Saldi estivi, Centro studi Confimprese: partenza +10%, superate le aspettative

- di: Barbara Leone
 
A dispetto di alcune previsioni negative, i saldi estivi mostrano una tenuta inaspettata, che si traduce in un trend di crescita del +10% complessivo. È la fotografia del Centro studi Confimprese in collaborazione con Global Strategy, che ha analizzato l’andamento del primo week end di saldi (6-9 luglio) nei macrosettori altro retail e abbigliamento-accessori. Tuttavia, per oltre la metà dei retailer l’inflazione e la riduzione del potere d’acquisto hanno influenzato negativamente le vendite dei saldi 2023. Nelle città d’arte maggiore affluenza dei turisti stranieri, soprattutto dei top spender americani, che comprano prodotti made in Italy di qualità e contribuiscono ad alzare lo scontrino medio. Bene anche la ristorazione, che grazie all’impennata dei flussi turistici e di tutto l’indotto, registra incrementi del +20%. “Leggendo gli scenari, ritardata stagionalità e ridotto potere d’acquisto, ci si può aspettare un proseguo del buon andamento dei saldi – commenta Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimprese (nella foto) –. Anche l’aumento dello scontrino medio segnala una timida ripresa dei consumi legata alla volontà di fare acquisti a prezzi vantaggiosi. Da considerare, tuttavia, che per oltre la metà dei retailer l’inflazione e la riduzione del potere d’acquisto hanno influenzato negativamente le vendite dei saldi 2023. Un fattore che si prolunga da oltre un semestre e che deve fare riflettere sui comportamenti d’acquisto per il futuro”.

Saldi estivi, Centro studi Confimprese: partenza +10%, superate le aspettative

A fronte di un mercato dei consumi che si riprendendo, l’online, nonostante non sia regolamentato e sia partito con il prime day proprio una settimana dopo i saldi, non registra picchi di vendita. “Nonostante il Prime day partito una settimana dopo i saldispiega Mario Resca, presidente Confimpresela gente va nei negozi e compra. Si tratta di un messaggio molto forte verso l’online che ribadisce la centralità del retail fisico e la voglia di normalità dei consumatori”. Altro retail (arredo casa, ottica, telefonia, elettronica di consumo, cura persona) registra crescite entro il +20% rispetto allo stesso periodo del 2022, con solamente un terzo dei rispondenti che riscontra un trend negativo, ma comunque sempre nell’ordine di un singolo digit negativo. Abbigliamento-accessori, invece, evidenzia un trend positivo tra lo 0 e il +10% solamente per la metà delle aziende.

Tuttavia, il 40% mostra un trend allineato all’anno precedente, mentre il 15% registra andamenti negativi. Da ricordare che l’inflazione nel comparto abbigliamento-accessori è al +4%.  Bene la variazione dello scontrino medio per entrambi i macrosettori, con un aumento tra il 5 e +10% rispetto all’anno precedente principalmente legato ai fattori inflattivi. Una percentuale esigua pari al 4% appartenente ad altro retail dichiara un andamento negativo entro il -5% rispetto al periodo precedente. Migliorano anche le visite in negozio. Il trend è positivo per il 50% di altro retail e allineato per il 17%. Poco meno di un terzo dei rispondenti invece segnala un andamento negativo. Risultati simili anche per abbigliamento-accessori con un trend allineato per il 40% dei retailer e positivo per il 35%. Il 40% delle insegne ha registrato un footfall positivo nell’ordine dell’8%. Centri commerciali, grandi magazzini, outlet e retail park sono i più frequentati dai consumatori e presentano le migliori performance rispetto al 2022 pari al 72% per i retailer di abbigliamento-accessori e al 33% per altro retail. Perde terreno l’e-commerce scelto dal 22% di abbigliamento-accessori e dal 33% di altro retail.

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