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Pentagono, addio al consiglio per le donne: “era divisivo”

- di: Jole Rosati
 
Pentagono, addio al consiglio per le donne: “era divisivo”
Pentagono, addio al consiglio per le donne: “era divisivo”
Il Segretario alla Difesa Hegseth chiude il comitato nato nel 1951 e archivia il programma “Donne, Pace e Sicurezza”. È la linea del “warrior ethos”: standard “neutrali” di genere e stop alle politiche mirate. Proteste da esperti e militari in congedo.

(Il Segretario di Stato Pete Kegseth quando lavorava alla Fox).

Cosa è successo

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha dismesso lo storico Defense Advisory Committee on Women in the Services (DACOWITS), nato nel 1951 per portare in agenda l’esperienza delle militari e formulare raccomandazioni operative. La decisione è stata resa pubblica dal portavoce Kingsley Wilson con un post su X, spiegando che il comitato avrebbe promosso “un’agenda femminista divisiva che danneggia la prontezza al combattimento” e che il segretario alla Difesa Pete Hegseth punta a “standard uniformi e sessualmente neutrali” in tutto il Dipartimento.

Un organo che ha plasmato policy per settant’anni

Nel corso di sette decenni il DACOWITS ha prodotto oltre mille raccomandazioni, molte delle quali recepite nelle policy sulla sanità militare, sulle dotazioni protettive idonee, sulla prevenzione di violenza e molestie e sui percorsi di carriera e leadership. La chiusura smonta un pilastro consultivo che ha accompagnato l’ingresso e l’avanzamento delle donne nelle Forze Armate.

La dottrina Hegseth: il “warrior ethos” prima di tutto

La scelta rientra in una campagna più ampia con cui Hegseth ha azzerato o ridotto programmi di diversità e iniziative ritenute identitarie, prospettando un ritorno a una cultura militare centrata su addestramento duro, standard unici e minimizzazione delle policy di inclusione. In primavera è stato chiuso anche il programma “Women, Peace and Security”, bollato come iniziativa “woke” estranea al compito centrale della guerra.

Gli effetti immediati: rappresentanza e mezzi

L’interruzione del comitato tocca temi operativi concreti: equipaggiamenti (giubbotti antiproiettile e uniformi calibrate su anatomie diverse), assistenza sanitaria (gravidanza, rientro in servizio, salute riproduttiva), prevenzione della violenza domestica e percorsi di comando. Senza quel tavolo, la catena di comando perde un sensore civile che portava evidenze dal campo al centro decisionale.

Un trend già visibile: le rimozioni ai vertici

La chiusura del DACOWITS si inserisce in un trend di epurazioni ai vertici. A febbraio sono stati rimossi il Chairman dei Capi di Stato Maggiore CQ Brown e l’Ammiraglio Lisa Franchetti, prima donna nel Joint Chiefs. La rimozione di Franchetti ha azzerato la presenza femminile ai massimi gradi, segnalando una curva regressiva nella rappresentanza.

Le reazioni: tra sicurezza e diritti

Le critiche non si sono fatte attendere. Secondo esperti di sicurezza internazionale, “tagliare il WPS e smantellare gli strumenti di ascolto riduce l’efficacia operativa e la stabilità”, ricordando la correlazione tra inclusione e performance nelle missioni complesse: “Non è beneficenza: è dottrina di sicurezza”.

Cosa significa per la prontezza operativa

Standard dichiarati “neutrali” non garantiscono di per sé pari efficacia se dotazioni, logistica e formazione restano calibrate su un profilo unico. L’esperienza alleata mostra che uniformi e protezioni aderenti alla fisiologia riducono infortuni e migliorano endurance e precisione. Il taglio delle sedi consultive rischia dunque di indebolire la capacità del Pentagono di correggere asimmetrie prima che diventino costi operativi.

La linea del portavoce

Per il portavoce Kingsley Wilson la priorità è “ripristinare standard uniformi e la neutralità di sesso nel Dipartimento”, respingendo l’idea che la chiusura equivalga a un arretramento dei diritti: “Sosteniamo ogni militare che superi gli standard, punto”. 

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