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Pedaggi in salita: dal primo agosto scattano nuovi aumenti sulle autostrade italiane

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Pedaggi in salita: dal primo agosto scattano nuovi aumenti sulle autostrade italiane

Dal primo agosto 2025 scatterà un nuovo aumento dei pedaggi autostradali. L’emendamento al Decreto Infrastrutture, già approvato nelle commissioni parlamentari, introduce un rincaro pari a un millesimo di euro al chilometro, valido per tutte le classi di veicoli, incluse le categorie leggere A e B e quelle pesanti dalla 3 alla 5. Un incremento che, seppur apparentemente contenuto, comporterà un impatto diretto e generalizzato sugli spostamenti degli italiani, soprattutto in pieno esodo estivo. Le risorse derivanti dal rincaro serviranno a finanziare i costi fissi della rete gestita da Anas, come la manutenzione, l’illuminazione e le spese generali.

Pedaggi in salita: dal primo agosto scattano nuovi aumenti sulle autostrade italiane

L’aumento non arriva isolato: a inizio 2025 erano già scattati altri rincari, tra cui quello del +1,8% per la rete Autostrade per l’Italia e dell’1,677% per la tratta Salerno–Pompei–Napoli. Ora il nuovo balzello estivo alimenta le proteste dei consumatori. Le associazioni come Assoutenti e Codacons parlano apertamente di stangata e stimano un impatto complessivo pari a 90 milioni di euro per il 2025, di cui 37 milioni già contabilizzati. Per le famiglie, il costo annuale in bolletta autostradale potrebbe aumentare in media tra i 40 e i 50 euro, con una spesa extra durante i mesi delle vacanze che penalizzerà soprattutto i pendolari e chi si sposta in auto per motivi lavorativi.

Le tratte più colpite

Tutti i tratti a gestione pubblica o mista saranno interessati dall’aumento. Il rincaro si applica a livello nazionale, senza distinzioni fra tratte principali e secondarie, e non risparmia nemmeno i cosiddetti tratti economici. Aumenti proporzionali sono previsti su tutte le principali direttrici di traffico del Paese. Le tratte già toccate da aumenti a gennaio saranno quindi oggetto di una seconda ondata di rincari, in assenza di una revisione delle modalità di calcolo o di un freno da parte del governo. L’emendamento, infatti, è parte integrante della copertura finanziaria individuata per sostenere Anas.

Una copertura strutturale

L’esecutivo ha motivato la scelta come un’operazione di razionalizzazione dei costi a carico della fiscalità generale, spostando parte del peso finanziario sulle spalle di chi utilizza effettivamente le infrastrutture. Ma le critiche non si sono fatte attendere: diverse associazioni di consumatori ritengono inaccettabile aumentare i pedaggi in un contesto in cui non si registrano miglioramenti sensibili della qualità del servizio. Tra cantieri perenni, rallentamenti e disagi, la misura viene percepita come una tassazione indiretta che colpisce in maniera trasversale tutte le categorie sociali.

Il fronte politico diviso

La misura ha diviso anche la maggioranza. Il vicepremier Matteo Salvini, titolare delle Infrastrutture, ha preso le distanze dal rincaro, e fonti della Lega e di Fratelli d’Italia avevano manifestato l’intenzione di ritirare l’emendamento. Tuttavia, l’impianto normativo è rimasto invariato e gli aumenti, salvo colpi di scena, diventeranno effettivi dal primo agosto. La scelta di procedere in pieno periodo di esodo è stata oggetto di ulteriori polemiche, anche perché rischia di alimentare la percezione di un accanimento sui cittadini già alle prese con i rincari su altri fronti, dall’energia ai generi alimentari.

Un'estate più cara per chi viaggia

Con il rincaro di agosto, l’estate 2025 si annuncia tra le più costose degli ultimi anni per gli automobilisti italiani. Il combinato disposto tra inflazione generale, aumento dei carburanti e pedaggi in salita rende più oneroso ogni spostamento su gomma. In assenza di investimenti tangibili per migliorare la rete e alleggerire il traffico, il rischio è che a pagare il conto siano ancora una volta i cittadini, mentre i fondi raccolti potrebbero non tradursi in benefici immediati per la qualità della mobilità. La rete autostradale, cuore dei collegamenti nazionali, rischia così di trasformarsi in un ulteriore fronte di tensione sociale ed economica.

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