere una qualche presenza politica residua dopo il conflitto.
Netanyahu cerca di posizionarsi come garante del processo: partecipe con gli interlocutori americani ed egiziani, ma anche attento alle spinte interne per la “vittoria totale” che ha promesso ai suoi alleati più intransigenti.
Le reazioni internazionali: ottimismo e cautela
Gli Stati Uniti
Donald Trump, mediatore chiave, ha definito l’intesa come “un grande giorno” e ha rivendicato un ruolo centrale nel negoziato. Ha inoltre annunciato che gli ostaggi verranno liberati “molto presto” e che Israele inizierà un ritiro parziale delle sue truppe verso linee concordate.
Organizzazioni e nazioni
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha accolto la notizia con prudente favore, esortando tutte le parti a realizzare l’accordo in pieno. Da Londra, il primo ministro Keir Starmer ha definito la fase iniziale come «un passo importante», mentre altri governi (Australia, Qatar, Egitto) hanno ringraziato i mediatori e chiesto un’attuazione rapida e leale.
La risposta di Hamas è stata meno trionfale: il movimento ha espresso riconoscenza verso i mediatori e rivendicato il ritiro israeliano totale, pur presentando condizioni su cui intende continuare a trattare.
Le reazioni interne: tra euforia, scetticismo e perplessità
In Israele
I familiari degli ostaggi hanno accolto la notizia con sollievo, ma molti restano vigilanti: sarà davvero possibile liberare tutti? Nel governo, i partiti della destra radicale mostrano fastidio per qualsiasi concessione. Critici dell’opposizione accusano Netanyahu di aver ceduto troppo presto e di esporre la sicurezza interna a rischi.
Nella sfera palestinese
Alcuni ambienti palestinesi moderati vedono l’accordo come un’apertura concreta per alleviare le sofferenze a Gaza. Altri lo denunciano come troppo favorevole a Israele, senza garanzie serie per la ricostruzione, lo status politico o i diritti dei profughi.
Domande cruciali ancora irrisolte
- Disarmo di Hamas
- Governance futura di Gaza
- Tempistiche e modalità del ritiro israeliano
- Garanzie per l’attuazione
- Rischio di implosioni politiche in Israele