Il documento che smentisce l’ipotesi di azione concertata.
Un vero e proprio colpo di scena scuote la vicenda della scalata di Monte dei Paschi di Siena (MPS) su Mediobanca: secondo un documento riservato della divisione vigilanza emittenti di Consob, datato 15 settembre 2025, non sussiste alcun patto occulto tra i soci Delfin e Gruppo Caltagirone, né alcun “concerto” con MPS.
Da indagine critica a doccia fredda per i magistrati
Il documento, reso noto oggi dopo la pubblicazione da parte de Il Sole 24 Ore, mina le fondamenta dell’accusa — avanzata dalla Procura di Milano — secondo cui l’operazione sarebbe stata frutto di un’intesa segreta per ottenere il controllo di Mediobanca e, di riflesso, dell’assicuratrice Assicurazioni Generali, evitando l’obbligo di un’Opa. :contentReference[oaicite:7]{index=7}
Nel testo, la Consob specifica che “nessuna delle condotte riferite da Mediobanca — peraltro non supportate da evidenze probatorie di alcun genere — è parsa essere caratterizzata da profili di potenziale criticità o allarme”, e che “non sono stati rilevati accordi verbali o scritti, espressi o taciti” fra i soggetti coinvolti. :contentReference[oaicite:8]{index=8}
Un’operazione attesa da tempo, non un colpo di mano
La Consob ricorda che l’ipotesi dell’integrazione tra MPS e Mediobanca era stata già formulata nel dicembre 2022, in un documento consegnato al Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), come una delle tre opzioni per l’uscita ordinata dello Stato da MPS. Le altre due prevedevano la permanenza autonoma della banca o una fusione con gruppi bancari tradizionali come Banco BPM o BPER Banca. :contentReference[oaicite:12]{index=12}
Per la vigilanza, dunque, l’operazione non avrebbe nulla a che vedere con una manovra occultata, bensì appare come una scelta strategica — e anticipata nel tempo — in risposta ai profondi cambiamenti del panorama bancario italiano. :contentReference[oaicite:13]{index=13}
Le reazioni: Borsa, inchiesta, fiducia a Lovaglio
Nei giorni scorsi, l’avvio dell’inchiesta della Procura di Milano aveva scatenato ripercussioni immediate sul mercato: il titolo MPS aveva perso terreno per tre sedute di fila e registrato cadute fino al 4,5-14% in breve tempo. :contentReference[oaicite:14]{index=14}
Nonostante la vicenda giudiziaria — e ora la frenata da parte di Consob — il cda di MPS ha confermato all’unanimità la fiducia nell’amministratore delegato Luigi Lovaglio, ribadendo che l’operazione con Mediobanca era una opzione ragionata e legittima. :contentReference[oaicite:16]{index=16}
Cosa cambia adesso: molte domande restano aperte
- Il documento Consob indebolisce l’impianto accusatorio, ma la Procura di Milano prosegue nell’inchiesta — la presenza di intercettazioni e atti raccolti successivamente al 15 settembre potrebbe comunque mutare il quadro.
- La pressione sui mercati finanziari resta, perché l’incertezza non è del tutto cancellata: l’esito dell’indagine potrebbe condizionare la stabilità del nuovo assetto e le mosse degli azionisti su Mediobanca e Generali.
- Per MPS, è tornato il tema della credibilità: l’operazione doveva apparire trasparente e industriale; Con la Consob che certifica assenza di accordi segreti, la banca punta a ricostruire fiducia sul mercato e tra gli investitori.
In ogni caso, oggi il dossier Mps-Mediobanca subisce una svolta: l’ipotesi più grave — quella del patto occulto tra soci — è ufficialmente smentita da chi avrebbe dovuto verificarla. Ma la storia non è chiusa: la magistratura ha ancora carte da giocare, e i riflettori restano accesi.