Starmer invoca unità: “Reform è razzista, lacererà il Paese”. I sondaggi pendono verso Farage, cresce il malcontento nella base, Burnham alza il volume. Reeves prova a rilanciare tra nuove città, visti con l’Ue e la ciambella da 1,5 miliardi per Jaguar Land Rover dopo l’attacco cyber. Fuori, proteste contro la digital ID.
Una maggioranza impaurita
Liverpool non è una passerella: è un pronto soccorso politico. Keir Starmer apre il congresso del Labour con un messaggio senza fronzoli: “Questa è la lotta della nostra vita”. L’avversario, ormai, ha un nome e cognome: Nigel Farage. Il premier dipinge Reform UK come la versione britannica della destra trumpiana, accusandola di cavalcare rancori e identità ferite. E scandisce: “Le loro ricette sull’immigrazione sono razziste e immorali”. Il sottotesto è chiaro: se si votasse domani, il Labour rischierebbe seriamente.
Sondaggi che gelano Downing Street
Il termometro demoscopico non fa sconti: vantaggi a doppia cifra per Reform in alcune rilevazioni e modelli che proiettano una possibile maggioranza parlamentare per Farage in caso di voto ora. Nella base laburista cresce la fatica: più di un iscritto sussurra che “così non si arriva al 2029”, alimentando ipotesi di sfida alla leadership e nuove ambizioni tra gli amministratori locali più popolari.
La mossa delle nuove città
Starmer promette di “rimettere in moto la speranza” affidando a Rachel Reeves il compito più ingrato: costruire un’agenda economica credibile con i conti in ordine. Sul tavolo c’è il piano delle 12 new towns: nuova edilizia sociale, quote consistenti di alloggi accessibili, cantieri rapidi e l’idea di ridare fiato a una filiera inceppata. Il messaggio è semplice: più case, più lavoro, più mobilità sociale. L’esecutivo punta a partire dove i terreni sono maturi, dall’area di Leeds ad altri snodi lungo le principali direttrici ferroviarie.
Il caso Jaguar Land Rover
Dopo il cyber-attacco che ha fermato linee produttive e messo in crisi i fornitori, il governo annuncia la garanzia pubblica su un prestito da 1,5 miliardi di sterline a Jaguar Land Rover per riaccendere gli impianti e tutelare l’indotto. È un segnale a tutto l’automotive: lo Stato farà da scudo quando l’innovazione – o il crimine digitale – manda in tilt la catena del valore. La ripartenza dei motori a inizio ottobre sarà la prima verifica.
La sfida interna: Burnham e i sindacati
Il sindaco della Greater Manchester, Andy Burnham, invita ad allargare il confronto e a non governare “con la paura”. A sinistra, Unite chiede di allentare i vincoli fiscali per rilanciare servizi pubblici e salari. La cerchia di Starmer resiste, temendo un contraccolpo dei mercati. Sullo sfondo, le polemiche sull’influenza del capo di gabinetto Morgan McSweeney e il tiro incrociato su trasparenza e donazioni.
Che cosa propone Reform UK
Reform cresce con un mix di nazionalismo economico, durezza sull’immigrazione e antielitismo. Farage promette deportazioni di massa e lo stop a status consolidati per migranti regolari: un’agenda che Starmer bolla come tossica per la coesione nazionale. Funziona quando l’inflazione morde, il debito spaventa e la crescita arranca. Ma reggerebbe alla prova dei conti e dei trattati? Il Labour prova a rispondere con un patriottismo pragmatico e cantieri reali.
La scena fuori dal congresso
Fuori dalla bolla della conferenza, sfilano i cartelli “No to digital ID”: proteste civili e diffidenza verso database centralizzati. È un promemoria: sul terreno della privacy la fiducia va meritata, non pretesa.
La prova del nove
Il discorso clou di Starmer dovrà fare tre cose: rassicurare i mercati, parlare al ceto medio stremato e dare un motivo ai militanti per restare a bordo. Senza un racconto di futuro credibile, le new towns e i salvataggi industriali resteranno note a piè di pagina. Con un racconto forte, possono diventare capitoli di una strategia. In gioco non c’è solo la leadership del premier: c’è la direzione del Paese.