Obbligo di identificazione, casco e Rc auto: la nuova stretta del governo punta a regolare il Far West urbano. E sugli autovelox scoppia il caos.
Un giro di vite atteso (e discusso)
Addio alla micromobilità senza regole. Con un decreto atteso in Gazzetta Ufficiale entro metà luglio 2025, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dà il via all’identificazione obbligatoria dei monopattini elettrici: una targa adesiva, personale e non rimovibile, che rappresenta il primo passo concreto verso un sistema di responsabilità piena per chi si muove su due ruote elettriche in città.
“È un cambiamento necessario per garantire sicurezza e ordine nelle nostre strade urbane”, ha dichiarato il Mit in una nota del 3 luglio. Ma dietro questa dichiarazione si cela una trasformazione ben più profonda: il monopattino smette di essere un gadget e diventa a tutti gli effetti un veicolo soggetto a regole, multe, coperture assicurative e controlli.
Ecco come funzionerà la targa adesiva
La novità principale è proprio il contrassegno identificativo. Sarà composto da tre lettere e tre numeri distribuiti su due righe, accompagnati dalla scritta “M.E.F.” (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e dall’emblema della Repubblica Italiana. Il supporto sarà plastificato, non rimovibile, e andrà applicato in una posizione ben visibile: sul parafango posteriore o sul piantone dello sterzo, a un’altezza tra 20 cm e 1,20 metri dal suolo.
Elemento chiave: la targa non sarà legata al mezzo, ma al proprietario. Come una sorta di codice fiscale mobile. Ancora sconosciuti i costi, ma il Mit ha promesso che saranno “sostenibili”. La trattativa con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato è in corso: secondo indiscrezioni, il prezzo finale per gli utenti dovrebbe aggirarsi tra i 5 e i 15 euro.
Casco obbligatorio e Rc auto anche per i maggiorenni
Nel nuovo impianto normativo, il casco diventa obbligatorio anche per i maggiorenni. Una misura già prevista in diverse ordinanze locali ma che ora diventa nazionale. E arriva anche l’obbligo di assicurazione Rc, in linea con quanto già richiesto in Francia e Germania.
Nel 2024 si sono registrati oltre 2.700 sinistri che coinvolgevano monopattini elettrici, di cui il 61% in aree urbane. Le vittime sono state 16, mentre i feriti gravi hanno superato quota 500. Un bilancio che il Mit definisce “intollerabile”.
Una mossa anche politica: meno anarchia, più controlli
La svolta normativa sulla micromobilità arriva in un momento in cui la sicurezza urbana è tornata al centro del dibattito politico. Alcune forze di governo hanno spinto per una maggiore regolamentazione: “Non possiamo continuare a tollerare mezzi che circolano senza regole né responsabilità. Basta con l’anarchia urbana”, ha dichiarato un deputato in Commissione Trasporti.
Ma dietro la retorica securitaria c’è anche un problema pratico: fino ad oggi era praticamente impossibile sanzionare chi commetteva infrazioni in monopattino. Mancava l’identificazione. E questo rendeva inefficaci persino i controlli della Polizia Municipale.
Caos autovelox: 10 mila dispositivi in cerca d’autore
Mentre si stringe sui monopattini, esplode il caso degli autovelox. Un emendamento al decreto Infrastrutture impone ai Comuni di censire ogni dispositivo. Senza censimento, i rilevatori non potranno funzionare.
Secondo i dati diffusi, il 59,4% degli autovelox fissi oggi operativi in Italia è stato validato prima del 2017, quindi potenzialmente non più omologato. La situazione è ancora più grave per quelli mobili: il 67,2% risulterebbe obsoleto.
Il risultato? Milioni di euro di multe annullate da prefetti e giudici di pace. Una falla normativa che coinvolge almeno 10.202 dispositivi in tutta Italia. Nelle 20 città più popolose, il mancato incasso potenziale supera i 62 milioni di euro.
Le reazioni: tra applausi e perplessità
Le nuove misure sui monopattini stanno spaccando l’opinione pubblica. Gli utenti più giovani parlano di “stretta eccessiva che penalizza chi vuole muoversi in modo ecologico”. Ma per le associazioni dei pedoni e delle vittime della strada, è “una boccata d’ossigeno”.
Dello stesso avviso l’Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale): “È un passaggio fondamentale. Senza obbligo di casco e identificazione, i monopattini erano fuori controllo”, ha dichiarato il presidente Giordano Biserni.
Un cambio di paradigma (forse tardivo)
In sintesi, il governo italiano sta cercando di recuperare terreno su un fenomeno esploso troppo in fretta e regolato troppo tardi. La micromobilità ha invaso le città in nome della sostenibilità, ma ha trovato terreno fertile anche per caos e incidenti.
La stretta del 2025, se attuata con chiarezza e rigore, potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase: quella in cui ogni mezzo che circola – a due, quattro o nessuna ruota – risponde alle stesse regole