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Un milione di cubani senza acqua: emergenza e sistema al collasso

- di: Marta Giannoni
 
Un milione di cubani senza acqua: emergenza e sistema al collasso
Cuba, un milione senza acqua: reti al collasso e blackout
Uno Stato incapace di assicurare il diritto più basilare: l’acqua diventa un lusso.

Un milione di cubani senz’acqua: un’emergenza che non ammette ritardi

Le autorità di Cuba, in modo inusuale, hanno ammesso che circa un milione di cittadini – su una popolazione di circa 10 milioni – soffrono interruzioni quotidiane nell’accesso all’acqua potabile, a causa di blackout continui, rotture nelle infrastrutture e una prolungata siccità.

Il presidente dell’Istituto nazionale delle risorse idriche (INRH), Antonio Rodríguez Rodríguez, ha confermato che 300.000 persone sono rimaste senz’acqua per guasti tecnici, mentre il totale dei colpiti sale a un milione se si considerano anche le interruzioni elettriche, la carenza di carburante e l’inadeguatezza della rete di distribuzione.

In termini pratici, solo il 37 % delle stazioni di pompaggio considerate essenziali è protetto da blackout grazie alla collaborazione con l’Unione elettrica nazionale; il resto rimane vulnerabile a interruzioni. L’approvvigionamento di carburante è sotto il 40 % del fabbisogno necessario, mentre la scarsità di cemento rallenta o blocca ogni intervento urgente o progetto infrastrutturale.

A complicare il quadro, si aggiunge una drammatica siccità: maggio ha registrato appena il 41 % delle piogge medie attese, e i dati su luglio segnalano precipitazioni scarse, specie nelle province orientali.

Matanzas in crisi: il prezzo dell’acqua pesa come un macigno

A Matanzas, la situazione è ulteriormente degenerata: la scarsità idrica ha fatto nascere un mercato nero dell’acqua, dove il prezzo è arrivato a 1 peso al litro. Per una famiglia tipo di tre persone, il costo mensile per soddisfare bisogni minimi si aggira sui 9.000 pesos.

La responsabilità è triplice: guasti alle pompe, frequenti sbalzi di tensione ed interruzioni di corrente. Anche solo un breve blackout può richiedere complicati aggiustamenti del sistema idrico per evitare danni maggiori.

In altre province, come L’Avana, quasi mezzo milione di persone è priva di accesso regolare all’acqua potabile.

Fiumi che non scorrono – infrastrutture al collasso

Le perdite idriche in rete rappresentano una vera emorragia: oltre il 40 % dell’acqua pompata si disperde a causa di perdite nelle tubature, soprattutto a L’Avana, dove si contano fra le 2.500 e le 3.000 rotture aperte.

Inoltre, il quadro generale è aggravato da mancanza di investimenti: la rete è antiquata, le parti di ricambio scarseggiano e l’erogazione dei servizi sociali – già carente – è peggiorata.

Al centro della crisi: blackout ripetuti e un’economia che zoppica

La crisi idrica si intreccia strettamente con una crisi energetica endemica: l’isola ha subito blackout massicci nel 2024-2025 – tra cui un totale spegnimento della rete e numerose interruzioni su scala nazionale – causati da carenza di carburante, guasti all’impianto Antonio Guiteras e deterioramento delle infrastrutture.

Gli incendi economici infuriano: il PIL è crollato nel 2023, e per il 2025 si prevede una crescita irrisoria, intorno all’1 %, insufficientemente vigorosa per contrastare scarsità, inflazione e tagli ai servizi minimi.

La risposta statale? Piani di ripresa che avanzano lentamente e risultano inefficaci per la vita quotidiana, mentre la gente continua a stare senza l’essenziale.

Cosa dicono i cubani – quando l’acqua diventa una battaglia quotidiana

Le conseguenze si riverberano nelle comunità: la gente coltiva piccole orticelle per sopravvivere, ma l’acqua è così scarsa che persino annaffiare diventa un lusso. Un intervistato descrive lucidamente:

“Stiamo cercando cibo ogni giorno e adesso anche acqua”.

Un sistema insostenibile

Il quadro è allarmante: il diritto più basilare – l’accesso all’acqua potabile – è violato sistematicamente a causa di fallimenti tecnici, energetici e gestionali. La scarsità idrica, i blackout continui, la rete in disfacimento e i costi esorbitanti imposti al consumatore creano un fallimento totale dello Stato nel garantire servizi essenziali.

Finché l’ingranaggio non sarà radicalmente riformato – con investimenti reali, infrastrutture modernizzate e gestione trasparente – il problema resterà insoluto, e pagheranno sempre le stesse famiglie.

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