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Putin non si piega, Trump sfida l’India sul petrolio

- di: Bruno Coletta
 
Putin non si piega, Trump sfida l’India sul petrolio

Mosca si mostra imperturbabile alle pressioni Usa; New Delhi resiste e rilancia sulle importazioni con Mosca.

(Foto: Vladimir Putin, autocrate della Russia).

Nella nuova escalation geopolitica tra Stati Uniti, Russia e India, emerge chiara la linea di Vladimir Putin: “non si lascia intimidire”. Il Cremlino ha bollato come “illegittime” e “minacce” le pressioni del presidente Trump, mirate a indurre l’India a sospendere l’acquisto di petrolio russo. Le autorità russe ribadiscono che ogni Paese sovrano ha pieno diritto di scegliere i propri partner commerciali, difendendo con fermezza il legame energetico con New Delhi.

Trump aumenta la pressione: 25% di dazi e nuovi rischi

Il 25 % di dazi su tutti i prodotti indiani, già annunciato il 1° agosto 2025, è solo l’inizio. Trump ha minacciato ulteriori penalità, legate anche al commercio di armi e petrolio russo, qualora New Delhi non sospendesse gli acquisti da Mosca. In un’intervista a CNBC, ha spiegato di voler aumentare “sostanzialmente” i dazi per bloccare il sostegno indiretto al conflitto in Ucraina.

Fra gli alleati del presidente, il consigliere Stephen Miller ha accusato l’India di “finanziare la macchina bellica russa” attraverso l’importazione di greggio, definendolo “sconcertante”.

L’India reagisce: non cede, difende il proprio interesse

Anche nella politica interna, il governo indiano ha risposto con compattezza. Il partito del Congresso e il BJP hanno condannato congiuntamente le azioni statunitensi come un atto di bullismo economico e di imposizione ai valori nazionali. La Farnesina ha definito i dazi “ingiustificati e ipocriti”, sottolineando la costante trade Ue e Usa con la Russia – ad esempio nell’import di gas naturale liquefatto, uranio, fertilizzanti – mentre criticano l’India per le sue scelte energetiche.

New Delhi continua a difendere la propria politica di autonomia strategica, ribadendo che l’acquisto di petrolio russo è frutto di necessità economiche, in un mercato mondiale strutturato da turbolenze e forti sconti sulle materie prime.

Il greggio scende, ma le contraddizioni restano

L’annuncio di aumenti produttivi da parte dei Paesi Opec+, incluso Mosca con 547.000 barili al giorno da settembre, ha spinto leggermente il prezzo del petrolio verso il basso. Tuttavia, analisti avvertono che le sanzioni Usa e dazi potrebbero provocare una risalita dei prezzi, con potenziale impatto sull’inflazione globale.

In India, un cambio forzato dei fornitori energetici rischierebbe di far esplodere il conto petrolifero di 9–11 miliardi di dollari, secondo analisti finanziari.

Putin imperturbabile: il Cremlino punta sulle sue certezze

Fonti riservate al Cremlino descrivono un Putin convinto della vittoria russa e scettico sull’efficacia dei dazi Usa sulla propria economia. Per ora, nessuna svolta politica: “non ci piegheremo” rimane la linea ufficiale.

Secondo alcuni osservatori, pur senza cedimenti veri e propri, Mosca potrebbe essere pronta a compiere minime concessioni tattiche, come una tregua nei bombardamenti aerei o missilistici.

Kiev attende, Zelensky ringrazia e offre droni

Parallelamente alla crisi commerciale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reso note conversazioni con Trump sul sostegno militare Usa, avanzando l’idea di un accordo sullo scambio di tecnologia per droni. L’Ucraina è pronta a cedere i propri modelli all’Amministrazione americana in cambio di armamenti avanzati.

Zelensky ha lodato Trump per la “determinazione mostrata contro Mosca” e per il “forte sostegno politico all’Ucraina”.

Il quadro

  • Putin resta saldo, rigettando ogni tipo di ricatto economico esterno.
  • Trump alza la posta: dazi da oggi e minacce di penalità crescenti per chi compra petrolio russo.
  • New Delhi resiste, puntando su pragmatismo energetico e sovranità politica.
  • Il greggio vacilla, ma l’opzione delle sanzioni incrementa volatilità e pressioni internazionali.
  • Zelensky intreccia la guerra sul campo con la diplomazia, alleandosi con Washington.

Le tensioni tra Washington, Mosca e Nuova Delhi si infittiscono. Il Cremlino resta impassibile, mentre il presidente Trump gioca forte la sua carta energetica e commerciale. L’India fa muro, Zelensky media contromosse: il mondo guarda, in attesa delle prossime mosse sullo scacchiere globale.

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