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Partono i cantieri di Open Fiber per la rete ultraveloce a Bitritto

- di: Daniele Minuti
 
Partono i cantieri di Open Fiber per la rete ultraveloce a Bitritto
Open Fiber avvia ufficialmente i cantieri per fibra ultraveloce a Bitritto, comune dell’area metropolitana di Bari, lavori previsti dal “Piano Italia a 1 Giga”, nell’ambito della Strategia italiana per la Banda Ultralarga finanziata con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Partono i cantieri di Open Fiber per la rete ultraveloce a Bitritto

Come spiegato dalla nota ufficiale, il bando prevede il collegamento di quasi mille civici distribuiti sul territorio che corrispondono ad oltre 2.000 unità immobiliari fra abitazioni private, sedi di aziende e ufficii della Pubblica amministrazione. Tutte situate in zone non coperte da almeno una rete in grado di fornire velocità di connessione in download pari o superiori a 300 Mbit/s, che in gran parte coincidono con le cosiddette "aree grigie".
Al termine dei lavori, Bitritto avrà così accesso a una infrastruttura FTTH.

La nota specifica: "Il progetto di Open Fiber per la posa dei cavi in fibra ottica prevede, laddove possibile, il riutilizzo di infrastrutture esistenti. In caso di nuovi scavi si utilizza la minitrincea (10 cm di larghezza e 35-50 cm di profondità), tecnica a basso impatto ambientale mirata a ridurre al minimo i disagi per la cittadinanza e la circolazione veicolare. Scavo e riasfaltatura finale avvengono in due fasi distinte: la prima, definita ripristino provvisorio e contestuale alla posa dei cavi, consiste nella copertura del taglio su strada con malta cementizia colorata con ossido di ferro. La seconda fase, cioè il ripristino definitivo così come indicato dalla normativa di settore, avviene ad almeno 30-60 giorni di distanza dallo scavo, tempo tecnico necessario all’assestamento del materiale sulla sede stradale. Open Fiber sta inoltre utilizzando a Bitritto la microtrincea, tecnica che può essere eseguita solo in presenza di particolari condizioni ambientali: scavi di dimensioni minime – 2,5 cm di larghezza per un massimo di 30 cm di profondità – in corrispondenza del cordolo del marciapiede. In questo modo è possibile minimizzare la necessità di ripristino del piano stradale, ridurre il traffico di mezzi pesanti e del tempo e dello spazio di occupazione del suolo pubblico".
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