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Ponte sullo Stretto: Daniel Libeskind firma il Centro Direzionale in Calabria

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ponte sullo Stretto: Daniel Libeskind firma il Centro Direzionale in Calabria

Il via libera è arrivato il 6 agosto dal Cipess, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile. È un passaggio politico e tecnico cruciale per l’opera voluta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e sostenuta dal Consiglio dei Ministri. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: costruire il ponte strallato più lungo al mondo, con una campata unica di 3,3 km, torri da 399 metri, tre corsie per senso di marcia (di cui una di emergenza), due binari ferroviari e marciapiedi pedonali laterali.

Ponte sullo Stretto: Daniel Libeskind firma il Centro Direzionale in Calabria

Il governo parla di riduzione dei tempi di trasporto, integrazione della rete ad alta velocità e rilancio del Mezzogiorno. I sostenitori sottolineano anche il potenziale simbolico dell’opera: “unire” Sicilia e Calabria, collegando fisicamente la regione insulare al resto d’Europa.

Sul fronte opposto, ambientalisti, comitati locali e una parte del mondo accademico contestano l’intervento. Nel mirino ci sono i costi — lievitati fino a 13,5 miliardi di euro — l’impatto ambientale, gli espropri e soprattutto i rischi sismici. Gli esperti ricordano la presenza di una faglia attiva sul lato calabrese, in prossimità dell’area dove dovrebbero sorgere le fondazioni. Altri sottolineano criticità nei calcoli dei venti che insistono sullo Stretto.

Progetto definitivo e tempi

Il progetto definitivo è frutto di una revisione tecnica che ha incluso nuove verifiche sulla resistenza al vento e l’aggiornamento della zonizzazione microsismica. L’esecutivo assicura che la struttura sarà in grado di resistere anche a terremoti di elevata intensità, oltre a garantire la sicurezza in condizioni di forte vento.

In Sicilia il tracciato comporterà l’esproprio di 443 unità immobiliari, di cui 291 abitazioni private. È uno dei punti che alimenta la contrarietà del comitato No Ponte, insieme alla preoccupazione per l’habitat naturale tutelato da una riserva.

Il cronoprogramma prevede l’apertura del cantiere entro la fine del 2025. La percorribilità del ponte è stimata tra il 2032 e il 2033. La società concessionaria, Stretto di Messina, è stata ricostituita con il decreto legge del 31 marzo 2023, dotata di fondi in gran parte già previsti dalla legge di Bilancio 2025.

Il Centro Direzionale di Libeskind

Sul versante calabrese, in località Piale (Villa San Giovanni), sorgerà il nuovo Centro Direzionale firmato dall’architetto Daniel Libeskind, già coinvolto nel progetto originario del 2010. La sua sarà una cittadella multifunzionale: uffici per la gestione del ponte, negozi, ristoranti, auditorium, spazi per conferenze, aree verdi e un waterfront riqualificato.

Elemento centrale sarà la Piazza del Mediterraneo, spazio pubblico con affaccio sul mare e collegato al blocco di ancoraggio della torre del ponte a Cannitello. Il progetto prevede parcheggi interrati, percorsi pedonali panoramici, vasche d’acqua e aiuole, oltre a sistemi per l’efficienza energetica.

Il Centro Direzionale è pensato come porta di accesso al territorio calabrese e parte integrante dell’opera. Per Libeskind la sfida è coniugare infrastruttura e qualità urbana: “Non solo un collegamento, ma un luogo di incontro e valorizzazione del paesaggio”.

Libeskind: “Occasione di rilancio”

L’archistar polacco-statunitense — progettista del Museo Ebraico di Berlino e del masterplan del One World Trade Center di New York — descrive il Ponte come una “piazza sul Mediterraneo” e un’occasione per connettere Sicilia ed Europa. La sua visione comprende interventi di riqualificazione ambientale e culturale, con attenzione a flora e fauna.

Gli ambientalisti restano fermi sulle proprie posizioni e parlano di “opera insostenibile” che rischia di diventare una “cattedrale nel deserto”. La tensione tra ambizione politica e sostenibilità tecnica continua a crescere.

Una partita aperta

L’approvazione del Cipess segna un punto a favore del governo, ma non chiude la partita. I prossimi mesi saranno decisivi: il passaggio dal progetto definitivo a quello esecutivo, l’apertura effettiva del cantiere e la gestione delle opposizioni locali.

Il Ponte sullo Stretto resta una delle opere pubbliche più discusse in Italia. Per i suoi sostenitori è un simbolo di modernità e crescita; per i detrattori un azzardo economico e ambientale. In ogni caso, il dibattito accompagnerà l’opera fino alla sua realizzazione — e forse anche oltre.

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