È stato un trionfo in rosa quello dei Nastri d’Argento 2025, con Francesca Comencini incoronata regista dell’anno per il suo ultimo film “Città Madre”, un’opera intensa e radicale che ha conquistato critica e pubblico. Per la Comencini, figlia del grande Luigi, è stato un momento carico di significato personale, come ha raccontato lei stessa all’AGI: “Solo oggi capisco mio padre. È stato il primo a raccontare i sentimenti senza paura. Io, con questo film, ho provato a fare lo stesso”.
Nastri d’Argento al femminile: trionfa Francesca Comencini, premi anche a Scarano ed Elodie
L’edizione di quest’anno ha segnato un riconoscimento corale del talento femminile nel cinema italiano, non come eccezione ma come struttura portante. A ricevere un Nastro anche Greta Scarano, premiata per la miglior regia esordiente con “Fuga a Sud”, film girato tra Salento e Grecia che ha convinto la giuria per la maturità dello sguardo e l’originalità narrativa. Elodie, alla sua seconda esperienza importante al cinema, si è aggiudicata il premio come miglior attrice non protagonista per il ruolo in “Senza fiato”, interpretazione potente che ha sorpreso anche i critici più scettici.
Francesca Comencini: tra eredità e militanza
Il successo di Francesca Comencini è il coronamento di un percorso artistico coerente e mai piegato alle mode. Con “Città Madre”, la regista racconta la periferia romana attraverso gli occhi di tre generazioni di donne, esplorando la maternità come forza creatrice ma anche come vincolo. Il linguaggio visivo è asciutto, quasi documentaristico, mentre la sceneggiatura affonda nelle dinamiche familiari con una tensione etica costante.
Nel suo discorso di ringraziamento, Comencini ha parlato del cinema “come spazio politico, dove l’intimità può diventare rivoluzione”. Ha voluto dedicare il premio alle registe italiane che “continuano a lavorare in un sistema che ancora fatica a riconoscere pienamente la parità”. L’emozione per il ricordo del padre Luigi, regista simbolo del neorealismo familiare, ha dato al suo intervento un tono di continuità generazionale: “Papà mi ha insegnato che ogni scena deve partire dalla verità. È quello che ho cercato di fare sempre, anche quando sembrava inutile”.
Greta Scarano, il debutto dietro la macchina da presa
Greta Scarano, nota fino a ieri soprattutto per le sue interpretazioni in serie tv di successo, ha stupito tutti con un’opera prima che evita i cliché e affronta i temi dell’identità, della memoria e del ritorno con una mano sorprendentemente matura. “Fuga a Sud” racconta la storia di una donna italiana che, in seguito a un lutto, intraprende un viaggio sulle tracce della madre emigrata in Grecia negli anni Settanta. Tra scorci mediterranei e dialoghi rarefatti, il film costruisce un ponte generazionale tra due donne alla ricerca del proprio posto nel mondo.
La giuria ha elogiato “la chiarezza dello sguardo, la compostezza della regia e l’intensità visiva”, premiando Scarano come miglior regista esordiente. L’attrice-regista ha dedicato il premio “a tutte le donne che si sentono fuori posto ma che continuano a cercare casa nelle storie”. E ha annunciato che il film sarà presto distribuito anche in Francia e Germania.
Elodie: da popstar a interprete convincente
Se qualcuno ancora dubitava delle doti attoriali di Elodie, la sua performance in “Senza fiato” ha spazzato via ogni riserva. L’artista romana interpreta Chiara, una giovane madre tossicodipendente che tenta di ricostruire un rapporto con il figlio dopo anni di assenza. Il ruolo, durissimo e lontano dal glamour che l’ha resa famosa, è stato accolto con grande favore e ha fatto guadagnare a Elodie il premio come miglior attrice non protagonista.
Elodie, visibilmente emozionata, ha ringraziato la regista Giulia Caminito “per aver creduto in me quando io stessa non ci credevo”. Ha raccontato di essersi preparata mesi per il ruolo, frequentando comunità e parlando con donne che avevano vissuto esperienze simili. “Non volevo fare una caricatura, volevo solo raccontare una possibilità”, ha detto dal palco, ricevendo una standing ovation.
Un cinema che guarda al sociale e alla verità
L’edizione 2025 dei Nastri d’Argento ha confermato la tendenza del cinema italiano a privilegiare storie radicate nel reale, con un’attenzione sempre più marcata ai temi sociali e all’universo femminile. Non solo nei contenuti, ma anche nelle firme: mai come quest’anno i premi sono andati a registe, attrici, sceneggiatrici che hanno saputo raccontare il presente con strumenti nuovi e profondi.
L’evento, tenutosi a Taormina, ha ospitato personalità del mondo dello spettacolo, della cultura e della politica. Il presidente della giuria ha sottolineato la qualità complessiva delle opere selezionate, affermando che “il cinema italiano, quando si affida alla verità, è ancora capace di sorprendere e commuovere”.