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VISA: "Per l’82% degli italiani, i pagamenti saranno digitali entro 4 anni"

- di: Barbara Bizzarri
 
VISA: 'Per l’82% degli italiani, i pagamenti saranno digitali entro 4 anni'
I principali risultati della seconda edizione dell’Osservatorio annuale di Visa, realizzato in collaborazione con Ipsos su un campione di mille persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni, con l’obiettivo di mettere in luce le tendenze in atto nel mercato, le aspettative dei consumatori italiani, le opportunità per gli operatori del settore, evidenzia che una persona su due effettua quasi tutti, se non tutti, i pagamenti in modalità digitale. Inoltre, cresce la percentuale di coloro che si aspettano che queste opzioni di pagamento diventeranno una consuetudine nel giro di qualche anno (82% vs 70% del 2022). I driver della crescita del futuro sono sostenibilità, personalizzazione e innovazione: la trasformazione digitale è guidata dai Millennials e dalla Gen Z, e anche quelle più grandi ne sono maggiormente coscienti col passare degli anni, tanto che la consapevolezza dei cosiddetti ‘boomers’ nel 2022 era al 64%, nel 2023 è al 76%.

VISA: "Per l’82% degli italiani, i pagamenti saranno digitali entro 4 anni"

Tra i dati più interessanti del report, la crescente attenzione verso pagamenti digitali che siano sostenibili: per il 47% degli italiani la sostenibilità influisce in modo importante sulla scelta della banca e dei servizi di pagamento cui affidarsi e il 27% di Millennials e Gen Z sarebbe disposto a cambiare banca per una più green. Un italiano su due conferma l’interesse verso una banca che lo aiuti a misurare l’impatto delle sue scelte sul pianeta e il 43% sarebbe incentivato a utilizzare una carta di pagamento fatta di materiali sostenibili, avendo anche la possibilità di calcolare l’impatto degli acquisti sul pianeta o di accumulare punti in base alla sostenibilità di quanto comprato. L’attenzione alle innovazioni e l’opportunità di sviluppare nuove soluzioni restano confermate anche sul fronte dei servizi premium, dove ben il 67% degli intervistati sarebbe disposto a pagare da 5 € a 10 € al mese, per servizi come il cashback in negozi selezionati (35%), assicurazioni aggiuntive (22%), assistenza personalizzata 24/7 (21%), programmi di loyalty (20%) e servizi relativi alla sostenibilità (18%): una percentuale che supera il 75% tra la Generazione Z e i Millennials.

Cresce anche l’interesse verso soluzioni personalizzate, come l’Open Banking: anche in questo caso, i giovani mostrano un maggiore livello di apertura verso la condivisione di dati bancari e finanziari con terze parti in cambio di servizi quali sconti, offerte personalizzate, consigli su come gestire le spese: per il 37% della Generazione Z e il 36% dei Millennials si tratta di un valore aggiunto. Il 41% riconosce l’utilità dell’Open Banking come servizio che permette una gestione informata e consapevole delle proprie risorse finanziarie, il 33% lo apprezza per la possibilità di ricevere, con maggiore immediatezza e facilità, offerte di prodotti e servizi personalizzati quali prestiti, mutui, prodotti d’investimento o assicurativi, e il 32% per la gestione delle finanze personali e il poter tenere traccia delle spese.

Il 58% degli italiani, inoltre, si dichiara aperto verso le novità che semplificano l’esperienza di pagamento. Tra i servizi che si possono migliorare, al primo posto figura il rimborso/risarcimento: la metà delle volte sono fonte di preoccupazione riguardo ai tempi e all’impossibilità di sceglierne la modalità di ricezione (contante, carta di pagamento, bonifico), ma per il 48% degli italiani l’esperienza risulterebbe positiva se questi rimborsi o risarcimenti fossero veloci e tempestivi. Altra area in cui gli utenti si aspettano delle innovazioni è quella dei pagamenti quando si è in viaggio: l’ipotesi di accedere alla valuta estera direttamente dal proprio conto faciliterebbe in modo rilevante le spese (75%).

Inoltre, un tema su cui gli operatori dei pagamenti digitali stanno spingendo molto è l’informazione sulle commissioni che gravano sugli esercenti: «La gestione del denaro contante, per esempio, è più cara di quella digitale, perché costa l’1% contro lo 0,7%: c’è un problema di percezione, perché l’Italia ha uno dei costi più bassi per le commissioni sui pagamenti digitali - sottolinea Stoppani -. Abbiamo avviato un tavolo con il governo e con le associazioni di categoria affinché gli esercenti vengano informati correttamente sui veri costi delle transazioni digitali».

Le aree nelle quali l’esperienza dell’utente può essere resa più fluida e semplice restano gli acquisti nei piccoli negozi (40% degli intervistati), il pagamento di prestazioni occasionali (36%), l’invio di denaro a qualcuno per le piccole spese (18%), ricevere un pagamento (17%), pagare tasse, multe e tributi alla Pubblica amministrazione (15%). «Storicamente l’Italia sconta un ritardo nella digitalizzazione dei pagamenti nel mercato europeo, ma soprattutto durante la pandemia c’è stata una forte accelerazione, guidata poi da una spinta del ricambio generazionale - rileva Stefano Stoppani, country manager di Visa Italia -. Abbiamo però anche noi delle eccellenze, come i pagamenti digitali in mobilità: 29 città italiane lo prevedono, per un totale di 10 milioni di cittadini coperti, siamo tra i primi in Europa nelle città con contactless sul trasporto».

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