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Sicilia, Mulè non molla: fioretto e sarcasmo contro Schifani

- di: Bruno Legni
 
Sicilia, Mulè non molla: fioretto e sarcasmo contro Schifani
Mulè sfida Schifani con fioretto e sarcasmo: Sicilia 2027
Tra residenze mancate, firme da raccogliere e boutade estive, la politica siciliana si anima in vista del 2027.

Mulè (foto) sotto i riflettori: “Pronto a candidarmi, ma con stile”

Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e fedelissimo di Berlusconi, non esclude affatto un suo ritorno in campo politico come possibile candidato alla presidenza della Regione Siciliana nel 2027. Lo dice con elegante nonchalance, ma anche con un fioretto ben affilato: “Per la mia terra si fa qualsiasi cosa”, ha dichiarato, aggiungendo: “Non escludo nulla nella mia vita, se non diventare tifoso della Roma”. Messaggio chiaro: la porta resta aperta.

Scontro a distanza: il gelo (ironico) tra Mulè e Schifani

Il governatore Renato Schifani risponde con garbo tagliente: “Chiunque residente in Sicilia, over 21, può candidarsi. Basta raccogliere 1.800 firme per la lista regionale e 2.100 per ogni lista provinciale. Auguri!”. Un saluto di circostanza che suona come provocazione politica.

Gasparri stempera: “È una boutade estiva”

Tra le file di Forza Italia, Maurizio Gasparri getta acqua sul fuoco: l’ipotesi di candidatura di Mulè è “una boutade estiva”, un azzardo estemporaneo paragonabile a “un’improbabile candidatura in Groenlandia”. La metafora gelida riflette scetticismo: tutto è possibile, ma poco probabile.

Il passato che pesa: la residenza mancata del 2022

Mulè non dimentica il 2022: era lui il prescelto per la candidatura del centrodestra in Sicilia, secondo lui, ma un cavillo burocratico gliel’ha impedito. Silvio Berlusconi lo aveva contattato il 10 agosto 2022: Mulè aveva accettato, e l’accordo di coalizione era solido. Peccato che il 12 agosto si scoprì che il giorno prima era scaduto il termine per trasferire la residenza in Sicilia. Risultato: la candidatura sfumò e via libera a Schifani.

Forza Italia Sicilia: un partito senza casa, senza segretario

Mulè non si limita alla nostalgia: accusa Schifani di errori attuali. In particolare, critica il partito siciliano “apolide”: “Non c’è neppure una sede, non esiste una segreteria regionale”, lamenta. Denuncia la mancanza di dialogo e di confronto interno, indicandoli come nodi centrali da risolvere. Organizzazione fragile, messaggi confusi.

Scontro sulle nomine: alleati in aula del tribunale?

E non finisce qui. Mulè punta il dito contro Schifani per aver portato davanti al TAR la nomina di Annalisa Tardino, ex eurodeputata della Lega, a commissario dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale: una mossa, dice Mulè, che “non si usa tra alleati”, specie se la nomina è di competenza del ministero dei Trasporti e non vincolata all’intesa con la Regione. Un affondo controverso, dalle forti implicazioni politiche.

La questione in pillole

  • Mulè pronto per il 2027? Non esclude la candidatura, ma con ironia e attenzione al contesto.
  • Schifani risponde con ironia “Firme, firme, e… auguri!” – tono gelido che riaccende la miccia della disputa.
  • Gasparri mette le mani avanti “Era solo una boutade estiva: possibile ma poco plausibile.”
  • Move del passato Residenza fuori tempo è costata a Mulè la chance del 2022.
  • Crisi interna a FI Sicilia Nessuna sede, unità frammentata, confronto assente.
  • Nomine e tribunali Critica forte alla gestione delle nomine istituzionali: squadra divisa pubblicamente.

Evidenti le tensioni interne a Forza Italia

Ecco il quadro: Mulè ricorda un’occasione mancata (2022), avanza una possibile candidatura al 2027, ma con stile e contenuti. Schifani risponde con sarcasmo istituzionale, facendo leva sulle regole. Gasparri ammorbidisce il tutto, mentre le tensioni interne a Forza Italia restano evidenti: da carenza di infrastrutture politiche, a incomprensioni tra fedelissimi.

Il fascino della politica sicula resta intatto tra battute, passato, presente — e un futuro ancora tutto da scrivere.

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