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Salvini si allinea su Kiev, Meloni tra Trump e l’Ue: la cautela della premier sul futuro degli aiuti

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Salvini si allinea su Kiev, Meloni tra Trump e l’Ue: la cautela della premier sul futuro degli aiuti

Matteo Salvini si adegua, almeno per ora. La Lega vota compatta la risoluzione con cui il governo italiano conferma il sostegno a Kiev e dà il via libera al ReArm Ue, il piano per il rafforzamento delle capacità militari europee. Un passaggio tutt’altro che scontato, che segna una tregua nella maggioranza e consente a Giorgia Meloni di mantenere l’equilibrio su uno scacchiere sempre più incerto.

Salvini si allinea su Kiev, Meloni tra Trump e l’Ue: la cautela della premier sul futuro degli aiuti

Il messaggio che parte da Roma è chiaro: nessun cedimento sulla linea atlantista e nessuna concessione a Vladimir Putin, che nelle ultime ore ha chiesto ufficialmente all’Occidente di interrompere gli aiuti militari all’Ucraina come condizione per riprendere i negoziati. Un’offerta che l’Europa – e con essa l’Italia – considera una trappola, un tentativo di prendere tempo mentre Mosca rafforza le proprie posizioni sul campo.

La scelta di Salvini: tra pragmatismo e convenienza

Il voto leghista a favore della risoluzione è un segnale di pragmatismo. Salvini, pur rimanendo critico su molte scelte dell’Unione Europea, sa che una rottura su un tema come l’Ucraina potrebbe avere conseguenze difficili da gestire. Per questo evita lo strappo e si allinea, almeno per il momento, alla linea di Palazzo Chigi.

Dietro questa scelta, però, c’è anche una questione di opportunità politica. La Lega è in difficoltà nei sondaggi, e la finestra di opportunità delle elezioni europee è sempre più vicina. Creare tensioni nella maggioranza su un tema così delicato potrebbe penalizzarlo, mentre mostrarsi affidabile e compatto potrebbe aiutarlo a recuperare terreno.

Forza Italia, dal canto suo, si conferma l’ala più atlantista della coalizione, con Antonio Tajani impegnato a mantenere saldo il legame con gli Stati Uniti e con Bruxelles.

Meloni tra Trump e Bruxelles: il rischio di una tempesta geopolitica

Ma il vero dilemma, per la premier, si chiama Donald Trump. L’ex presidente americano è pronto a tornare alla Casa Bianca e, se dovesse vincere le elezioni, il suo impatto sugli equilibri globali sarebbe enorme. Già oggi, Trump ha reso chiaro di voler ridimensionare l’impegno americano in Europa, chiedendo agli alleati di prendersi più responsabilità sulla sicurezza del continente.

Per Meloni, che ha costruito la sua immagine anche su un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti, questo rappresenta una sfida. Da un lato, l’Italia non può permettersi di sganciarsi dall’alleanza atlantica, dall’altro, deve evitare di rimanere isolata in Europa proprio nel momento in cui si decide il futuro delle politiche economiche e di difesa comuni.

Bruxelles, intanto, sta accelerando sul ReArm Ue, un progetto che mira a rendere l’Europa meno dipendente dagli Usa per la propria sicurezza. È un’idea che Meloni condivide in linea di principio, ma che potrebbe diventare un problema se Trump dovesse adottare una linea più isolazionista.

Nessuna retromarcia su Kiev, ma la strategia resta flessibile

Almeno per ora, la posizione italiana non cambia. Roma continuerà a sostenere Kiev, mantenendo fede agli impegni presi con Nato e Ue. Ma Meloni sa che la situazione è in evoluzione e che l’Italia dovrà adattarsi ai nuovi equilibri geopolitici.

La prudenza con cui la premier sta gestendo il dossier Ucraina è un segnale di questa consapevolezza. Per ora, la maggioranza regge. Salvini evita di creare problemi, Tajani garantisce la continuità atlantista e Meloni mantiene il controllo.

Ma lo scenario potrebbe cambiare rapidamente. Se Trump dovesse tornare alla Casa Bianca e ridefinire i rapporti di forza tra Stati Uniti ed Europa, la premier si troverebbe davanti a una scelta difficile: restare fedele all’alleanza euro-atlantica o cercare un nuovo equilibrio, con il rischio di scontentare qualcuno.

In politica estera, come in politica interna, Meloni continua a muoversi con cautela. Sa che ogni mossa conta, e che l’Italia non può permettersi passi falsi in un momento così delicato. Per ora, il governo tiene la rotta. Ma le onde si alzano, e il mare davanti a Palazzo Chigi potrebbe diventare molto più agitato.

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