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Powell “medico” dei mercati: rally, AI e attese sull’inflazione

- di: Marta Giannoni
 
Powell “medico” dei mercati: rally, AI e attese sull’inflazione
Powell “medico” dei mercati: rally, AI e attese sull’inflazione

Taglio Fed, indici ai massimi e tecnologia sotto esame: la settimana in Borsa, senza anestesia. 

(Foto: il presidente della Fed, Jerome Powell).

È bastato un gesto da 25 punti base per rimettere il battito a ritmo: la settimana dei mercati ha avuto un protagonista chiaro, la Federal Reserve, con Jerome Powell nel ruolo di “dottore” chiamato a tenere calma la sala operatoria di Wall Street. Il risultato? Indici tornati vicini ai massimi, ma con un retrogusto: i conti (e soprattutto le spese) di alcuni big tech hanno riaperto la discussione sulle valutazioni legate all’intelligenza artificiale.

La mossa della Fed e il messaggio tra le righe

Il taglio dei tassi ha funzionato da analgesico per il rischio: azioni su, rendimenti obbligazionari più distesi, dollaro meno aggressivo. Ma l’interpretazione che conta è la seconda: la banca centrale sembra orientata a una fase di pausa per valutare dati e trend, con l’idea che il 2026 non sarà una discesa automatica dei tassi, bensì un percorso selettivo e condizionato dalle statistiche.

Wall Street: record sì, ma con ombre sul tech

La spinta “macro” ha sostenuto l’azionario, però il settore tecnologico ha mostrato nervi scoperti. Un esempio emblematico è il caso Oracle: numeri e guidance non hanno convinto chi teme che la corsa agli investimenti in infrastrutture e capacità AI possa comprimere i margini. Morale: l’AI resta il motore narrativo, ma il mercato pretende redditività, non soltanto promesse.

Europa e Italia: indici resilienti, storie molto diverse

In Europa, il quadro è più cauto e frammentato. Gli indici continentali oscillano intorno alla parità settimanale, mentre Piazza Affari si muove con dinamiche “domestiche”: alcune banche in evidenza e titoli industriali più vulnerabili al ciclo. Il filo conduttore resta uno: con una Fed più morbida, cresce la sensibilità alle prossime mosse delle banche centrali europee e alla tenuta della crescita.

Materie prime: petrolio giù, metalli in festa

Il Brent scivola su livelli bassi per l’aspettativa di maggiore offerta. Sul fronte metalli, invece, lo scenario è quasi opposto: l’argento accelera e l’oro beneficia della combinazione tra tassi più bassi e dollaro meno forte. Intanto il rame continua a ricevere sostegno dalle speranze di misure pro-crescita in Cina e da un equilibrio globale dell’offerta percepito come tirato.

Crypto: recupero lento e un segnale regolatorio

Il Bitcoin prova a risalire dopo la frenata di novembre, con un mercato meno “euforico” sugli ETF spot rispetto ai picchi autunnali. Tra le notizie rilevanti, pesa il segnale di apertura sul ruolo delle banche come intermediari in alcune operazioni crypto considerate a rischio contenuto: non è una scintilla che incendia i prezzi, ma è un tassello nella normalizzazione dell’ecosistema.

Il calendario che può cambiare l’umore

La prossima settimana è una di quelle che non perdonano distrazioni. In arrivo i dati USA su occupazione e inflazione, oltre ai PMI flash di dicembre per le principali economie. Sul lato micro, diverse trimestrali (tra cui nomi molto seguiti in semiconduttori, consulenza, consumer e logistica) possono rimettere volatilità dove oggi c’è apparente quiete. 

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