Opa CF+ su Banca Sistema: nasce un gruppo da 6,5 miliardi
L’istituto di Elliot rileva il 100% di Banca Sistema a 1,8 euro per azione. Il mercato punisce l’intesa, ma nasce un gruppo da 6,5 miliardi di attivi.
(Foto: Iacopo De Francisco, Dd di CF+)
Una fusione per la Borsa, ma senza premio: il mercato storce il naso
Una nuova Opa scuote il settore bancario italiano. Il 30 giugno 2025 Banca CF+, erede del Credito Fondiario e controllata dal fondo americano Elliott Investment Management, ha annunciato un’offerta pubblica di acquisto sul 100% di Banca Sistema. Obiettivo: quotarsi in Borsa utilizzando la società acquisita come veicolo e dar vita a un nuovo gruppo bancario specializzato con oltre 6,5 miliardi di euro di attivo totale e crediti verso la clientela per 4,3 miliardi.
Ma Piazza Affari non ha gradito: il titolo Banca Sistema ha chiuso in forte ribasso, -11,3% a 1,74 euro, penalizzato dalla mancanza di un premio sull’offerta e dai dubbi sulle sinergie.
Offerta “concordata” ma poco entusiasmante
L’Opa prevede 1,8 euro per azione, di cui 1,382 euro in contanti e 0,418 euro in azioni Kruso Kapital, società controllata da Banca Sistema e quotata su Euronext Growth Milan. Ma proprio la complessità dell’offerta – che include 21 azioni Kruso ogni 98 azioni Banca Sistema – ha suscitato scetticismo tra gli investitori.
A peggiorare il sentiment, anche il fatto che non vi sia alcun premio significativo rispetto al valore precedente: venerdì 27 giugno il titolo valeva 1,96 euro.
I principali azionisti hanno già aderito, con Garbi, SGBS e Garbifin pronti a cedere il 24,86% del capitale. Un'operazione apparentemente già definita, ma che solleva dubbi sulla reale creazione di valore per i piccoli azionisti.
Le parole dell’ad De Francisco: “Più solidi, più grandi, più efficienti”
Il disegno industriale è stato illustrato dall’ad di CF+, Iacopo De Francisco: “Il settore bancario italiano sta attraversando una fase di consolidamento e anche nel segmento delle banche specializzate vi è l’esigenza di avere operatori più grandi ed efficienti, con dotazioni patrimoniali ampie”.
L’obiettivo è costruire un operatore capace di competere per scala, tecnologia e visione industriale, mantenendo la quotazione per facilitare ulteriori aggregazioni.
Settimo colpo dell’anno: il risiko bancario continua
L’Opa di CF+ su Banca Sistema è la settima operazione di M&A bancaria del 2025. Un chiaro segnale che il consolidamento prosegue anche al di fuori delle grandi banche. Il focus si sposta su banche specializzate e intermediari di nicchia, spinti dalla necessità di scala e dalle pressioni normative.
Le perplessità degli analisti: “Sinergie poco chiare, struttura complicata”
Non tutti però sono convinti. “L’assenza di un premio sulla cessione del controllo e la mancanza di dettagli concreti sulle sinergie future rendono questa operazione poco attraente per gli azionisti”, ha osservato un analista. Anche la parte in azioni Kruso Kapital, con rapporto frazionato, è giudicata difficile da valutare per il pubblico retail. Il risultato è stato un’ondata di vendite fin dalle prime ore di lunedì.
Chi è Banca CF+ e perché punta su Sistema
Banca CF+ è il nuovo nome di Credito Fondiario, storicamente attivo nella gestione di Npl e rilanciato dal fondo Elliott con una strategia orientata al credito alle imprese. Ora vuole diventare un operatore bancario a tutto tondo.
Banca Sistema, fondata nel 2011, è attiva nel factoring e nei finanziamenti alla pubblica amministrazione, con un profilo di rischio contenuto e clientela stabile.
Usare Banca Sistema come veicolo di quotazione è una strategia tipica del private equity: entrare in Borsa acquistando un soggetto già quotato, riducendo tempi e burocrazia. Ma resta il dubbio se sia una scorciatoia o un progetto serio di lungo periodo.
Il nodo del mercato: servono aggregazioni, ma non a ogni costo
Con tassi alti, regolazione stretta e concorrenza crescente, la dimensione aziendale è tornata centrale. Tuttavia, il caso CF+/Sistema dimostra che non basta fare massa critica: servono una narrazione convincente, sinergie tangibili e una visione industriale che attragga investitori.
“Il consolidamento bancario è necessario, ma deve essere sostenibile e orientato alla crescita, non solo all’ingegneria finanziaria”, ha ammonito il presidente ABI Antonio Patuelli. Un messaggio chiaro: per conquistare fiducia, serve molto più di una fusione scritta sulla carta.