La premier alla parata del 2 giugno Nel giorno in cui l’Italia celebra il 79esimo anniversario della Repubblica, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta alla parata ai Fori Imperiali a Roma, e ha rilasciato una dichiarazione destinata a infiammare il dibattito politico. Rispondendo ai cronisti presenti, Meloni ha confermato l’intenzione di recarsi alle urne per le consultazioni dell’8 e 9 giugno, ma ha aggiunto: “Non è detto che ritirerò la scheda del referendum. È una delle opzioni.” Parole che hanno suscitato immediate reazioni, segnando l’ennesimo terreno di scontro tra governo e opposizioni in vista della tornata elettorale.
Meloni: “Vado a votare ma non ritiro la scheda dei referendum”
Durissima la replica da parte dei principali partiti di opposizione. Il Partito Democratico ha accusato la premier di “prendere in giro gli italiani”, sottolineando che un simile atteggiamento rischia di delegittimare lo strumento referendario, già provato da una lunga stagione di astensionismo. Il Movimento 5 Stelle ha parlato di “indignazione senza sorpresa”, riferendosi alla coerenza della linea di Meloni nel non sostenere esplicitamente le iniziative referendarie, considerate divisive e strumentali. Il fronte progressista teme che il messaggio veicolato dalla premier possa spingere i cittadini a non partecipare alla consultazione, contribuendo all’ulteriore erosione della partecipazione democratica.
Mattarella: “Il 2 giugno è scelta di libertà e pace”
Nello stesso giorno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria, celebrando i valori fondativi della Repubblica con un messaggio solenne. “Il 2 giugno 1946 – ha scritto – gli italiani scelsero di proseguire in un cammino verso l’affermazione di valori di libertà, democrazia e pace”. Un richiamo esplicito alla dimensione partecipativa della Repubblica e alla centralità delle istituzioni rappresentative. Le parole del capo dello Stato hanno offerto un contrasto netto con il tono più cauto della presidente del Consiglio, accentuando la distanza simbolica tra i due piani della comunicazione istituzionale.
Il significato politico della scelta di Meloni
L’annuncio della premier ha un peso che va ben oltre il singolo gesto. In un contesto in cui si voterà su cinque referendum abrogativi promossi da diverse forze, la scelta di non ritirare le schede appare come un messaggio diretto ai propri elettori: partecipare senza legittimare uno strumento che, in questa fase, potrebbe rivelarsi un boomerang per il governo. Meloni sa che l’esito dei quesiti potrebbe essere interpretato anche come un giudizio sull’operato dell’esecutivo e preferisce evitare una posizione netta. È un segnale di leadership prudente, ma anche di calcolo tattico, in una campagna elettorale sempre più frammentata.
Patriottismo e identità sui social
A margine delle celebrazioni, la presidente del Consiglio ha pubblicato sui propri profili social un messaggio che ribadisce il valore dell’identità nazionale. “Essere italiani vuol dire appartenere a qualcosa di grande, che va difeso, amato, trasmesso”, ha scritto Meloni, accompagnando il testo con immagini della parata militare e simboli della Repubblica. Un modo per parlare direttamente alla propria base elettorale, saldando l’immagine della premier a quella della Nazione, in una giornata ad alta densità simbolica. Il riferimento alla trasmissione dei valori evidenzia ancora una volta la centralità del discorso patriottico nella strategia comunicativa dell’attuale governo.