Qualità della vita, Udine sul podio, a seguire Bologna e Trento

- di: Barbara Bizzarri
 

La provincia di Udine spicca per la prima volta in cima alla classifica della Qualità della vita, raggiungendo il primo posto tra i territori più vivibili: ed entra nella storia della classifica che misura il benessere della popolazione italiana, dopo essersi piazzata nella top ten solamente tre volte dal 1990 (prima edizione) ad oggi, precisamente nel 2016, nel 2020 e nel 2021: ecco la novità più succosa dell’indagine annuale del Sole 24 Ore relativa alla Qualità della vita nelle Province italiane con la classifica delle città in cui si vive meglio. Sono invece solide conferme il secondo e il terzo posto rispettivamente di Bologna, vincitrice dell’edizione 2022 e sempre in testa nella categoria 'Demografia, salute e società' spinta dai livelli d’istruzione elevati, e Trento, già vincitrice dell’Indice della sportività e di Ecosistema Urbano 2023.

Qualità della vita, Udine sul podio, a seguire Bologna e Trento

Bergamo, quest’anno capitale della cultura insieme a Brescia, sale al quinto posto della classifica dei territori più vivibili, dove solamente nel 1990 aveva occupato l’ottavo posto, e conquista il primato nella classifica tematica di 'Ambiente e servizi'. Anche Modena, settima, rientra in una top ten che aveva raggiunto solo due volte: nel 1999 e nel 2022. Migliore il piazzamento nella parte alta della graduatoria della provincia di Aosta, al quarto posto. Si confermano nella top ten anche Milano, stabile rispetto allo scorso anno e resta prima nella categoria 'Affari e lavoro', e Firenze che, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è sesta. Tra le prime dieci anche Monza e Brianza che conquista 14 posizioni e il primato nella categoria 'Ricchezza e consumi' grazie a buoni risultati nella spesa media delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli e ai dati immobiliari. Se a chiudere la clasifica c’è Verona, che l’aveva presidiata sia nel 2020 sia nel 2021, si notano particolarmente le assenze di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente in 12ª e 13ª posizione.

Anche questa edizione fotografa una concentrazione del Mezzogiorno nella seconda metà della graduatoria, con l’unica eccezione di Cagliari che arriva al 23esimo posto. Ma non mancano le novità. In primis il ritorno di Foggia, 107esima, a vestire la maglia nera dopo dodici anni (era stata ultima nel 2011 e nel 2002). Nelle ultime 40 posizioni scivolano ben nove province del Centro o del Nord, tre più dell’anno scorso: oltre a Latina (87esima), Frosinone (80esima), Imperia (81esima), Alessandria (70esima) e Rovigo (68esima), ci sono Grosseto (74esima), Viterbo (75esima), Rieti (73esima) e Massa Carrara (72esima). Perdono terreno Agrigento, Sud Sardegna, Palermo, Brindisi, Trapani; conquistano diversi gradini Vibo Valentia, Enna, Catanzaro, Salerno, Potenza e Isernia. Tra le ultime cinque classificate arrivano anche Siracusa (104esima, perde 14 posizioni) e Napoli (105esima), perde 7 posizioni). Sostanzialmente immobili, invece, le altre grandi aree metropolitane, quasi incapaci di ripartire dopo la pressione generata da emergenze e shock economici negli ultimi anni. Mentre Bologna, Milano e Firenze cercano di non perdere di vista latop ten e i loro primati, Roma è 35esima (-4 gradini), preceduta da Venezia (-12), seguita da Torino (36esima) e Genova (47esima, in calo di 20 posizioni).

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