Italia pioniera della pubblicità inclusiva e accessibile
- di: Barbara Leone

L'Italia apre un nuovo capitolo nella storia della comunicazione pubblicitaria, diventando la prima nazione in Europa a normare in maniera sistematica l’accessibilità e l’inclusività della pubblicità. Questo importante traguardo è stato celebrato ieri nella sede di UNI (Ente Italiano di Normazione) a Milano, dove è stata presentata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 164. L’iniziativa, frutto della collaborazione tra UNI e UPA (Utenti Pubblicità Associati), con il supporto di UNA (Aziende della Comunicazione Unite) e FCP (Federazione Concessionarie Pubblicità), punta a garantire che ogni individuo, indipendentemente da capacità fisiche, cognitive o linguistiche, possa accedere pienamente ai messaggi pubblicitari.
Italia pioniera della pubblicità inclusiva e accessibile
L’obiettivo della Prassi di Riferimento è ambizioso: eliminare le barriere che limitano la fruizione della pubblicità non solo per le persone con disabilità, ma anche per categorie come anziani, bambini, persone con difficoltà linguistiche o cognitive e coloro che vivono in ambienti complessi, come luoghi rumorosi o con scarse opportunità tecnologiche. “L’accessibilità non è solo un dovere etico, ma un’opportunità per creare connessioni più autentiche e significative con le persone, indipendentemente dalle loro capacità o condizioni”, ha dichiarato Marco Travaglia, presidente di UPA, sottolineando che “Rendere la pubblicità accessibile non è solo possibile, ma necessario, per costruire una società realmente inclusiva”.
Anche Giuseppe Rossi, presidente di UNI, ha evidenziato la portata culturale e sociale dell’iniziativa, che si inserisce in un più ampio percorso di normazione legato alla responsabilità sociale, alla sostenibilità e alla parità di genere. “Questa prassi rappresenta un tassello fondamentale per una comunicazione pubblicitaria universale, capace di parlare davvero a tutti”, ha affermato. La UNI/PdR 164 si propone come una guida dettagliata per rendere accessibili i messaggi pubblicitari attraverso diverse modalità: dalla sottotitolazione all’audiodescrizione, dal linguaggio dei segni alla comunicazione facilitata, fino alla comunicazione aumentativa alternativa.
“L’idea è di creare messaggi che siano nati accessibili o resi tali attraverso strumenti e tecnologie facilmente applicabili”, ha spiegato Emilia Grazia Costa, Project Leader e membro esperto del Tavolo Tecnico UNI per la pubblicità inclusiva. L’approccio descritto nella prassi è trasversale, pensato per adattarsi a tutte le piattaforme e dispositivi, dai tradizionali media cartacei e televisivi ai canali digitali e interattivi. L’obiettivo è raggiungere un livello di accessibilità che permetta a tutti, senza eccezioni, di comprendere e beneficiare dei contenuti pubblicitari. Durante l’evento, si è discusso ampiamente dei benefici economici e strategici di una comunicazione accessibile. Giuliana Schenone, direttore studi e ricerche di UPA, ha evidenziato come in Italia il 15% della popolazione viva con disabilità o limitazioni fisiche o cognitive.
“Se includiamo anziani e persone con difficoltà linguistiche, questa percentuale cresce ulteriormente, rappresentando una fetta di mercato significativa che le aziende non possono permettersi di ignorare”, ha dichiarato. La pubblicità inclusiva non amplia solo il target di riferimento, ma aumenta anche l’efficacia dei messaggi, rendendoli più chiari e coinvolgenti per un pubblico diversificato. Inoltre, le aziende che investono in accessibilità guadagnano in termini di fedeltà dei consumatori: un pubblico che percepisce un impegno autentico nella rimozione delle barriere tende a sviluppare un legame emotivo più forte con il marchio.
Per facilitare l’adozione della UNI/PdR 164, UNI e UPA lanceranno nel 2025 un programma di formazione dedicato a professionisti del settore pubblicitario, aziende e agenzie. Questo percorso educativo mira a fornire competenze specifiche per integrare i principi di accessibilità nelle operazioni quotidiane e progettare campagne in linea con le nuove linee guida. Un altro aspetto fondamentale è l’introduzione di un sistema di certificazione per i materiali pubblicitari, che attesti il rispetto degli standard di accessibilità. Questo rappresenta non solo un valore aggiunto per i brand in termini di immagine, ma anche un incentivo per il miglioramento continuo nella produzione di contenuti inclusivi. Con questo progetto, il nostro Paese si posiziona dunque come leader europeo nell’ambito della pubblicità inclusiva, segnando un punto di svolta commerciale, ma anche culturale e commerciale. Perché la UNI/PdR 164 non è solo un passo verso una comunicazione più equa, ma rappresenta anche una visione del futuro in cui l’accessibilità diventa il fondamento per un dialogo davvero universale tra brand e consumatori.