«Oggi il Lazio dimostra ancora una volta di essere terra di umanità e accoglienza». Con queste parole, il presidente della Regione, Francesco Rocca, ha voluto ringraziare pubblicamente il Policlinico Umberto I e il Comitato della Croce Rossa di Roma per la pronta ospitalità e l’assistenza garantita a tre bambine giunte dalla Striscia di Gaza. Si tratta di un intervento che, secondo Rocca, unisce «competenza medica, impegno civile e solidarietà autentica» e che rappresenta un segnale concreto di vicinanza verso chi vive le conseguenze più drammatiche di un conflitto.
Rocca ringrazia Policlinico Umberto I e Croce Rossa per l’accoglienza a tre bambine di Gaza
Il presidente ha sottolineato come la disponibilità dimostrata dalle strutture romane sia un esempio di come il sistema sanitario e quello del volontariato possano lavorare in sinergia, con professionalità e rapidità, per rispondere a emergenze che superano i confini nazionali.
L’esperienza diretta nei teatri di crisi
Rocca, che per oltre vent’anni ha guidato la Croce Rossa Italiana e la Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, ha ricordato di aver visto da vicino gli effetti devastanti delle guerre sui più piccoli. «Ho visto con i miei occhi — ha detto — quanto possano essere crudeli i conflitti per i bambini. Nel Medio Oriente di oggi assistiamo a un orrore disumano: piccoli innocenti che muoiono non solo sotto le bombe, ma anche di fame e di sete, privati di ogni diritto e di ogni speranza».
Il presidente ha lanciato un appello a non voltare lo sguardo di fronte a questa realtà, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco immediato e del rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi. «Ogni giorno di guerra in più — ha avvertito — significa vite spezzate e ferite impossibili da rimarginare».
Fondi regionali per interventi umanitari
Rocca ha poi annunciato che la Regione Lazio ha stanziato due milioni di euro per interventi umanitari a favore della popolazione di Gaza. «È solo una goccia nell’oceano di dolore che sta travolgendo quella comunità, ma è una goccia necessaria — ha spiegato — perché ogni gesto può fare la differenza per qualcuno». Questi fondi saranno destinati a sostenere progetti di assistenza medica, fornitura di beni di prima necessità e attività di supporto psicologico per i minori.
Il presidente ha precisato che l’iniziativa rientra in una strategia più ampia di cooperazione internazionale portata avanti dalla Regione, che prevede anche la collaborazione con organizzazioni non governative e organismi internazionali attivi nelle zone di crisi.
Cura e accoglienza come atto di giustizia
Per Rocca, il gesto di accogliere e curare le tre bambine di Gaza va oltre il semplice atto sanitario. «È un atto di giustizia e di dignità umana — ha detto —. In un mondo che troppo spesso ignora le sofferenze dei più fragili, il nostro compito è restituire un futuro e un sorriso a chi ha conosciuto solo paura e privazioni».
Ha poi ricordato come la sanità pubblica e il volontariato siano strumenti fondamentali per difendere il diritto universale alla cura, sottolineando che l’assistenza fornita in questi giorni non è solo emergenziale, ma rappresenta anche un investimento sulla vita e sulla speranza di queste giovani pazienti.
Un impegno che guarda oltre i confini
Il presidente ha infine ribadito la volontà della Regione Lazio di collaborare con tutte le istituzioni sanitarie e umanitarie, nazionali e internazionali, affinché «ogni bambino, ovunque nasca, possa avere accesso a cure, sicurezza e nutrimento».
Rocca ha voluto anche evidenziare il valore simbolico di questa accoglienza: «Ogni volta che apriamo le porte a chi fugge dalla guerra, dimostriamo che la solidarietà non è un concetto astratto, ma un’azione concreta che può cambiare la vita delle persone».
Secondo il presidente, l’Italia e il Lazio hanno una lunga tradizione di aiuto e ospitalità verso chi arriva da contesti di sofferenza, una tradizione che va difesa e rafforzata anche nei momenti più complessi. «Il nostro impegno — ha concluso — è continuare a essere un punto di riferimento per chi cerca protezione e cure, perché la vera forza di una comunità si misura nella sua capacità di prendersi cura dei più deboli».