Alle 11.30 di questa mattina il centrodestra si presenta in Cassazione per depositare le firme del referendum costituzionale sulla riforma della giustizia.
Un gesto politico dal valore simbolico e sostanziale, che dà ufficialmente il via alla fase operativa della campagna referendaria. Subito dopo toccherà alle opposizioni – Partito democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle – presentare a loro volta la documentazione necessaria per chiedere la consultazione popolare.
Giustizia, referendum: il centrodestra deposita le firme in Cassazione
Il Paese, dunque, si avvicina a un nuovo passaggio cruciale della stagione politica, con la giustizia ancora una volta al centro dello scontro tra maggioranza e opposizione.
Il quesito: dire sì o no alla riforma Nordio
Spetterà alla Suprema Corte definire i termini esatti del quesito referendario, che in sostanza chiamerà gli italiani a esprimersi con un “sì” o un “no” sul nuovo ordinamento costituzionale della giustizia, approvato in Parlamento su proposta del ministro Carlo Nordio e del governo.
La riforma, uno dei pilastri dell’azione dell’esecutivo, ridisegna i rapporti tra magistratura requirente e giudicante, introduce un nuovo assetto del Csm e interviene su autonomia, responsabilità e separazione delle carriere.
È proprio su questi punti che si giocherà la battaglia politica e mediatica delle prossime settimane: per il centrodestra la riforma rappresenta “una modernizzazione attesa da decenni”, per l’opposizione è invece “una torsione pericolosa dell’equilibrio tra poteri dello Stato”.
I fronti politici si preparano alla campagna
Il deposito in Cassazione segna l’avvio ufficiale di una campagna referendaria destinata a infiammare l’inverno politico.
Nel campo del governo, i leader di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si mostrano compatti nel sostenere la riforma: “Gli italiani devono poter scegliere se vogliono una giustizia finalmente efficiente e non politicizzata”, è la linea sintetizzata da fonti di maggioranza.
Sul fronte opposto, il Pd di Elly Schlein, il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e Avs si preparano a contrastare il testo, puntando su una campagna “di difesa della Costituzione e dell’indipendenza della magistratura”.
Il calendario e la prospettiva
Dopo il deposito, la Cassazione dovrà verificare la regolarità delle firme e definire la formulazione ufficiale del quesito.
Se l’iter procederà senza intoppi, la consultazione popolare potrebbe tenersi in primavera, probabilmente tra fine marzo e inizio aprile 2026, a distanza di pochi mesi dal voto europeo.
Un referendum confermativo – quindi senza quorum – che si preannuncia come un vero e proprio test politico nazionale.
Una sfida che va oltre la giustizia
Dietro il quesito tecnico si muove una sfida più ampia: quella tra due visioni del Paese.
Da un lato il centrodestra, che vuole mostrare capacità riformatrice e coesione istituzionale; dall’altro un’opposizione che punta a ricompattarsi su un terreno identitario come la difesa dei principi costituzionali.
La battaglia sulla giustizia diventa così il nuovo terreno di scontro simbolico tra governo e opposizioni, con la Cassazione a fare da arbitro delle regole e, presto, milioni di elettori chiamati a pronunciarsi sull’idea stessa di equilibrio dei poteri in Italia.
Una partita che non si gioca solo nei tribunali o nei Palazzi, ma – come sempre nei momenti decisivi della storia repubblicana – direttamente nelle mani degli italiani.