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Politecnico di Milano nella top 15 mondiale dell’Interdisciplinary Science Ranking 2026

- di: Giulia Caiola
 
Politecnico di Milano nella top 15 mondiale dell’Interdisciplinary Science Ranking 2026

Il Politecnico di Milano si afferma come uno dei protagonisti globali della ricerca interdisciplinare. L’ateneo conquista la 15ª posizione al mondo nel nuovo Interdisciplinary Science Ranking (Isr) 2026 elaborato da Times Higher Education (The), con un salto in avanti di 15 posti rispetto all’edizione precedente. Si tratta di un risultato di rilievo, inserito in una valutazione che quest’anno ha analizzato 1.267 università e ne ha classificate 911 provenienti da 94 Paesi.

Polimilano nella top 15 dell’Interdisciplinary Science Ranking 2026

Il Politecnico si colloca inoltre al terzo posto in Europa e mantiene la leadership nazionale, segnando un avanzamento che riflette strategie di lungo periodo dedicate alla contaminazione tra discipline e alla creazione di infrastrutture orientate alla collaborazione scientifica.

La natura del ranking

L’Isr, sviluppato da The insieme agli Schmidt Science Fellows, nasce con l’obiettivo di misurare e valorizzare la ricerca interdisciplinare, elemento ritenuto sempre più determinante per affrontare le sfide globali e per costruire ecosistemi accademici capaci di dialogare con le filiere produttive e le policy internazionali. Nell’edizione 2026 è stato ampliato lo spettro delle discipline considerate: oltre ai progetti che combinano diverse aree Stem, rientrano ora anche quelli che integrano scienze sociali, psicologia, diritto, economia, educazione e ambito clinico-sanitario con le discipline scientifiche tradizionali. Una scelta che rispecchia la crescente complessità delle traiettorie di ricerca e l’importanza di soluzioni trasversali nei settori emergenti.

I fattori competitivi
Secondo la lettura proposta da The, il posizionamento del Politecnico deriva da tre elementi-cardine. Il primo riguarda la presenza di infrastrutture interdipartimentali solide, che agevolano la collaborazione tra laboratori e gruppi di ricerca attivi in ambiti differenti. Il secondo punto è la chiarezza della direzione scientifica, orientata a favorire programmi basati sull’integrazione disciplinare e su progetti che attraversano confini accademici tradizionali. Infine, la capacità dell’ateneo di attrarre finanziamenti dedicati alle aree interdisciplinari: un indicatore che segnala come il modello del Politecnico sia riconosciuto e premiato anche da partner esterni, istituzioni internazionali e soggetti privati.

Il focus dedicato da The
Nel white paper che accompagna la pubblicazione del ranking, The dedica un approfondimento specifico al Politecnico di Milano, individuando nei programmi di dottorato co-supervisionati con le aziende uno dei principali punti di forza dell’ateneo. La co-tutela dei percorsi avanzati permette infatti di integrare formalmente l’interdisciplinarità nella formazione dei ricercatori, facilitando la costruzione di profili professionali capaci di muoversi in ecosistemi complessi e ad alta intensità tecnologica.

The evidenzia inoltre come il modello del Politecnico favorisca una collaborazione strutturata tra mondo accademico e imprese, elemento che incide significativamente sulla competitività dell’ateneo nei progetti europei e internazionali, contribuendo ad aumentare la capacità di generare output scientifici ad alto impatto.

Un avanzamento che consolida una traiettoria
L’ascesa dalla 30ª alla 15ª posizione globale rafforza ulteriormente la centralità del Politecnico nella mappa internazionale della ricerca interdisciplinare. Per l’ateneo milanese, il risultato rappresenta una conferma della strategia intrapresa negli ultimi anni, fondata sulla costruzione di un ecosistema che coniuga innovazione scientifica, apertura internazionale e relazioni industriali consolidate.

In un contesto in cui la competizione tra università si gioca sempre più sulla capacità di integrare saperi diversi e rispondere a sfide globali con soluzioni di sistema, il Politecnico di Milano si presenta come uno degli attori più strutturati del panorama europeo. Un posizionamento che, secondo le valutazioni contenute nel ranking, appare destinato a consolidarsi ulteriormente nei prossimi anni.

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