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Il ritorno di Pasolini, il visionario che ancora ci interroga

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Il ritorno di Pasolini, il visionario che ancora ci interroga

Cinquant’anni dopo l’assassinio, Roma sceglie di non limitarsi alla commemorazione. Con il progetto “PPP Visionario”, la città prova a restituire Pier Paolo Pasolini alla vita pubblica, alla memoria collettiva, al presente inquieto che egli aveva intuito e denunciato con una lucidità che oggi suona ancora bruciante.

Il ritorno di Pasolini, il visionario che ancora ci interroga

Sessanta giorni di iniziative, cento appuntamenti sparsi in tutta la capitale: cinema, teatro, incontri, letture, camminate, sport. Ma soprattutto un’idea di fondo: far sì che Pasolini torni a respirare dentro la città, non solo come poeta da ricordare, ma come pensatore da ascoltare.

Smeriglio: “Pasolini è tutta Roma”
L’anima politica e culturale dell’iniziativa è quella dell’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio, che durante la presentazione in Campidoglio ha ricordato che “Pasolini è tutta Roma”. In questa frase c’è la chiave del progetto: non un culto laico, ma una riappropriazione popolare.
Smeriglio ha spiegato che il poeta friulano non può essere rinchiuso nei circuiti ufficiali, ma deve tornare nei luoghi che lo hanno generato: le borgate, le periferie, le strade dove le contraddizioni sociali diventano materia poetica e civile.

“Non vogliamo un Pasolini imbalsamato,” ha detto l’assessore, “vogliamo che quel tarlo continui a scavare, che la sua inquietudine ci accompagni.”
È il filo che lega tutto il cartellone: non ricordare per consolare, ma ricordare per interrogare.

Una città intera come teatro diffuso

Dal 14 ottobre all’8 dicembre, PPP Visionario trasformerà Roma in un grande palcoscenico. Non solo centro storico e auditorium, ma anche Tor Bella Monaca, Quarticciolo, Garbatella, il Verano, l’Idroscalo di Ostia: luoghi che Pasolini ha attraversato con il corpo e con lo sguardo, ora restituiti come capitoli di una narrazione collettiva.
L’Idroscalo, teatro della tragedia, diventa tappa simbolica, mentre il percorso si dirama verso le scuole, le biblioteche, i teatri popolari.

“È la città che deve tornare protagonista,”
ha detto Erica Battaglia, presidente della Commissione Cultura. “Pasolini non appartiene solo al passato, ma al futuro di Roma.”
A sostenere l’impianto progettuale sono i bandi Roma Creativa 365 e Open 25 – Artes et Iubilaeum, che hanno coinvolto decine di associazioni, gruppi teatrali, fondazioni e istituti scolastici.

Dalla poesia al campo di calcio
Il programma mescola linguaggi e generi, come avrebbe voluto lo stesso Pasolini. Nei teatri si leggono i suoi versi, nei cinema si proiettano film che dialogano con la sua poetica, nelle piazze si tengono incontri e reading all’aperto.
Il 2 novembre, giorno dell’assassinio, l’Auditorium Parco della Musica ospiterà Pasolini da cambiare, spettacolo con Ascanio Celestini e Marco Damilano: un dialogo tra teatro e giornalismo, tra parola e memoria.
In collegamento video, Martin Scorsese parlerà con padre Antonio Spadaro del Vangelo secondo Matteo, in una riflessione che unisce fede, cinema e dissidenza.

Ma PPP Visionario non si ferma alla cultura in senso stretto. Il 31 ottobre allo Stadio dei Marmi si terrà la Staffetta Pasolini, e il giorno dopo un torneo simbolico tra attori, giornalisti e consiglieri comunali: un modo per ricordare il poeta che amava il calcio come forma di libertà e di appartenenza.

Pasolini, ancora scomodo
Dietro il cartellone, si avverte la tensione di un progetto che vuole riportare Pasolini al cuore del dibattito civile. Non come icona o profeta, ma come scomodo interlocutore del presente.
Smeriglio ha insistito su questo punto: “Pasolini ci obbliga a guardare dentro le contraddizioni della modernità. Ci parla della perdita del popolo, della riduzione della cultura a consumo, del conformismo che si traveste da libertà.”

In queste parole si percepisce la volontà di fare della memoria un gesto politico: non la nostalgia per un passato irrecuperabile, ma la ricerca di una coscienza critica.
Il suo nome diventa così uno strumento per riaprire domande rimaste sospese: chi sono oggi gli esclusi? Quale voce hanno? C’è ancora spazio, nella città, per una verità che non si pieghi alle convenzioni del potere?

Roma e il suo poeta irrisolto
Roma resta il personaggio principale di questo racconto. Non la città monumentale e turistica, ma quella viva, ferita, stratificata che Pasolini ha amato e raccontato.
Con PPP Visionario, la capitale si concede l’occasione rara di riconoscersi attraverso il suo poeta più irrequieto. Le periferie diventano pagine, le piazze diventano teatri, le voci dei cittadini tornano parte della narrazione.

Pasolini non viene dunque commemorato: viene rimesso in circolo. La sua parola ritorna dove era nata — tra la gente, nelle strade, nei luoghi dell’inquietudine e della speranza.
È questa la sfida che Smeriglio e la città hanno scelto di affrontare: non chiudere il caso Pasolini, ma riaprirlo come una domanda ancora viva.

Perché, come disse lui stesso, “non è la libertà che manca, mancano gli uomini liberi.”
E forse Roma, con questo progetto, sta provando a ritrovarli.

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